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La recensione dettagliata per Moonlight:
Questo dramma indipendente americano ha generato attenzione e guadagnato premi per il suo approccio creativo nel trattare un argomento scomodo. E’ un film che non può fare a meno di coinvolgere il pubblico in quanto ripercorre l’esperienza di un giovane nero in tre punti chiave della sua vita. Ciò che emerge sono dei risvolti interessanti affrontando i temi della cultura gangster, la tossicodipendenza e la sessualità, senza mai prendere la via più semplice.
Ambientato a Miami, il film apre con Chrion, un bambino di 9 anni (Alex R. Hibbert), che viene chiamato “piccolo” a scuola a causa della sua altezza, e soffre di un’eccessiva sensibilità. Dopo la scuola, vaga per le strade piuttosto che andare a casa dalla madre drogata Paula (Naomie Harris), ed un giorno lo spacciatore Juan (Mahershala Ali) lo prende sotto la sua ala, e lo presenta alla sua amica Teresa (Janelle Monae), che diventa una specie di madre surrogata. Quando Chiron compirà 16 anni (ora Ashton Sanders), si rifugerà da Teresa, soprattutto quando il bullismo scolastico diventerà particolarmente brutto, danneggiando la sua stretta amicizia con il compagno di classe Kevin (Jharrel Jerome). Dieci anni più tardi, Chiron (ora Trevante Rhodes) lavorerà come commerciante ad Atlanta e tornerà a Miami per cercare di ristabilire il contatto con Kevin (ora Andre Holland).
Lo scrittore e regista Barry Jenkins costruisce questo film egregiamente, riecheggiando attraverso temi ed immagini i tre capitoli per esplorare la traiettoria di Chiron come ragazzo dolce in un contesto assai difficile. Attraverso la sua fotografia, Moonlight consente ai personaggi di brillare (complimenti al direttore della fotografia James Laxton). L’illuminazione è attentamente monitorata per strutturare al meglio la veridicità del cast, un testamento alla loro presenza ed unicità. Ciò che passa allo spettatore è il desiderio di amore del ragazzo, e c’è un chiaro collegamento romantico con Kevin che si esprime in una varietà di modi complessi in ogni fase della loro vita.
Anche il cast di supporto è molto forte, e riesce ad offrire energia, umorismo ed emozione in ogni scena. Il colpo da maestro di Jenkin è quello di evitare che gli attori cadono sugli stereotipi, costringendo il pubblico ad identificarsi con i personaggi come persone reali, piuttosto che figure standard.
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Conclusioni su Moonlight:
“Moonlight” è la storia della formazione di un uomo nero gay a Miami divisa in tre segmenti: “infanzia, adolescenza ed età adulta.” Ogni segmento si concentra sul rapporto del personaggio centrale con i protagonisti che influenzano le sue decisioni ed il suo carattere. Barry Jenkins fa in modo che la fotografia e la musica aggiungono qualità ai personaggi e non solo alle scene. James Laxton utilizza la profondità di campo limitata in tutto il film per farlo sembrare visivamente unico, ma con uno scopo: quello di isolare il protagonista dall’ambiente circostante. Il regista ha la capacità di integrare il brio visivo con la narrazione stratificata in modo magistrale. Il fatto che Jenkins sia riuscito a richiamare emozioni e far riflettere il pubblico sul film è davvero una conquista. Moonlight non vuole essere solamente un film che parla delle avversità di un giovane gay di colore, ma su come l’identità richiede del tempo per formarsi. “Ad un certo punto devi decidere chi vuoi essere. Nessuno deve prendere per te questa decisione.” Anche se questo consiglio (dato da uno dei personaggi di Moonlight) sembra abbastanza semplice e vero, la vita spesso ti offre dei percorsi difficili. Questo è particolarmente reale per i poveri afro-americani. Naturalmente ci sono stati un sacco di film che hanno parlato delle tribolazioni dei giovani neri, ma Moonlight potrebbe essere il primo ad affrontare l’argomento da una prospettiva completamente diversa. Se la vita è già ardua per i giovani poveri afro-americani, immaginate le difficoltà affrontate da un maschio nero con una crisi di identità, che si sente completamente fuori posto nel suo mondo.
La Recensione
Il Verdetto su Moonlight
<p style="text-align: justify;">Il fatto che Jenkins sia riuscito a richiamare emozioni e far riflettere il pubblico sul film è davvero una conquista. Moonlight non vuole essere solamente un film che parla delle avversità di un giovane gay di colore, ma su come l'identità richiede del tempo per formarsi.</p>