Immaginatevi un’isola sperduta nell’oceano. Quella di “Lost” non è quella a cui mi riferisco, ma è anche la prima che viene in mente.
Immaginatevi una superficie di 150 metri quadrati di brulla, selvaggia e rocciosa natura.
Immaginatevi silenzio ovunque, e nessuna anima viva per chilometri.
Ecco, questa è Eilean Mor (nome gaelico che non potrebbe essere più azzeccato, perchè tradotto significa proprio “Grande isola”), ed è dove si svolge questa storia.
È il 7 Dicembre del 1900: il primo anniversario della costruzione, su tale isola, di un enorme faro (realizzato da un architetto della dinastia Stevenson), ed è proprio in questa data celebrativa che arrivano ad Eilean Mor i tre guardiani che presiederanno al faro per quindici mesi. I loro nomi sono James Ducat, Thomas Marshall e Donald McArthur.
I giorni procedono lenti, le onde che si infrangono contro gli scogli sono le loro uniche compagne. Ma sono felici, questi tre individui, perché in fin dei conti quello è il lavoro dei loro sogni, e la paga è buona.
Il tempo trascorre placido. Arriviamo alla notte del 15 Dicembre. Passa da quelle parti il piroscafo “Archtor“, ed il comandante si accorge di una cosa strana: la luce del faro è spenta. Pensa ad un problema tecnico, e passa oltre. Ma il 26 Dicembre, quando giunge nei pressi dell’isola la nave Hesperus, adibita al rifornimento, qualcos’altro non torna: nessuno dei guardiani del faro esce dalla struttura al suono del suo fischio di richiamo e del bengala lanciato in aria. L’equipaggio dell’Hesperus decide pertanto di scendere a terra per assicurarsi che tutto vada bene.
Il cancello d’ingresso e la porta del faro sono entrambi chiusi, ma no problem, il comandante e i suoi uomini posseggono le chiavi di riserva. Entrano, dunque, e non c’è nulla che possa andare bene se non c’è materialmente nessuno. Dei tre guardiani del faro, infatti, non c’è neanche l’ombra. Ma i letti sono sfatti, i resti di un pranzo interrotto sono sui tavoli; gli orologi sono fermi.
Cosa è successo ai tre uomini?
Come di consueto iniziano le indagini, e le ricerche. Le prime non portano a niente, le seconde non trovano nessuno. Il caso viene dunque archiviato come “calamità naturale“, sostenendo la tesi che i tre uomini siano stati dispersi in mare da un’onda particolarmente potente formatasi durante la tempesta dei giorni prima.
Ma c’è un dettaglio strano, che cozza con quanto affermato. In mezzo alle cianfrusaglie ritrovate nel faro, è stato rinvenuto un piccolo diario di bordo, in cui uno degli uomini riportava fedelmente di giorno in giorno gli eventi che capitavano sull’isola, soprattutto quelli riguardo alle condizioni del mare. Da ciò che ha scritto si apprende che effettivamente nei giorni precedenti la scomparsa di lui e dei suoi due compagni aveva impazzato una tempesta, come previsto dai metereologi.
Ma anche che, come riportato nell’ultima pagina scritta dall’uomo poco prima della sparizione, “la tempesta è finita, il mare è calmo.”
Un mistero da brividi, che tuttavia non è stato ancora risolto.
“The vanishing – il mistero del faro”: un film ambientato alle isole Flannan
Liberamente ispirato alla vicenda dei guardiani del faro, “The vanishing” è un film thriller del 2018, diretto da Kristoffer Nyholm, ambientato proprio sulle isole Flannan in cui “sparirono” Ducat, Marshall e Mc Arthur, interpretati nella pellicola rispettivamente da Gerald Butler, Peter Mullan e Connor Swindells.