Ora che le nomination per gli Oscar 2024 sono andate in scena si ha un quadro più completo di tutti gli attori candidati nella categoria miglior protagonista.
Molti i grandi esclusi quest’anno ma altrettanti i grandi nomi in lista per vincere la statuetta d’oro.
Vediamo di chi si tratta e il ruolo per cui sono candidati.
Oscar 2024 miglior attore protagonista
Bradley Cooper, Maestro
Uno dei candidati nella categoria “Miglior attore protagonista” è Bradley Cooper che all’età di 49 anni è all’apice della sua carriera. L’attore infatti è ora pronto ad affrontare la notte degli Oscar dove il suo film ha ottenuto ben sette nomination, tra cui proprio quella di attore protagonista.
“Maestro” è l’apoteosi di un leader che guida e bacchetta anche se lo stesso Bradley Cooper non credeva avrebbe visto mai la luce: “Non mi ero spinto tanto in là con l’immaginazione. Quando ho ricevuto il copione di questo progetto ero fuori di me dalla gioia ma non perché fosse legato nuovamente alla musica. Quella è stata una coincidenza”.
Il livello di difficoltà aumenta se si pensa che comunque la storia vera è tratta dal memoir della moglie di Bernstein.
“Prima di leggere la sceneggiatura, ammette Cooper, non sapevo granché della storia, ma ho trasformato quest’ignoranza in stimolo. Tutto è diventato una scoperta, senza preconcetti: volevo umanizzare i personaggi e scavare nelle loro verità. Mi ha colpito, comunque, come il maestro non amasse le etichette e quanta frustrazione abbia provato in vita sua quando ne spuntava fuori una nuova”.
Molto duro anche il modo in cui Bradley si è preparato per interpretare il ruolo del protagonista.
“Per tre anni e mezzo dopo aver messo mia figlia Lea a letto, andavo dietro le quinte della Filarmonica di New York per assistere alle esibizioni. Ero nel backstage varie serie a settimana a guardare il direttore d’orchestra. E poi guardavo e riguardavo il video di Leonard che dirigeva il concerto che io metto in scena per sei minuti nel film. Sul set c’erano consulenti, esperti e musicisti e io volevo essere fedele a Lenny, rendergli omaggio. Ho lavorato anche con un vocal coach, lo stesso che mi ha aiutato con A star is born e che segue, tra gli altri, anche Leonardo DiCaprio”.
Cosa abbia a che fare la voce con il resto lo spiega subito dopo: “Il maestro aveva una deviazione del setto nasale, fumava e io l’ho ritratto in varie fasi della sua vita”.
L’obiettivo di questo grande lavoro è infatti quello di fare in modo che lo spettatore avesse l’idea di guardare il concerto e crederci.
Colman Domingo, Rustin
Colman Domingo è stato candidato per la prima volta agli Oscar per il suo ruolo da protagonista in “Rustin” il film biografico diretto da George C. Wolfe su Bayard Rustin, attivista per i diritti civili apertamente gay.
Domingo recita da anni, recentemente in progetti molto diversi come Euphoria della Hbo e il nuovo adattamento musicale de Il colore viola.
Con “Rustin”, tuttavia, è riuscito ad allontanarsi dai ruoli di supporto per cui è noto sullo schermo e a diventare protagonista della pellicola.
Il biopic, prodotto dalla casa di produzione degli Obama, Higher Ground, vede nel cast anche Chris Rock, Jeffrey Wright, candidato per “American Fiction”, e Da’Vine Joy Randolph, candidata per “The Holdovers – Lezioni di vita”.
Il film è molto intimo e personale e racconta di questa persona che ha fatto tanto e ha dato tanto per le libertà civili.
