Una triste notizia per tutti gli amanti della saga di “Rocky“, quella diffusa oggi: l’attore Burt Young, colui che ha prestato volto all’indimenticabile Paulie Pennino, è deceduto all’età di 83 anni l’8 ottobre scorso, mentre si trovava nella sua casa in quel di Los Angeles.
A rendere noto il triste evento solo in data odierna è stata la figlia Anne Morea, unico membro della sua famiglia dopo la prematura scomparsa della moglie Gloria, avvenuta nel 1974.
Non è al momento nota la causa che ha portato al decesso.
Tra i tanti volti famosi che hanno voluto esprimere sui social un messaggio di cordoglio per la morte dell’attore, uno dei primi è stato Sylvester Stallone, il quale su Instagram ha scritto:
“Al mio caro amico Burt Young. Eri un uomo e un artista incredibile. Mancherai moltissimo a me e al mondo.”
E oggi noi, in qualità di “parte del mondo”, non vogliamo solo piangere la di lui morte, ma soprattutto ricordarne la vita, spendendo due parole sulla sua biografia e sulla sua carriera.
Tutto inizia da un cambio di nome
Lo conosciamo come Burt Young, ma il suo vero nome non era questo.
Alla nascita, avvenuta il 30 aprile del 1940, Burt è stato infatti battezzato dai genitori italo-americani come Geraldo Tommaso DeLouise.
Un nome che però al giovane Jerry non piaceva, forse perché troppo lungo o troppo poco caratteristico: comunque sia, lo ha cambiato ben presto nel più famoso “Burt Young”, uno pseudonimo non scelto per caso, in quanto rappresenta l’unione del nome e del cognome rispettivamente del suo attore e del suo cantante preferito dell’epoca, ovvero Burt Lancaster e Neil Young.
Con una propria identità creata ad hoc, Burt Young inizia così a plasmare la sua carriera attoriale.
Dopo aver frequentato l’Actor’s Studio, guidato dalle direttive di Lee Strasberg, intorno ai trent’anni d’età comincia a recitare in film quali ad esempio “Carnival of Blood” (1970), “Il mio uomo è una canaglia” (1971), “La gang che non sapeva sparare” (1971), “Un grande amore da 50 dollari” (1973), “Chinatown” (1974) e “Killer elite” (1975).
Solo un anno più tardi, nel 1976, arriva per lui la vera svolta professionale: prima l’incontro con il regista John G. Avildsen e l’attore Sylvester Stallone, poi, di lì a breve, la scritturazione per il ruolo di Paulie Pennino in “Rocky“.
Trent’anni di Paulie
Un ruolo perfetto, quello di Paulie, per Burt.
Un ruolo che sembra essergli cucito addosso, che gli riesce alla perfezione con una semplicità disarmante, e che gli permette di far valere le sue origini; un personaggio che a prima vista appare burbero e cinico, ma dotato anche di grande simpatia e dolcezza, soprattutto nei confronti della sorella Adriana e dell’amico di sempre Rocky.
Un ruolo che, non per niente, solo un anno dopo dagli esordi gli vale una più che meritata candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista, e a cui Burt rimane fedele per tutti i sei film della saga, dal 1976 al 2006.
Non solo cinema… e non solo attore
Oltre all’esalogia di “Rocky“, Burt Young ha preso parte, nel corso degli anni, anche a film come “I ragazzi del coro” (1977), “Spiaggia di sangue” (1981), “C’era una volta in America” (1984), “Legami di sangue” (1989), “Cattive ragazze” (1992), “Terra bruciata” (1999), “Carlito’s way” (2005), “Il nascondiglio” (2007), “Ci vediamo domani” (2012) e “Six children and one grandfather” (2018).
Ha inoltre lavorato in serie tv come “L’ultimo padrino” (1997), “Walker Texas Ranger” (1996-97), “L’onore e il rispetto, parte quarta” (2015) e “Russian doll” (2019).
Ma la recitazione non è stata affatto l’unica linfa vitale della sua esistenza: Burt Young si è infatti dedicato per molto tempo anche alla pittura, alla scrittura e al suo ristorante nel Bronx.
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Quindi addio, caro Burt. Ora anche tu sei parte dell’oltre, quell’oltre in cui non si finisce mai.