“Oddity”: un viaggio inquietante tra orrore e mistero
“Oddity”, il secondo film diretto da Damian Mc Carthy, segue l’esperienza estremamente snervante del suo debutto, “Caveat”, ma riesce a portare il livello di inquietudine a nuove altezze.
Mc Carthy dimostra una straordinaria capacità di manipolare l’atmosfera e creare un senso di terrore che cresce gradualmente, evitando i facili spaventi improvvisi a favore di un’angoscia più sottile e persistente.
Questo approccio si traduce in una sensazione di disagio che pervade l’intero film, spesso evocata da semplici inquadrature di porte socchiuse o corridoi vuoti.
L’atmosfera e gli oggetti inquietanti
Il film inizia in modo potente, con Dani (interpretata da Carolyn Bracken) che si trova da sola in una vecchia casa di campagna isolata dal mondo esterno. In una notte tempestosa, qualcuno bussa violentemente alla sua porta in legno. Attraverso lo spioncino, Dani scorge un uomo con uno sguardo allucinato e un occhio di vetro (interpretato da Tadhg Murphy). L’uomo la avverte che ha visto qualcuno entrare in casa e che lei è in grave pericolo. Dani è naturalmente sospettosa, eppure i rumori inquietanti provenienti dal piano di sopra la mettono ulteriormente in allarme. La tensione è palpabile: si tratta di una trappola o di un avvertimento sincero?
Sorprendentemente, la narrazione fa un salto temporale di un anno, lasciando il destino di Dani avvolto nel mistero. Si scopre che è stata uccisa quella notte, ma le circostanze della sua morte rimangono oscure. A questo punto, entra in scena Ted (interpretato da Gwilym Lee), il vedovo di Dani, che visita un negozio di oggetti particolari gestito dalla sorella gemella cieca di Dani, Darcy (anch’essa interpretata da Bracken). Ted consegna a Darcy un oggetto inquietante: lo stesso occhio di vetro dell’uomo che Dani aveva visto attraverso lo spioncino. Darcy possiede un dono speciale, la capacità di “leggere” gli oggetti, e potrebbe essere in grado di scoprire cosa è accaduto realmente a sua sorella attraverso questo strano artefatto.
Il ritorno alla casa e l’uomo di legno
Mentre Ted sembra più interessato a voltare pagina, avendo già iniziato una nuova relazione con la glamour Yana (Caroline Menton), Darcy è ancora ossessionata dalla morte della sorella. Ted e Yana decidono di trascorrere un weekend nella casa di campagna, ora ristrutturata, ma Darcy fa una visita inaspettata portando con sé un misterioso cimelio di famiglia: un uomo di legno a grandezza naturale, una creazione terrificante progettata da Paul McDonnell. Il volto dell’uomo di legno è scolpito in un’espressione di agonia, con la bocca spalancata in un urlo muto. Darcy lo posiziona a tavola come se fosse un ospite pronto a cenare, e la sua presenza inquietante inizia a influenzare l’atmosfera della casa.
Durante la notte, l’uomo di legno sembra muoversi da solo, spostandosi leggermente dal luogo dove era stato lasciato. La tensione cresce quando Yana, inizialmente scettica e infastidita, si sente sempre più attratta da questa figura misteriosa, cercando di capire cosa potrebbe voler comunicare.
Atmosfera e fotografia
La casa stessa diventa un personaggio nel film, con la sua architettura quadrata e il cortile interno che creano un senso di oppressione e intrappolamento. La scenografa Lauren Kelly ha trasformato questa casa rurale in un luogo unico e inquietante, mentre il direttore della fotografia Colm Hogan sfrutta magnificamente le ombre e la luce fioca delle torce per amplificare la sensazione di disagio. Ogni angolo della casa è carico di tensione, e Mc Carthy sa esattamente come sfruttare lo spazio per aumentare la claustrofobia e l’angoscia dei personaggi.
Un cast eccellente e un finale sorprendente
Le performance degli attori mi sono piaciute, con Carolyn Bracken che si distingue nel doppio ruolo di Dani e Darcy. Le due donne, pur essendo gemelle, sono presentate come personalità completamente distinte, con posture, sguardi ed energie diverse, un aspetto che Bracken gestisce con grande abilità. Caroline Menton offre una convincente interpretazione di Yana, che passa gradualmente dall’insofferenza al terrore mentre l’influenza dell’uomo di legno cresce.
Il film si conclude con un colpo di scena finale che riesce a superare le aspettative, evitando i cliché del genere horror. L’inquadratura finale, che collega simbolicamente “Oddity” a “Caveat”, ti lascia con una sensazione di inquietudine che persiste anche dopo la fine del film. Mc Carthy dimostra ancora una volta la sua maestria nel gestire il climax narrativo, portando il film a una conclusione che soddisfa e sorprende allo stesso tempo.
Oddity uscirà in Italia probabilmente nel 2024, ma ancora non si conosce una data di uscita precisa.
La Recensione
Oddity
"Oddity" è un film che fonde abilmente elementi di horror soprannaturale, mistero e thriller psicologico, confermando Damian Mc Carthy come una voce distintiva e promettente nel panorama del cinema di genere.
PRO
- Crea un senso di inquietudine che cresce costantemente.
- Attori che rendono credibile ogni sfumatura del terrore psicologico.
CONTRO
- La narrazione lenta potrebbe non soddisfare chi cerca un horror più dinamico.