Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di essere online sui classici social quali Facebook e Instagram e sempre di più vengono condivisi link e curiosità riguardanti la musica in 8D. Ecco quindi un articolo per rispondere un pò a tutti i quesiti e contraddizioni che spesso vengono esternati da chi scopre questa nuova frontiera della musica, domande che io stessa mi sono inizialmente posta.
Cos’è la musica in 8D e da dove nasce?
Il termine 8D non ha nulla di scientifico ma è un termine inventato per lo più per questioni di marketing, poiché è ovviamente impossibile che un dispositivo elettronico possa fornire un contenuto in 8 reali dimensioni, ma è preferibile usare piuttosto il termine “Musica a 360°” o “musica binaurale”, come riporta Andres Mayo, ingegnere del suono e famoso produttore spagnolo che ha lavorato con molti artisti famosi nel panorama latinoamericano come Luis Alberto Spinetta, Gustavo Cerati, Les Luthiers, Charly García, Fito Páez y Los Piojos.
Egli afferma inoltre:
“… questa tecnica di fare musica nasce in Inghilterra negli anni 70 e consiste nel dare al suono una conformazione sferica. Infatti, tramite delle manipolazioni elettroniche, si può far si che il cervello e di conseguenza l’orecchio umano non sappia esattamente da dove arriva il suono, cosa che invece non succede con le normali tracce di musica.”
La nostra mente entra perciò in una sorta di giostra di suoni che vanno e vengono e che regalano una sensazione di spazialità che è migliore di quella vissuta con il suono stereo e nel classico Dolby Surround. Così la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta alle due fonti sonore standard, il lato destro e quello sinistro, ma diventa uno spazio virtuale a tutto tondo dove possiamo apprezzare stimoli che sembrano provenire da molte più direzioni.
La prerogativa è rappresentata dal fatto che per immergersi totalmente in questa esperienza sono necessari entrambe le cuffiette e utilizzare i dispositivi al massimo del loro volume.
Chi l’ha inventata?
I suoni binurali sono stati scoperti nel 1839 da Heinrich Wilhelm Dove, medico e direttore dell’Istituto di Meteorologia Prussiano.
Questa tipologia di suoni stimola il cervello con diverse pulsazioni. I suoni non devono essere troppo alti e troppo discostati come frequenza, altrimenti verrebbero percepiti come due suoni distinti. Per questo motivo, vengono utilizzate frequenze sotto i 1000–1500 Hz, con una differenza tra orecchio destro e sinistro inferiore a 30 Hz, che si dimostrano in grado di produrre l’effetto.
La musica a 360 gradi è stata ideata però in un secondo tempo da Michael Gerzon detto “The Man”, uno straordinario matematico vissuto tra il 1945 e il 1996 che attraverso un lavoro importante di base appunto matematica scoprì il “panning” ma 40 anni in anticipo, poiché nella sua epoca il suo lampo di genio non fu valorizzato al meglio. “Pannare”, dall’inglese “to pan”, significa distribuire il suono all’interno del campo stereo; semplificando, si tratta di decidere da dove far provenire all’orecchio i suoni che sentiamo quando ascoltiamo una canzone.
Famoso per il suo lavoro in Ambisonics e per il suo lavoro sull’audio digitale, Gerzon ha anche realizzato un gran numero di registrazioni, molte nel campo dell’improvvisazione libera in cui aveva un interesse particolare.
Possiamo perciò comprendere che questa non è poi una vera e propria novità, bensì qualcosa di inventato molti anni fa che però per la scarsa attenzione alla tecnologia e all’utilizzo degli auricolari non ha fatto alcun successo, cosa che invece è successo ai giorni nostri per la nostra totale dedizione ad essi.
Come viene prodotta?
La procedura è sono molto semplice, infatti si nota che quasi tutti i brani in 8D sono stati creati e caricati da utenti YouTube. Quindi basterà registrare una traccia audio alla “vecchia maniera” dopodiché si procede come segue:
- Il Mixer che cattura tutte le colonne sonore e le mescola insieme.
- L’Editor divide le colonne sonore tra quelle che dovranno essere posizionate a sinistra e quelle che dovranno essere a destra.
