Dopo la rivelazione del mitosauro nell’episodio 2 dell’ultima stagione di “The Mandalorian”, in onda su Disney+ è diventato chiaro che il percorso davanti a Din Djarin (Pedro Pascal) e Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff) è stato cambiato per sempre.
L’episodio 3, intitolato “The Convert”, riprende subito dopo che Bo salva valorosamente Din dall’annegamento nelle Acque Vive, e il duo, con Grogu al seguito, sembra non riuscire a prendersi una pausa dato che vengono presto attaccati da quello che sembra essere un orda di misteriosi combattenti TIE.
Questo è il momento in cui l’episodio fa un duro perno, portandoci direttamente nel cuore di Coruscant, dove il Dr. Penn Pershing (Omid Abtahi) è appena uscito dal programma di reintegrazione della Nuova Repubblica e ora fa parte del loro programma di Amnistia.
È qui che le cose si fanno interessanti: vediamo la Nuova Repubblica inciampare verso la stabilità, desiderosa di liberarsi di tutti i resti dell’autorità imperiale, a qualunque costo.
Pershing è apparso durante le prime due stagioni di “The Mandalorian”, dove lo abbiamo visto lavorare per Moff Gideon, poiché aveva il compito esclusivo di utilizzare la clonazione e l’ingegneria genetica per sfruttare il corredo genetico sensibile alla Forza di Grogu.
Sebbene Pershing avesse eseguito gli ordini imperiali, è sempre apparso come una figura conflittuale, nel disperato tentativo di mantenere una parvenza di moralità entro i limiti della sua posizione. Non solo ha tentato di proteggere Grogu da sperimentazioni intrusive che avrebbero potuto portare alla morte del bambino, ma ha anche aiutato Din e Cara Dune a prendere di mira l’incrociatore di Gideon, dove Grogu era tenuto in ostaggio.
Qui Pershing reintroduce un dispositivo di tortura imperiale a cui Dune aveva brevemente fatto riferimento in precedenza: il quasi mitico Mind Flayer.
I nuovi episodi della terza stagione di “The Mandalorian” vanno in onda ogni mercoledì su Disney+.
“The Mandalorian” che cos’è un Mind Flayer?
Dune, un ex soldato d’assalto dell’Alleanza Ribelle, fa apparire il Mind Flayer mentre parla con Greef Karga (Carl Weathers), credendo che la sua mente sarebbe stata caricata sul dispositivo se si fosse arreso.
Karga ribatte dicendo che in realtà non esiste un dispositivo del genere, poiché è propaganda in tempo di guerra per far sembrare l’Impero più spietato. Sebbene non sorprenda che un regime fascista possa utilizzare la propaganda basata sulla paura per promuovere la sua roccaforte, si scopre che questo dispositivo esiste davvero.
Quel che è peggio è che la Nuova Repubblica sembra utilizzare una versione ottimizzata di questo dispositivo di tortura per sovrascrivere l’indottrinamento imperiale soprannominandolo Six-O-Two Mitigator, ora presentato come un “trattamento sperimentale non invasivo” per calmare la mente.
Il termine Mind Flayer ha un’ovvia connessione con “Stranger Things”, poiché gli umanoidi tentacolari psichici fungono da principali antagonisti nella stagione 3 dell’horror fantascientifico di Netflix.
Il concetto di mind flayer può essere fatto risalire al gioco di ruolo da tavolo “Dungeons & Dragons”, in cui queste creature possiedono abilità psichiche che consentono loro di controllare esseri senzienti.
I mind flayer di D&D, noti anche come Illithid, non devono essere presi in giro: divorano i cervelli umani ed emergono come entità lovecraftiane decise a usare la paura e la manipolazione psichica per controllare gli altri. Sebbene una tale creatura possa sembrare estranea a “Star Wars”, non è così: abbiamo visto un essere psichico simile in “Rogue One: A Star Wars Story”, dove il leader ribelle Saw Guerrera usa un Mairan di nome Bor Gullet per estrarre informazioni dal pilota disertato Bodhi Rook.
Sebbene semi-senzienti, i Mairan sono fondamentali per leggere le menti e torturare i soggetti, ampiamente utilizzati dagli imperiali e dai partigiani. La quasi follia è il probabile risultato di un metodo di tortura così invasivo, che si ricollega alle minacciose entità lovecraftiane di D&D.
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