Ancora una volta Netflix fa centro, producendo e consegnando ai propri abbonati un film di una bellezza rara e delicata, pieno di momenti emotivi ed intensi che non possono lasciare indifferente lo spettatore. Si tratta di Nessuno sa che io sono qui, del regista Gaspar Antillo il quale si è guadagnato, con questa pellicola, il premio come migliore esordiente all’ultima edizione del Tribeca Film Festival.
Attore protagonista del film è Jorge Garcia, il grande Hugo “Hurley” della serie tv Lost, uno dei personaggi più amati ed indimenticabili, caratteristiche che si ritrovano anche nel film Nessuno sa che io sono qui e che lo portano verso un vero salto in avanti nella carriera.
Di cosa parla Nessuno sa che io sono qui?
Difficilmente, guardando Nessuno sa che io sono qui, non proverai empatia per la sorte del protagonista. Si tratta di Memo, ragazzino pieno di talento e dalla voce incantevole che sogna di fare il cantante.
Memo viene in effetti ingaggiato da una grande casa discografica che ne apprezza le meravigliose doti canore, ma avendo un aspetto non conforme ai canoni della bellezza (Memo ha qualche chilo di troppo e non ha un viso angelico) viene sostituito da un ragazzino “più bello” che nei live e in video prende il suo posto cantando in playback.
Questo rifiuto della sua immagine e il mero sfruttamento della sua voce saranno traumi che segneranno Memo per tutta la vita. Nel film infatti lo ritroviamo da adulto, interpretato da Jorge Garcia, come un uomo schivo, asociale, ermetico, che vive nascosto dal mondo e da tutti, insieme ad un vecchio zio in una sperduta fattoria nel sud del Cile.
Memo tenta di nascondersi dal mondo e dal suo passato, ma il sogno di cavalcare le scene e di potersi esibire d’avanti ad un pubblico, continua ad ossessionarlo e a regalargli veri e propri sogni ad occhi aperti. Fino a quando l’amicizia con una donna, Marta (interpretata da un’incantevole Millaray Lobos) non porterà ad una successione di avvenimenti inaspettati che regaleranno l’opportunità a Memo di avere il suo riscatto.
La trama raccontata in questo film, non è tratta da una storia vera, ma è bene precisare che qualche decennio fa, soprattutto negli anni ’80, usare delle controfigure per la parte legata all’immagine, in veste dei veri artisti che cantavano e suonavano, era cosa abbastanza comune, ed è accaduta molte volte.
Per fortuna siamo ormai lontani da quei tempi, ma bisogna ammettere che il mondo dello spettacolo ha ancora oggi regole rigide, legate ai modelli che “vendono di più”, alle cose più cool del momento, ai “personaggi” più che ai talenti e alla bravura.
Recensione di Nessuno sa che io sono qui
Quello che rende Nessuno sa che io sono qui un grande film è prima di ogni altra cosa la sceneggiatura (scritta da Enrique Videla, Josefina Fernández e Gaspar Antillo) una scrittura accurata, piena di momenti emotivi, delicata ma che tratta un tema duro e importante, un tema che oggi ha tanto da dire e che nel film di Antillo non viene trattato in modo banale. Il tema dell’accettazione di sé in un mondo che va avanti a parametri sempre uguali, un mondo dello spettacolo, soprattutto, che ripropone e crea modelli di riferimento spesso lontani dalla realtà che penalizzano il talento puro.
Altra nota assolutamente positiva è la regia, che insieme alla fotografia regalano alla storia di Memo una connotazione dolce, malinconica, in diversi momenti sognante, e che in questo modo mettono in risalto anche i momenti di sorda rabbia e frustrazione.
Bello l’uso delle luci, dei colori, della simbologia legata all’immagine e alla cromia, che di scena in scena saprà guidare lo spettatore verso un’esperienza filmica molto profonda, di quelle che lasciano il segno.
