“Non c’è due senza tre” non lo dice solo Chiara Ferragni nella sua collaborazione con Baby K: è un ritornello piuttosto conosciuto anche per i registi, soprattutto quando un film ha un discreto successo. E il successo di “Manuale d’Amore”, pellicola del 2005, è innegabile.
Oggi siamo qui per concentrarci in particolare sul terzo film della saga interamente diretta da Giovanni Veronesi.
Una saga, quella appunto di Manuale d’Amore, non estranea ad alti e bassi: sicuramente il primissimo film del 2005 ha fatto un debutto indimenticabile rimanendo nei cuori dei più, con Carlo Verdone, Luciana Littizzetto, Silvio Muccino, Sergio Rubini e Margherita Buy come protagonisti. La pellicola ha saputo cogliere brillantemente le tappe dell’amore amalgamandosi piacevolmente e regalando performance indimenticabili (per il loro ruolo Verdone e la Buy sono stati premiati con il David di Donatello).
Di tutt’altro avviso è stato il sequel “Manuale d’Amore 2 – Capitoli Successivi” che, tentando di ripercorrere la scia del predecessore, ha fallito perdendosi forse qualche pezzo importante. Tornano – fortunatamente – Carlo Verdone e Sergio Rubini, questa volta accompagnati da Monica Bellucci, Riccardo Scamarcio, Barbara Bobulova e Claudio Bisio. Questo particolare seguito è forse la dimostrazione più calzante di un prodotto che cerca disperatamente di seguire le orme del successo del precedente non riuscendo però nella sua totalità.
Con “Manuale d’Amore 3“, ulteriore sequel datato 2011, Veronesi riesce però un po’ a rifarsi imparando probabilmente dai propri errori, ma non riuscendo comunque a competere con il primissimo film della saga.
Giovinezza, Maturità e Oltre…
La pellicola è suddivisa come le precedenti in diverse fasi, questa volta prendendosi la libertà di giocare con un elemento che inevitabilmente, vuoi o non vuoi, in amore ha un ruolo importante: l’età. Età a cui spesso è importante non badare ma che spinge le persone a fare esperienze diverse e, inevitabilmente, scelte diverse.
Ecco che quindi i protagonisti del primo capitolo “Giovinezza” Roberto (Riccardo Scamarcio) e Sara (Valeria Solarino) sono alle porte del loro matrimonio: sono giovanissimi e come qualsiasi altra coppia della loro età hanno forti timori che però riescono a mettere da parte grazie al forte sentimento che li lega. Un giorno però Roberto per lavoro deve allontanarsi da Sara e recarsi in un piccolo paese della Toscana: qui conoscerà l’inarrestabile – ed irresistibile – Micol (Laura Chiatti) che metterà in dubbio tutte le sue certezze.
Il secondo capitolo, “Maturità”, vede come protagonista assoluto il bravissimo Carlo Verdone, che questa volta veste i panni di Fabio Renzullo, un giornalista dal volto buono di cui tutti si fidano, sposato da 25 anni e fedelissimo alla propria moglie. Una sera durante un evento di lavoro farà la conoscenza di Eliana (la bravissima Donatella Finocchiaro), donna attraente con la quale ben presto Fabio si concederà qualche scappatella. Ben presto però Eliana gli mostrerà il suo vero volto, facendogli capire che deve sbarazzarsene al più presto possibile…
Per ultimo – ma non meno importante – il capitolo “Oltre”, forse il più dolce tra i vari episodi, con il simpatico Robert De Niro come protagonista. De Niro interpreta Adrian, un professore americano che a seguito della morte della moglie e di un delicato trapianto di cuore viene a vivere gli anni della pensione nella bellissima Roma. Qui conoscerà Viola (Monica Bellucci), figlia del portiere Augusto (Michele Placido) al quale Adrian è tanto affezionato. Ben presto l’americano si renderà conto che nonostante le sue convinzioni, non è mai troppo tardi per innamorarsi di nuovo…
Come abbiamo già avuto modo dire, ci sono diverse cose che “Manuale d’Amore 3” riesce a cogliere in maniera corretta pur non riuscendo a raggiungere il primissimo film della saga. Nessun problema particolare con il cast, per lo più riconfermato dalle puntate precedenti, con Scamarcio che ritrova una chimica a dir poco innegabile con la Chiatti (i due avevano recitato insieme anche nel film “Ho voglia di te”), Verdone che come al solito non ne riesce proprio a sbagliare una e la vera sorpresa che risiede in Robert De Niro, attore di innegabile talento – a cui però a volte capita di non brillare – che in questo film riesce a trovare il giusto equilibrio, stranamente parlando in una lingua che non è nemmeno la sua.
Straordinari la Finocchiaro e Placido: la prima per essere riuscita con fermezza a dare credibilità a un personaggio così complesso, ironico e fragile al contempo, e a farlo così bene; il secondo per essere sempre in grado di strappare una risata senza sforzo. Non male neanche la performance della Bellucci che sembra calzare a pennello i panni di Viola.
Un po’ nell’ombra rimangono purtroppo Valeria Solarino ed Emanuele Propizio che interpreta Cupido, l’escamotage che la pellicola trova per unire fra di loro i diversi episodi.
Inevitabilmente a volte certe trame risultano banali – in particolare quella legata al tema della “Giovinezza”, che si risolve in maniera così scontata da sembrare quasi uno scherzo, o peggio, non conclusa, e lascia quindi quell’amaro in bocca che non fa rima con i restanti episodi, che comunque trovano una conclusione più sensata o comunque molto divertente. Per quanto poi sia dolce l’episodio di Adrian e Viola a volte si ha la sensazione che il tutto trabocchi quasi in una favola, tratto non del tutto apprezzabile se consideriamo che l’obiettivo primario di Veronesi è quello di mostrare l’amore – quello reale però, della vita vera – in tutte le sue sfaccettature.
Un film da non mancare se siete fan della saga: solo una cosa, non aspettatevi che sia bello come il primo.
La Recensione
Manuale d'Amore 3: la recensione
Terzo capitolo di una saga di alti e bassi che si dimostra sicuramente migliore del secondo ma non riesce a raggiungere il primo film. Come sempre Carlo Verdone non ne sbaglia una e in questo nuovo capitolo è accompagnato da Riccardo Scamarcio e il grande Robert De Niro, piacevolissimo nonostante non parli la sua lingua madre. Un film che strappa qualche sorriso ed è piacevole, soprattutto per un cast che riesce a trovare le giuste dinamiche, ma nulla di più.
PRO
- Carlo Verdone (che non ne sbaglia una)
- Un Robert De Niro piacevole e diverso dal solito
- Un bel cast
CONTRO
- Alcune trame risultano banali
- Cerca di eguagliare il primo film non riuscendoci