È partita il 2 settembre 2020 la 77° Mostra del cinema di Venezia, che terminerà il 12 settembre, tra le molte perplessità dovute alla situazione dei contagi per il Covid-19 che sta affliggendo il mondo. Ciononostante, la mostra del cinema è partita anche quest’anno, con film da scoprire e un po’ leggerezza per distrarsi da quanto stiamo vivendo.
Il rito di Venezia
In un’intervista il direttore, Alberto Barbera, ha dichiarato:
“Si poteva non fare la Mostra? Si. Si doveva evitare di farla? Forse si… Ma per noi la risposta giusta è: non si poteva non farla”.
E così ha preso avvio anche la settantasettesima edizione della Mostra d’arte cinematografica del 2020, iniziata sulle note di Ennio Morricone, e in cui è stato messo in onda “Lacci” di Daniele Luchetti, del cui cast fanno parte Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher.
L’idea è tratta dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, e racconta la crisi di una coppia sposata con due figli, in cui accade ciò in cui molte persone potrebbero riconoscersi: il tradimento di lui, le liti davanti ai figli, i litigi con l’amante, il divorzio, l’affidamento esclusivo dei figli alla madre. E dopo tutto ciò, paradossalmente, Lucchetti ci racconta anche il riavvicinamento di una coppia che si dava per spacciata.
Un’altra buona notizia è che fra i film più quotati per il Leone d’oro ci sono ben quattro film italiani: Notturno, di Gianfranco Rosi, è un film-documentario girato in tre anni, che racconta la vita difficile dei popoli siriani, iracheni e libanesi, che vivono in Paesi ostili, a tratti feroci, in cui il futuro è pieno di trappole. Rosi si è tenuto volutamente lontano dal fronte, per immergersi nella quotidianità delle persone che nelle zone di guerra vivono tutta la loro vita, tra sofferenze inimmaginabili;
Le sorelle Macaluso, di Emma Dante, che ci parla dell’importanza dei legami familiari e la loro evoluzione nel tempo. Sono 5 sorelle: Antonella, Maria, Pinuccia, Lia e Katia. Il film si divide in tre parti, rispettivamente ’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di queste donne palermitane cresciute alla periferia della città;
Padrenostro, film autobiografico di Claudio Noce accompagnato dai produttori Andrea Calbucci, Maurizio Piazza e Pierfrancesco Favino, che recita magistralmente all’interno del film, in una messa in scena degli anni di piombo raccontati dal punto di vista di un bambino (Claudio Noce) la cui vita verrà segnata in modo definitivo dalla morte del padre a seguito di un attentato terroristico e dall’incontro con un altro ragazzino che lo condurrà su una strada di cui non è facile sospettare nulla; a proposito di questa autobiografia, afferma Claudio Noce:
“Il padre è una figura forte, magnetica, eroica. L’archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo. Abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile. Provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo. Penso sempre alla frase “subito dopo Dio viene papà”. È di Wolfgang Amadeus Mozart”.
In ultimo Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli, in cui si narra la tragica storia della figlia del grande filosofo, che ha combattuto l’intera vita sia sul fronte privato che su quello pubblico, e che non è riuscita a trovare pace nemmeno nella sfera sentimentale.
Molti altri film ancora del nostro Paese concorrono per altri premi.
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