Poche ore fa si è chiusa la novantesima cerimonia di assegnazione degli Oscar .
In questi giorni, si sa, sono tutti cinefili, pronti a darsi battaglia l’un l’altro pur di sostenere il proprio film o attore/attrice preferiti. Ma se i verdetti spesso coincidono con le previsioni che di solito si fanno ad esempio dopo l’assegnazione dei BAFTA o GOLDEN GLOBES, è altrettanto vero che a volte ci regalano colpi di scena impensabili. L’unica certezza comunque è che l’assegnazione dei premi non metterà mai d’accordo tutti.
Già, ma chi è che realmente decide chi merita la statuetta più ambita del cinema?
Diventare membri dell’Academy Awards
Sicuramente tutti noi, anche chi è meno ferrato o frequenta poco il cinema, sa che gli Oscar sono assegnati dall’Academy (più precisamente Academy of motion Pictures Arts and Sciences , A.M.P.A.S. per gli amici); ma questa misteriosa entità, com’è composta e come funziona?
Prima di tutto bisogna dire che è divisa in 17 sezioni e che il blocco “Attori” è la sezione più consistente, costituendo da sola il 20% dell’associazione stessa.
I membri totali sono 6.000: diventa eleggibile chiunque abbia vinto almeno un Oscar o chi, essendo un “addetto ai lavori” viene sponsorizzato da minimo due membri ; in seguito viene invitato al consiglio d’amministrazione e acquisisce a sua volta il diritto di voto.
Ovviamente i membri dovranno sponsorizzare qualcuno che se ammesso, apparterrà alla loro stessa categoria tecnica (insomma due attori non possono sponsorizzare chessò, un direttore della fotografia) accertandosi però che questo ne sia assolutamente meritevole. Ogni membro può sponsorizzare solo una persona ogni anno.
Val la pena ricordare inoltre, che sul totale di 6.000 iscritti, il 90% è caucasico; questa percentuale è a sua volta composta dall’80% di uomini, il 50% supera i sessant’anni e il 30% è costituito da ex-nominati e vincitori,
Negli ultimi due anni si è cercato di modificare la composizione dell’Academy per renderla più eterogenea e a dispetto circa 683 nuovi invitati, il 46% è di sesso maschile e il 41% sono persone di colore. Tra loro ricordiamo John Boyega, Emma Stone, Brie Larson, Micheal B. Jordan e Nate Parker.
Le regole di ammissione alle nomitations
Per essere nominati dall’A.M.P.A.S., che ricordiamolo, è un’associazione statunitense, bisogna ovviamente seguire diverse regole. Prendiamo ad esempio la categoria “miglior film”, quali caratteristiche deve avere un ‘opera per poter essere candidata?
- Prima di tutto, il film dev’essere distribuito negli U.S.A. Entro l’anno solare precedente, quindi dal 1°gennaio al 31 dicembre e dev’essere rimasto in sala per almeno sette giorni consecutivi;questo non vale per il “miglior film straniero” poiché in quel caso ogni paese può presentare un singolo film all’anno purché abbia i sottotitoli in inglese;
- deve avere una durata superiore ai quaranta minuti;
- dev’essere filmato in 35 o 70 millimetri e con 24 o 48 frame per secondo;
A fine dicembre ogni membro riceve una scheda e l’elenco di tutti i film selezionati come papabili candidati e come già detto ognuno opera per la sezione di cui fa parte.
Diverso è per le categorie considerate minori come “”miglior film d’animazione” o “miglior film straniero” che faranno capo ad un apposito comitato di selezione.
L’unica eccezione in cui tutti i membri hanno diritto di voto è la categoria “miglior film”.
Ecco perchè ogni anno gli studios investono milioni di dollari in campagne di marketing al fine di promuovere i loro “cavalli di battaglia”.
La seconda fase della votazione
Una volta effettuato lo spoglio e resi pubblici i risultati, ecco che abbiamo le nostre nominations e da fine gennaio può patire quella che è di fatto la seconda fase della votazione per l’Academy.
I membri ricevono una seconda scheda che dovranno rendere compilata entro e non oltre il martedì precedente la cerimonia. A questo punto la società PricewaterhouseCoopers si occuperà del conteggio finale dei voti e di preparare le varie buste con i nomi dei vincitori che poi verranno aperte durante la cerimonia di consegna degli Oscar al Dolby Theater di Los Angeles.
2017: lo storico (ed esilarante) errore delle buste
Rimanendo proprio in tema di conteggio dei voti, val la pena ricordare la clamorosa gaffe di un anno fa quando per la categoria “miglior film” venne annunciato “La la Land”: tutto il cast salì sul palco e mentre i produttori del film iniziavano il loro discorso di ringraziamento, alle loro spalle più di un volto iniziò a sbiancare. Via vai di tecnici, bisbigli e facce sgomente (tranne Ryan Gosling, fortissimo, che a fatica cercava di soffocare le risate).
La busta non era quella giusta: il miglior fil era in realtà “Moonlight”.
Le nuove regole per gli Oscars 2018
Ora oltre all’ilarità per una situazione che non si era mai verificata in ottantanove anni e le varie battutine del tipo: “E’ stato Leo DiCaprio a scambiarle, si è vendicato”, le conseguenze non furono leggere. Il caso ebbe una grande risonanza a livello mediatico e la Pricewaterhousecoopers richiò di perdere quello che era probabilmente il suo incarico più prestigioso.
Alla fine la società di elaborazione dati se la cavò licenziando i due dipendenti che quella sera erano responsabili delle buste, sostituendoli con due nuovi collaboratori. Ad affiancarli nella gestione delle buste, quest’anno ci sarà direttamente il presidente di PwC, Tim Ryan.
Tutti e tre parteciperanno sia alle prove che alla cerimonia preparandosi ad affrontare qualsiasi tipo di errore. Inoltre nessuno di loro potrà utilizzare in alcun modo gli smartphone onde evitare ulteriori e deleterie distrazioni.
Sul palco, ogni presentatore, dovrà poi confermare di aver ricevuto la busta della categoria esatta.
Buoni Academy Awards a tutti e che il cinema sia con voi!