Nick Cave, celebre e poliedrico artista australiano, ha espresso il proprio parere non esattamente lusinghiero e molto polemico nei confronti dell’intelligenza artificiale ChatGPT, a cui è stato richiesto di scrivere alcune canzoni.
L’intelligenza artificiale, che può essere indirizzata per impersonare lo stile di individui specifici, è stata utilizzata da Mark, un fan dell’artista, per creare una canzone “nello stile di Nick Cave”.
Nel suo blog Cave ha sezionato la canzone prodotta dal software di chatbot virale ChatGPT, definendola “una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani”.
“Basti dire che non provo lo stesso entusiasmo di tanti altri per questa tecnologia”, ha scritto. “Capisco che ChatGPT sia agli inizi, ma forse questo è l’orrore emergente dell’IA: che sarà per sempre agli inizi, poiché avrà sempre più strada da fare e la direzione è sempre avanti, sempre più veloce. Non può mai essere annullato o rallentato, poiché ci spinge verso un futuro utopico, forse, o verso la nostra totale distruzione. Chi può dire quale? A giudicare da questa canzone “nello stile di Nick Cave”, però, non ha un bell’aspetto, Mark. L’apocalisse è a buon punto. Questa canzone fa schifo”.
Cave ha continuato dicendo:
“Scrivere una buona canzone non è imitazione, o replica, è il contrario. È un atto di autoomicidio che distrugge tutto ciò che si è cercato di produrre in passato. Sono quelle partenze pericolose e mozzafiato che catapultano l’artista oltre i limiti di ciò che riconosce come il proprio io conosciuto. Questo fa parte dell’autentica lotta creativa che precede l’invenzione di una lirica unica di valore effettivo; è il confronto senza fiato con la propria vulnerabilità, la propria pericolosità, la propria piccolezza, contrapposta a un senso di scoperta improvvisa e scioccante; è l’atto artistico redentore che scuote il cuore dell’ascoltatore, dove l’ascoltatore riconosce nel funzionamento interno della canzone il proprio sangue, la propria lotta, la propria sofferenza”.
Cave, che sta scrivendo canzoni per un nuovo album con i Bad Seeds, ha aggiunto:
“Può sembrare che prenda tutto questo un po’ troppo sul personale, ma sono un cantautore impegnato, proprio in questo momento, nel processo di composizione delle canzoni. È un affare di sangue e viscere, qui alla mia scrivania, che richiede qualcosa da parte mia per iniziare la nuova e fresca idea. Richiede la mia umanità”.
Il precedente album in studio di Cave con i Bad Seeds, “Ghosteen”, è uscito nel 2019. Di recente ha fornito un aggiornamento sul nuovo album, scrivendo: “Questa è sia una buona notizia che una cattiva notizia. Buone notizie perché chi non vorrebbe un nuovo disco dei Bad Seeds? Cattive notizie perché devo scrivere quella dannata cosa”.
Che cos’è ChatGPT, l’intelligenza artificiale che non piace a Nick Cave?
ChatGPT è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer, un abbinamento di termini che solletica l’ego degli sviluppatori ma fa capire ben poco. Si tratta di un prototipo sviluppato da OpenAI, l’organizzazione non-profit di ricerca sull’intelligenza artificiale che promuove lo sviluppo delle cosiddette Ai amichevoli, ovvero delle intelligenze capaci di contribuire al bene dell’umanità, ma con un meccanismo di evoluzione soggetto a precisi controlli ed equilibri, come ha teorizzato il ricercatore Eliezer Yudkowsky.
ChatGPT in qualità di chatbot si esprime normalmente con il testo ed è in grado di fornire un livello di conversazione al pari di un umano, anzi un fine intellettuale onniscente; tanto che nelle università di diversi paesi, fra cui Stati Uniti e Australia, ne hanno già vietato l’impiego per la realizzazione di tesine o studi accademici.
Il suo segreto è legato a un sofisticato modello di machine learning, quindi una capacità di apprendimento automatico da primo della classe. Ovviamente le sue eccellenti prestazioni si devono anche al lavoro di diversi istruttori umani che hanno contribuito allo sviluppo del cosiddetto apprendimento supervisionato e apprendimento per rinforzo.
Naturalmente le risposte date non sono sempre perfette: spesso contengono ripetizioni o, magari, possono addirittura fornire dati errati o non inerenti alla richiesta. La stessa OpenAI ha specificato che alcune volte l’output è “plausibile ma errato, privo di senso”: meglio, dunque, non fidarsi ciecamente di ChatGPT. Ad ogni modo, il servizio è gratuito quindi tutti possono provarlo.
E tu cosa ne pensi di Nick Cave polemico nei confronti di ChatGPT? Dì la tua nei commenti!