- In ultimo, il vero surround viene eseguito dal mixer in cui i singoli file audio vengono uniti per renderli multitraccia. Con l’impiego del Dolby Atmos si integrano anche le informazioni sull’altezza per renderlo veramente un suono multidimensionale
Quella di Ambisonics sopracitata è una tecnica inventata negli anni 70 e molto sfortunata in quanto era limitata dalla la tecnologia del suo tempo come già detto. Questa modalità è ancora valida e infatti rimane uno dei più completi sistemi di microfonaggio e riproduzione sonora perché permette di conservare tutte le informazioni relative alla spazialità del suono.
Per la registrazione viene utilizzato un microfono omnidirezionale (riprendono il suono da qualsiasi direzione allo stesso modo) posto nel centro e tre microfoni con diagramma polare a 8 disposti secondo le tre direzioni dello spazio. La riproduzione è stereo compatibile dunque può essere effettuata con 4, 3 o 2 altoparlanti. tipo di microfono viene chiamato Soundfield (campo sonoro) ed è in grado di registrare informazioni sonore relative alle tre direzioni dello spazio. I segnali estratti da questo microfono sono 4: X,Y,Z (a forma di 8, uno per ogni asse dello spazio) e W (ominidirezionale). Per poter gestire questi segnali è necessaria un’unità di controllo che permetta di manipolarli e miscelarli nella maniera desiderata.
Dove si può ascoltare?
La musica in 8D ha iniziato la sua ascesa al successo attraverso alcuni link anonimi che circolavano su Whatsapp nelle scorse settimane, contenenti l’invito ad ascoltare una determinata canzone utilizzando gli auricolari e che da molti sono stati segnalati poiché si credeva fossero virus o link a pagamento.
Recitava uno dei messaggi anonimi comparsi nei nostri telefoni:
“Ascoltatelo solo con le cuffie. Sarà la prima volta che sentirete questa canzone con il vostro cervello e non con le vostre orecchie. Sentirete la musica dall’esterno e non dalle cuffie. Sentite gli effetti di questa nuova tecnologia.”
Nel giro di pochissimo alcune canzoni già note hanno riconquistato le vette delle classifiche Spotify, com’è successo per esempio a Dance Monkey di Tones And I: il brano della giovane artista australiana, già super hit da oltre un miliardo di streaming sabato era in cima alla classifica Viral di Spotify, nella sua versione 8D.
Dopo il weekend, a onor di cronaca, tutto il podio della chart italiana dedicata ai brani virali è occupato da canzoni già note, rigorosamente in versione 8D: Dance Monkey (n.1) è seguita da Toss a Coin to Your Witcher (n.2), brano della serie The Witcher, e Nova di Ahrix (n.3).
Youtube ha addirittura aperto un canale dedicato alla musica in 8D, chiamato per l’appunto “8D Tunes”. E’ possibile trovare un’ampia carrellata di brani in versione 8D, da Hello di Adele a Halo di Beyoncé, per passare ad Hallelujah dei Pentatonix, che è uno degli audio usato nei messaggi Whatsapp che hanno reso la musica 8D un fenomeno virale.
Volendo, si possono trovare tracce di qualsiasi genere e per tutti i gusti, che danno sempre un’ottima resa: dal raggaetton, all’hip-hop, alla techno, al rap fino alla più moderna psy-trance ma come anche pezzi classici come le quattro stagioni di Antonio Vivaldi.
La musica in 8D fa male?
Per comprendere gli effetti della musica a 360 gradi sul nostro corpo, è necessario spiegare in primis il funzionamento del nostro cervello: i neuroni per comunicare utilizzano degli impulsi elettrici, dando vita a un’attività elettrica, rilevabile tramite Elettroencefalogramma (EEG) sotto forma di onde cerebrali. Queste onde hanno diverse frequenze a seconda dell’attività cerebrale in atto. Le onde aventi frequenze più alte, come le onde Gamma (30-42 Hz) e le onde Beta (14-30 Hz) sono rilevabili durante stati di agitazione, concentrazione e di attività mentali molto intense. Le onde Alfa (8-13.9 Hz) sono proprie della veglia ad occhi chiusi e del rilassamento leggero. Le onde con le frequenze più basse sono le onde Theta (4-7.9 Hz) e Delta (0.1-3.9 Hz), che caratterizzano rispettivamente la meditazione profonda e la fase REM del sonno e il sonno profondo.
