Il film polacco di Netflix dal titolo “Nome in codice: Polonia“, titolo originale Kryptonim Polska, prova a portare la satira cinematografica a un nuovo livello ma non ci riesce.
Il film, scritto da Jakub Ruzyllo e Lukasz Sychowicz e diretto da Piotr Kumik, esplora un gruppo nazionalista non molto intelligente e ci ficca dentro una storia d’amore e un colpo di scena finale.
Staszek (Maciej Musialowski) è un ventenne in cerca di uno scopo nella vita. Desidera diventare calciatore, ma un infortunio gli ha impedito di intraprendere una carriera nel calcio.
Dopo aver abbandonato il suo sogno, inizia a lavorare in un’autofficina locale insieme al suo pretenzioso capo, che pur avendo soldi non pensa di assumere Staszek a tempo indeterminato o di pagargli un salario dignitoso.
Staszek è costretto a condividere una piccola stanza con sua sorella appassionata di k-pop, ma non vede l’ora di andarsene di casa e conquistare indipendenza e libertà.
Il cugino di Staszek, Roman (Borys Szyc), guida un gruppo nazionalista chiamato ZMR/RYS e incoraggia Staszek a unirsi a loro, poiché pensa che sia intelligente e possa contribuire come membro.
Staszek è l’emarginato del gruppo ed è troppo buono per compiere atti di violenza, né condivide le loro convinzioni estreme.
Nel tentativo di dimostrare la sua dedizione a ZMR/RYS, Staszek incontra Pola (Magdalena Mascianica), un’attivista di sinistra che detesta tutto ciò che riguarda il gruppo nazionalista.
Lei non sa che lui fa parte della banda, e Staszek fa di tutto per nasconderlo.
Mentre i due iniziano a frequentarsi e si avvicinano sempre di più, il segreto di Staszek diventa sempre più difficile da mantenere man mano che la relazione della coppia progredisce.
Musialowski e Mascianica hanno una grande alchimia, ma altre trame oscurano la loro storia d’amore, facendola apparire affrettata e poco sviluppata.
È un peccato, perché le scene tra i due sono tra le più piacevoli del film, ma non ce ne sono abbastanza per far appassionare lo spettatore alla loro nascente relazione.
Un altro difetto della loro storia d’amore è la prevedibilità. Già a metà film saprai come si concluderà.
Pola e Staszek sono entrambi personaggi interessanti e Musialowski e Mascianica provano a dare il massimo nelle loro interpretazioni.
Tuttavia, il materiale non riesce a creare una risposta emotiva nello spettatore e manca di mordente. Lo stesso vale per Szyc, perfetto nel ruolo di Roman ma penalizzato da una sceneggiatura poco accattivante.
Anche l’umorismo delude, con un approccio infantile alla commedia. Capisco che “Nome in codice: Polonia” miri a un’angolazione stravagante, con i nazionalisti dipinti come stupidi e sordi a tutte le vicende che ruotano fuori dal loro contesto. Tuttavia, il materiale è poco divertente, l’esecuzione potrebbe essere migliore e non è nulla che non abbiamo già visto in altri film.
“Nome in codice: Polonia” cerca anche di fare troppo, bilanciando commedia, romanticismo e numerose sottotrame. Questo porta a un ritmo irregolare e a una mancanza di direzione, che mi ha fatto perdere interesse.
Non mi sento di consigliare “Nome in codice: Polonia”. I dialoghi non funzionano, la storia d’amore tra i due protagonisti non è abbastanza approfondita e la trama del gruppo nazionalista risulta grottesca e poco divertente. Quindi no, “Nome in codice: Polonia” non vale la pena di essere visto. Se volete guardare un film migliore sullo stesso tema, vi consiglio Jojo Rabbit, film del 2019 di Taika Waititi.
E tu hai visto “Nome in codice: Polonia”? Ti è piaciuto? Dì la tua nei commenti.
La Recensione
Nome in codice: Polonia
"Nome in codice: Polonia" è un film polacco disponibile su Netflix. Delude con una trama poco coinvolgente e un umorismo infantile. La storia d'amore tra i protagonisti risulta affrettata e prevedibile, mentre la rappresentazione dei nazionalisti è grottesca e poco divertente. Il film soffre anche un ritmo irregolare e una mancanza di direzione.
PRO
- La storia d'amore è forse la parte più interessante ma viene poco sviluppata.
CONTRO
- Il film presenta un approccio infantile alla commedia, rendendo le battute poco divertenti e scontate.
- Il film tenta di amalgamare commedia, romanticismo e sottotrame multiple, dando luogo a una narrazione discontinua e disorganizzata che disorienta e allontana lo spettatore. catturare l'interesse dello spettatore.