Le maggiori associazioni musicali hanno inviato, in data 20 aprile 2020, dei suggerimenti al Governo per tentare di gestire l’emergenza causata dal Coronavirus. Infatti, fra concerti, festival ed eventi correlati cancellati, il mondo della musica è tra i settori più colpiti.
L’appello viene lanciato dagli imprenditori del mondo musicale al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dei beni e delle attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.
Il mondo della musica sta cercando delle soluzioni per tamponare questa crisi senza precedenti nel settore: per fare questo ha stilato un decalogo, firmata dalla Federazione Industria Musicale Italiana, l’Associazione Fonografici Italiani, l’Associazione Nazionale Editori Musicali, l’Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal vivo, la Federazione Editori Musicali e le Produzioni Musicali Indipendenti.
La proposta al Governo
Riportati di seguito i dieci punti della proposta inviata al Governo:
- Aumento del fondo per le emergenze a 200 milioni ed elaborazione di criteri oggettivi per la sua ripartizione con un’attenzione particolare per i settori culturali colpiti dalla pandemia; le risorse dovrebbero essere allocate prendendo come parametro di riferimento le percentuali del calo del fatturato, privilegiando le imprese che non usufruiscono di contributi pubblici e che quindi non godono di una rete di protezione. In questa fase di azzeramento dei consumi, è essenziale e imprescindibile difendere i soggetti più̀ vulnerabili e meno protetti dalle pubbliche istituzioni. È altresì imprescindibile non fare differenziazioni di genere, garantendo quindi il sostegno a tutti i settori dell’industria musicale, dal live, alle imprese fonografiche e all’editoria musicale.
- Un contributo a fondo perduto per i mesi persi a causa del lockdown alle imprese musicali.
- Sospensione di tasse e contributi per le industrie del settore musicale per l’esercizio 2020, posticipando le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale. Ricordando che la discriminante del calo di fatturato nel periodo di emergenza non è un metro sufficiente di valutazione, dato che oggi molte fatture non vengono saldate per mancanza di liquidità e che alcuni comparti del settore, come ad esempio il diritto d’autore e i diritti connessi, subiranno un impatto negativo ancora superiore a quello attuale nei prossimi 2 anni.
- Estensione della durata dei voucher da 12 a minimo 18 mesi per i concerti annullati.
- Creazione di un bonus cultura per le famiglie (estendendo l’attuale bonus per i diciottenni). L’estensione del tax-credit per le produzioni musicali, oggi previsto solo per l’opera prima, seconda e terza a tutte le produzioni, così come avviene nel cinema.
- IVA al 4% per la musica e lo spettacolo, così come avviene per i libri. La discriminazione sull’imposta è storicamente incomprensibile e lo è tutt’ora in questa fase di crisi sistemica nella quale è necessario al più̀ preso rilanciare i consumi.
- L’annunciato “reddito di emergenza” deve coinvolgere anche figure anomale, del settore dello spettacolo ad oggi non ricompresi nell’articolo 38 relativo all’indennità ai lavoratori dello spettacolo, articolo che ha introdotto troppe variabili che esclude moltissimi lavoratori.
- Revisione delle pendenze erariali per gli organizzatori di spettacoli dal vivo per appianare tutte le asimmetrie nell’applicazione dell’IVA sugli spettacoli dal vivo.
- Apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Comitato tecnico-scientifico e la Task Force presieduta da Colao con la presenza di una rappresentanza delle Associazioni in grado di fornire indicazioni sugli strumenti di controllo e prevenzione da adottare in futuro alla ripresa delle attività live. In questa sede dovranno anche essere studiati sistemi per la formazione del personale di sicurezza sull’utilizzo delle strumentazioni per la ripresa dell’attività dei concerti live.
- Certezza sui tempi per la ripresa delle attività ai fini di una efficace programmazione dei lavori.
Con questi dieci punti, le associazioni firmatarie rimarcano l’importanza di gestire questa emergenza, poiché sono in ballo i posti di lavoro di circa 170mila persone, per un giro d’affari che ammonta a stimare quasi 5 miliardi di euro.
In questo periodo di Covid-19, moltissimi cantanti e cantautori hanno deciso di reinventarsi con dirette sui social, alcuni anche con degli eventi quotidiani, ma tutto questo ad oggi non basta più. Nel campo della musica, come in ogni altro settore, iniziano ad essere urgenti e necessarie risposte chiare, con indicazioni sui tempi e sui contributi economici che verranno distribuiti e garantiti da qui ai prossimi mesi.
Perché per il mondo della musica, immaginare di tornare alla normalità, è una prospettiva al momento molto lontana. Come si può pensare di evitare assembramenti se una delle gioie più belle della musica è proprio assistere ai live?
Nel frattempo, noi fruitori, possiamo continuare a godere della “musica live” dal nostro divano di casa, sempre con la speranza di poter presto partecipare al concerto del nostro cantante o gruppo preferito.