Titolo: Sei tu la mia città
Artista: Negramaro
Formato: Video
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Ecco il video ufficiale del nuovo singolo dei Negramaro “Sei tu la mia città“, pubblicato il 4 maggio 2015. La regia è a cura di Gabriele Surdo. Il brano è disponibile da venerdì 24 aprile 2015 negli store digitali (esclusiva iTunes) ed in radio, si tratta del singolo che anticipa il nuovo album del gruppo, ancora senza titolo, in uscita il prossimo autunno.
“SEI TU LA MIA CITTA’” è una corsa rock e veloce tra le vie di una metropoli che si antropomorfizza (La strada si aggroviglia nei tuoi capelli/i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi/hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere) dove i ricordi prendono forma come in un’esperienza onirica (le case che aprono le gambe agli sconosciuti/le chiese sono bocche di donne coi fucili appesi/le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni/il fumo porta via con sé gli ultimi giorni/nascondimi dagli altri/son troppo comodi i tuoi denti/e sputami poi fuori).
La canzone, scritta da Giuliano Sangiorgi, nasce da una lunga esperienza internazionale che ha portato la band a viaggiare e registrare tra New York, Nashville, Londra, Madrid e la loro terra d’origine, la Puglia, fonte inesauribile d’ispirazione.
“Un tramonto, qualche sguardo, attimi rubati in studio… Il video che racconta “Sei tu la mia città” è un viaggio nella città dei negramaro, un luogo fatto di musica e di momenti condivisi tra i membri della band. I negramaro con questo video fanno un regalo ai fan, trasportandoli in quella dimensione privata, quasi intima, fatta di giorni in sala prove e in studio, che precede la nascita di ogni nuovo album.
L’idea nasce dal non voler lasciare “fuori” il pubblico, ma di invitarlo ad entrare e a scoprire quel processo delicato e affascinante che segna il nascere di un pezzo e che è difficile raccontare solo a parole.#seitulamiacittà“.
Testo di Sei tu la mia città, il brano dei Negramaro:
la strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e le macchine che attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
riallacciami i tuoi dubbi alle scarpe
se poi tu non mi credi
se non mi credi
il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte le insegne dei più bei ricordi
concedimi la pace e i treni senza più rimorchi
e puntami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne con i fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con se gli ultimi avanzi
nascondimi dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quando stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimboccami le maniche quando pioverà dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
ed hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei sempre e solo la città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
e hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
sei tu la mia città
sei tu la mia città
sei tu la mia città