Questo film racconta un fatto storico molto importante: la visita di Neville Chamberlain (Jeremy Irons) a Monaco nel 1938 per dei colloqui con Adolf Hitler così da scongiurare il conflitto in Europa. Il leader britannico fallirà, come sappiamo tutti. Nel film Monaco: sull’orlo della guerra, disponibile ora su Netflix, George MacKay interpreta un aiutante che sfrutta il viaggio di Chamberlain per una missione di spionaggio. Piuttosto che riscrivere la storia, il film prova a generare tensione sfruttando i dettagli dell’evento. Ci riuscirà? Continua a leggere la recensione per scoprirlo.
Ma facciamo un passo indietro. Anche due.
Un anno prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il primo ministro britannico Neville Chamberlain si recò a Monaco per incontrare il cancelliere tedesco Adolf Hitler nella speranza di mediare una pace che impedisse all’Europa di essere nuovamente risucchiata in un conflitto lungo e debilitante.
L’ultimo futile accordo di Monaco fornisce lo sfondo storico per il thriller politico di Christian Schwochow dal titolo Monaco: sull’orlo della guerra, in cui un giovane diplomatico britannico (George MacKay) ha il compito di accompagnare Chamberlain (Jeremy Irons) in Germania nella speranza di ottenere un documento segreto che può dimostrare le intenzioni di Hitler di espandere in modo aggressivo il suo impero. Adattato dal romanzo di Robert Harris del 2017 Monaco, che ti linkero qui sotto, il film di Schwochow esplora il rapporto teso tra Germania e Gran Bretagna attraverso l’amicizia di due laureati dell’Università di Oxford.
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Chi sono questi due amici? Uno te l’ho presentato prima: Hugh Legat (MacKay), che diventa il segretario personale di Chamberlain a Downing Street, l’altro è Paul von Hartmann (Jannis Niewöhner), uno studente tedesco idealista, il cui sostegno iniziale a Hitler si è inasprito quando la Wehrmacht ha deciso di invadere la regione cecoslovacca dei Sudeti nel settembre del 1938. Dall’interno del ministero degli Esteri tedesco, Von Hartmann e la sua amante, Frau Winter (Sandra Hüller), ottengono un rapporto sui piani di Hitler di invadere il resto d’Europa e chiede aiuto al suo vecchio amico Legat per impedire tutto questo.
Non è facile costruire un thriller attorno a un evento che alla fine si rivelerà infruttuoso. Tuttavia, piuttosto che prendere la strada di Quentin Tarantino di scartare i fatti storici a favore della fantasia, il film di Schwochow, come Il giorno dello sciacallo del 1973, riesce a trasmettere tensione dai dettagli meticolosi dell’incontro clandestino e dalle frustrazioni che sorgono quando i protagonisti trovano problemi nel loro tentativo di cambiare la storia.
Irons è perfetto come Chamberlain e ha quasi la stessa età del primo ministro quando fece il suo viaggio disperato in Germania. Distrutto dal senso di colpa per non aver combattuto nella Grande Guerra e provocatorio nella sua decisione di evitare un’altra guerra, Chamberlain è dipinto come una reliquia nobile ma tristemente ingenua di un’epoca passata. MacKay, visto per l’ultima volta sfondare le trincee in 1917 di Sam Mendes, è ugualmente adatto al ruolo di Legat, volenteroso ma mal preparato per il mondo dello spionaggio internazionale.
Schwochow stringe le viti in modo efficace mentre il film si avvicina al suo climax attraverso una narrazione profonda, espandendo il passato teso tra Hugh, Paul e Lena (Liv Lisa Fries), il terzo membro ingiustamente scartato del loro triumvirato accademico.
Tu hai visto Monaco: sull’orlo della guerra? Fammi sapere cosa ne pensi attraverso i commenti. Ti lascio al commento e voto finale della recensione.
La Recensione
Monaco: sull'orlo della guerra
Sono un po' di parte perché amo la storia e le ricostruzioni storiche e credo che Monaco: sull'orlo della guerra sia un buon film, anche per merito di un cast eccelso. Sia Irons che MacKay se la cavano molto bene nella loro interpretazione. Il film racconta gli avvenimenti della conferenza di Monaco che rappresentò di fatto solo una breve tregua per l'Europa e riesce a generare tensione analizzando i dettagli di quell'evento. Ha anche il pregio di sottolineare che non tutti i tedeschi abbracciarono il nazionalsocialismo. Peccato che la ricostruzione storica non sia proprio precisa e che non riesca a sviluppare a pieno il personaggio di Liv Lisa Fries, altrimenti avrei dato volentieri un punto in più.
PRO
- Ottimo cast
- Riesce a trasmettere tensione anche con fatti noti a tutti
CONTRO
- La ricostruzione storica non è propriamente corretta
- Liv Lisa Fries ottiene poco spazio