Titolo: Sei tu la mia città
Artista: Negramaro
Formato: Audio Spotify
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Ecco l’anteprima audio del nuovo singolo dei Negramaro “Sei tu la mia città“, uscito proprio oggi, venerdì 24 aprile 2015 negli store digitali (esclusiva iTunes) ed in radio, il brano che anticipa il nuovo album del gruppo, ancora senza titolo, in uscita il prossimo autunno.
La band salentina formata da Giuliano, Lele, Ermanno, Danilo, Andrea e Pupillo ha presentato ieri su Facebook una succosa anteprima video del singolo.
Il brano è stato scritto da Giuliano Sangiorgi e parla di un viaggio per il mondo dal sapore totalmente rock.
“Come state, bentrovati, anzi ovunque vi troviate, qualunque sia la vostra città, siamo tutti qui in una stanza per una sorpresa per voi. ci abbiamo messo un po’ di tempo però abbiamo preparato una cosa che non vedevamo l’ora di farvi sentire ed oggi qui vi diamo un’anteprima, in questa stanza, tutti i Negramaro, tutti insieme, per voi”.
Confermata anche la partecipazione dei negramaro all’evento “Viva il 25 aprile!” condotto da Fabio Fazio in onda il 25 aprile alle ore 21.20 su Rai Uno in diretta dalla Piazza del Quirinale, in occasione delle celebrazioni per il settantesimo Anniversario della liberazione d’Italia.
Testo di Sei tu la mia città, il brano dei Negramaro:
la strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e le macchine che attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
riallacciami i tuoi dubbi alle scarpe
se poi tu non mi credi
se non mi credi
il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte le insegne dei più bei ricordi
concedimi la pace e i treni senza più rimorchi
e puntami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne con i fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con se gli ultimi avanzi
nascondimi dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quando stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimboccami le maniche quando pioverà dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
ed hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei sempre e solo la città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
e hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
sei tu la mia città
sei tu la mia città
sei tu la mia città