Niccolò Fabi torna con un nuovo singolo dal titolo Io Sono L’Altro, a distanza di tre anni dall’ultimo album inedito Una Somma di Piccole Cose. Il brano Io Sono L’Altro è il primo estratto da Tradizione e Tradimento.
Con Io Sono LAltro, Niccolò Fabi si concentra su un tema sociale molto importante, che è quello dell‘empatia verso le persone che abbiamo accanto. Ecco il significato della canzone spiegata direttamente da Niccolò Fabi.
Io Sono L’Altro – significato della canzone
Esiste un’espressione “In Lak’ech” che nella cultura Maya non è solo un saluto ma una visione della vita. Può essere tradotta come “io sono un altro te” o “tu sei un altro me”. Che si parta dalla mistica o dalla fisica quantistica si arriva sempre alla conclusione che l’altro è imprescindibile nella nostra vita e che siamo solo particelle di un tutto insondabile. Allora l’empatia diventa non solo un dovere etico, ma l’unica modalità per sopravvivere, l’unica materia che non dovremmo mai dimenticarci di insegnare nelle scuole. Conoscere e praticare i punti di vista degli altri è una grammatica esistenziale, come riuscire ad indossare i loro vestiti, perché sono stati o saranno i nostri in un altro tempo della vita. “Io sono l’altro” è anche il titolo di una delle canzoni di questo disco nuovo. Da oggi la potete sentire
Un tema molto importante, per tutti e in ogni momento storico, anche se forse al momento è ancora più importante ribadire l’uguaglianza e quello che abbiamo in comune con tutte le altre persone, e con chi ci sta accanto con i nostri stessi problemi, paure e dubbi.
Io Sono L’Altro – Testo di Niccolò Fabi
Io sono l’altro
sono quello che spaventa
sono quello che ti dorme nella stanza accanto.
Io sono l’altro
puoi trovarmi nello specchio
la tua immagine riflessa, il contrario di te stesso.
Io sono l’altro
sono l’ombra del tuo corpo
sono l’ombra del tuo mondo
quello che fa il lavoro sporcoal tuo posto.
Sono quello che ti anticipa al parcheggio
e ti ritarda la partenza,
il marito della donna di cui ti sei innamorato
sono quello che hanno assunto quando ti hanno licenziato.
Quello che dorme sui cartoni alla stazione
sono il nero sul barcone,
sono quello che ti sembra più sereno
perché è nato fortunato o solo perché ha vent’anni in meno.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti
adesso facci un giro e poi mi dici.
Io sono il velo
che copre il viso delle donne
ogni scelta o posizione che non si comprende.
Io sono l’altro
quello che il tuo stesso mare
lo vede dalla riva opposta
io sono tuo fratello, quello bello.
Sono il chirurgo che ti opera domani
quello che guida mentre dormi
quello che urla come un pazzo e ti sta seduto accanto
il donatore che aspettavi per il tuo trapianto.
Sono il padre del bambino handicappato che sta in classe con tuo figlio
il direttore della banca dove hai domandato un fido
quello che è stato condannato
il presidente del consiglio.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti
adesso vacci a fare un giro
e poi mi dici
Poesia che esprime concetti e sentimenti senza tempo che ti portano ad avere una visione quasi infinita della vita e dell’amore universale. Splendida interpretazione!
Hai detto bene Giovanni! Poesia…