Una recente ricerca degli USA ha preso in esame la memoria di lavoro, un tipo di memoria a breve termine, di un campione di persone (28 per l’esattezza). Il compito a cui i partecipanti sono stati sottoposti era quello di individuare la corrispondenza o diversità fra due immagini mostrate a distanza di 4 secondi. Questo mentre ascoltavano suoni binaurali a 5 (onde Theta), 10 (onde Alfa) e 15 Hz (onde Gamma). È emerso che l’accuratezza con cui le persone svolgevano il compito aumentava proprio e soltanto mentre erano stimolati alla frequenza di 15 Hz, che corrisponde proprio allo stato di concentrazione attiva. Il numero di risposte corrette peggiorava invece ascoltando le altre due frequenze, che caratterizzano stati di meditazione profonda (5 Hz) e rilassamento leggero (10 Hz).
Da un’altro studio, questa volta eseguito dai canadesi, ha dimostrato come una stimolazione sonora di 20 minuti con frequenze nel range delle onde Delta e Theta, ascoltata per 20 minuti 5 volte a settimana per 4 settimane possa aiutare a combattere gli stati di ansia.
Infine i ricercatori dell’Università di Manchester hanno dimostrato l’effetto analgesico dei suoni binaurali, in particolare di quelli con frequenze nel range delle onde Alfa. Questi suoni, ascoltati per un tempo di 10 minuti, sono stati in grado di ridurre la percezione del dolore in pazienti del pronto soccorso.
Molti ricercatori ritengono però insufficienti le prove fornite da questi studi, poiché limitati per numero di persone analizzate e non sufficientemente approfonditi, e non se la sentono quindi di affermare che ci sia veramente uno stretto e dimostrabile legame tra la frequenza del suono binaurale ascoltato e la frequenza delle onde cerebrali. Tra questi vi è anche il Dott. Clifford Segil, neurologo al Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica. E’ comunque stato affermato che questi suoni binaurali possono essere utili in caso di meditazioni, yoga e sessioni di rilassamento ma non a livello medico.
Opinioni
Questo vecchio esperimento ma riportato a nuovo è stato preso da molte persone, me compresa, come una fresca novità per distaccarsi ogni tanto dalla musica come siamo abituati a sentirla. I sostenitori dichiarano di trovarla rilassante, soprattutto se ti sdrai sul letto e chiudi gli occhi e sembra di non avere su le cuffie e di trovarsi ad un vero concerto.
Proprio per questo motivo la prima volta che ho avuto modo di ascoltare una delle mie canzoni preferite in 8D sono rimasta positivamente colpita, tanto che dopo la prima traccia ne ho ascoltate molte altre di seguito fino a che, talmente immersa in questa esperienza, mi sono chiesta se per caso gli altri inquilini non sentissero tutti quei suoni così forti e coinvolgenti. Questo perché di fatto il volume negli auricolari è molto forte e ti dà l’impressione di propagarlo in tutto l’ambiente.
Ci sono però molte opinioni contrastanti a queste, poiché molti credono di trovarsi di nuovo di fronte a una grande operazione di auto-convincimento collettivo simile a quella delle cosiddette “droghe sonore” che, acquistate alla modica cifra di 17 dollari a traccia o ascoltate su YouTube in qualità discutibile, avrebbero avuto effetti sulla psiche della persona.
Il fenomeno si collocava (e colloca) nel vasto, caotico e ascientifico mondo dell’ASMR, cioè quell’insieme di pratiche simil-sinestetiche pensate per stimolare il cervello dell’ascoltatore.
Citando le parole sul tema di Tom Stafford, un professore di psicologia e scienze cognitive dell’università di Sheffield:
L’ASMR può anche essere una cosa realmente esistente, ma è [al momento] intrinsecamente difficile da ricercare. E’ una cosa che non puoi vedere, o provare, e non succede a tutti”. Probabilmente lo stesso vale per tecniche di ascolto immersivo come l’8D, già complesse da praticare e sperimentare per ingegneri del suono.”
Ergo: la musica in 8D è una grande illusione o semplicemente un passatempo a cui potete tranquillamente prendere parte senza rischi e paure, come anche durante le meditazioni, lo sport o altre attività ma per molti la “normale” musica è più’ che stimolante così com’è e non trovano necessaria né interessante questa novità.
E voi, cari lettori, cosa ne pensate? Avete provato la musica a 360 gradi? Fatemi sapere la vostra opinione qui sotto nei commenti!