Infine, altro punto forte del film è la colonna sonora, capitanata dalla canzone Nobody knows i’m here (Nessuno sa che io sono qui) di Carlos Cabezas, che sin dal primo ascolto non lascerà più la mente e il cuore dello spettatore, e resterà indelebile per diversi giorni a seguire. Il testo stesso della canzone scava a fondo nel tema del film, dove l’autore è costretto a negare se stesso, ma lo fa gridando a gran voce in un microfono, un contrasto che stride e ci colpisce, proprio per questo, nel profondo.
Il fulcro del film: Jorge Garcia
Inutile girarci intorno, il fulcro dell’intero film è rappresentato da Memo e quindi dalla presenza di Jorge Garcia come attore protagonista. Jorge, a parte essere perfetto per il ruolo di Memo, riesce a regalarci momenti di profonda emozione, grazie alla sua capacità di essere espressivo e intenso sia con le espressioni del viso, sia in tutte le azioni che compie davanti alla macchina da presa.
La sua mole e la forza fisica che lo contraddistinguono, sono in contrasto con il suo animo sognatore, gentile e in un certo qual modo ancora legato ai sogni dell’infanzia e al mondo magico della scena tanto agognata e mai raggiunta. Un sogno che gli è stato rubato e negato, ma che non riesce ad abbandonare il suo cuore.
Se durante il giorno Memo concia pelli di pecore, trafficando tra stalle, lana e sangue, di sera siede alla sua macchina da cucire dove confeziona mantelli colorati e vestiti da indossare durante i suoi sogni ad occhi aperti; le mani che usa per il suo rozzo lavoro alla fattoria, nella delicatezza dei momenti di solitudine si trasformano grazie a smalti glitterati e sgargianti.
Un personaggio ben scritto, autentico, originale ed incisivo, che acquista tutto il suo potere grazie alla bravura di Jorge Garcia, che risulta assolutamente perfetto in tutto.
Molto probabilmente il film avrebbe perso gran parte della sua bellezza senza Jorge, un attore che si radica ancora più a fondo nei cuori di noi appassionati di Lost che già lo amavamo nella serie che ha fatto la storia della televisione.
Speriamo che il ruolo di protagonista nel film Nessuno sa che io sono qui porti a Jorge Garcia nuove opportunità, perché è un attore che merita molta più attenzione di quanta ne abbia avuta fino ad ora.
Un film dal finale sospeso?
Per alcuni, e senza svelare niente né fare spoiler, il finale di Nessuno sa che io sono qui potrebbe sembrare un finale sospeso, potrebbe lasciare con una sottile vena di insoddisfazione, ma visto la poetica del film e il suo obiettivo, credo che sia il miglior finale che gli si possa dare. Un finale che lascia spazio alla riflessione da parte dello spettatore, e che concede a Memo il suo momento per mettere un punto e forse ricominciare.
Memo avrà la sua possibilità? La sfrutterà? Cosa succederà dopo? Non posso svelare niente di tutto questo, e per sapere come va a finire la sua emozionante storia ti toccherà guardare il film. Sono sicura che non te ne pentirai.
Nessuno sa che io sono qui è disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dal 24 giugno 2020. Il film doveva avere la sua prima mondiale il 20 aprile 2020, ma a causa della pandemia dovuta al Covid-19, e alla successiva sospensione di tutte le attività legate al mondo del cinema e in generale dello spettacolo, si è deciso di rendere disponibile il film online e di farlo uscire, a disposizione di tutti gli abbonati, direttamente sulla piattaforma Netflix.
Se hai già visto il film, o se ti incuriosisce ma non hai ancora iniziato la visione, lascia un commento qui sotto e fammi sapere cosa ne pensi di questa recensione!
La Recensione
Nessuno sa che io sono qui
Una storia emozionante, di dolore e di riscatto con protagonista Memo, un uomo che si è visto negare il sogno più grande della vita, un uomo costretto a nascondere il proprio talento ma che avrà la sua possibilità di riscatto...
PRO
- Jorge Garcia
- Sceneggiatura
- Regia e fotografia
- Colonna sonora