L’attore al momento della nomination ha dichiarato:
“Si è trattato di un momento di gratitudine, una gratitudine profonda, per il fatto che qualcuno mi avesse affidato questo lavoro, soprattutto sapendo che proveniva dagli Obama e dalla Higher Ground e da Bruce Cohen e George C. Wolfe. Ma ho anche pensato di essere un po’ impaurito, perché questa è un’opportunità unica, non solo per essere protagonista del film, ma anche per il modo in cui avrei dovuto essere protagonista di questo film”.
Il lavoro di Colman è stato quello di rispettare il materiale, in modo da poter guidare il film ed essere l’anima della produzione.
“Sapevo che era un’opportunità unica per dare tutto quello che avevo, per far uscire dall’ombra della storia questo eroe americano, che è stato così emarginato, e so che sarebbe molto felice che ad interpretarlo sia un uomo apertamente gay”.
Paul Giamatti, The Holdovers – Lezioni di Vita
Paul Giamatti è un attore poliedrico che negli anni ci ha abituato alle performance più diverse, da giovane scrittore in crisi nella Valley wine californiana in “Sideways”, all’innamorato e dipendente da alcol in “La Versione di Barney”, fino al procuratore senza scrupoli di “Billions”.
In “The Holdovers – Lezioni di Vita” indossa un occhio artificiale che gli dona un aspetto tra il creepy e il buffo, proprio come il suo personaggio deve essere, un burbero dal cuore d’oro semplicemente irresistibile.
Un film che rompe i tabù della solitudine, ambientato negli anni ’70: il regista Alexander Payne, racconta la storia di come un trio composto da un professore, un alunno e la manager della mensa di un campus universitario che si ritrovano a passare forzatamente le vacanze di natale insieme.
Proprio come una famiglia disfunzionale irresistibile, dove i ruoli si mescolano e i dolori vengono a galla, anche brutalmente, per riuscire a farci i conti, questi tre diversissimi individui si aiuteranno a vicenda per capire come andare avanti nella vita.
Una pellicola che affronta con delicatezza il tema della salute mentale, della paura, dell’isolamento e del bisogno di amore.
Cillian Murphy, Oppenheimer
A interpretare il discusso fisico statunitense sullo schermo c’è Cillian Murphy: l’attore irlandese è stata la prima scelta del regista Christopher Nolan per questo ruolo, e solo in un secondo momento si sono aggiunti al cast gli altri attori.
Non è solo la somiglianza fisica con lo scienziato protagonista del film ad aver convinto Nolan a dare con così tanta sicurezza la parte a Murphy. L’attore, incredibilmente prolifico fin dagli inizi della sua carriera, ha dimostrato più volte di poter fare la differenza nel determinare il successo di un progetto, grazie al suo sguardo, al suo carisma, alle sue capacità recitative.
Lo ha fatto ad esempio nel 2022, trasformando l’horror low budget di Danny Boyle “28 giorni dopo” in un autentico cult di genere. E lo ha fatto, più di recente, con Peaky Blinders, serie di grande successo in cui Murphy interpreta il protagonista Thomas Michael Shelby.
Anche Florence Pugh, che nel film interpreta la psichiatra Jane Tatlock, uno dei più grandi amori di Oppenheimer, ha lodato Murphy.
“Chris ha trovato in Cillian uno dei protagonisti più incredibili. È un attore che guardo da un po’ di tempo e con il quale ho disperatamente cercato di lavorare per anni. Dovresti essere pazzo per dire di no. È stata davvero una delle migliori esperienze che ho avuto. Lavorare con lui è stato davvero impressionante. Ogni singolo giorno si presenta conoscendo ogni singolo possibile modo, intonazione, inflessione di come dare vita a questo personaggio. Questo è stato enormemente impressionante per me. C’è una ragione per cui è uno dei grandi”.
Per assumere le sembianze di Oppenheimer, Murphy ha anche seguito una rigida dieta che Emily Blunt, ha definito in un’intervista “un’impresa monumentale. E poteva solo mangiare, tipo, una mandorla ogni giorno”.
Jeffrey Wright, American Fiction
Dopo l’annuncio delle nomination, sappiamo che agli Oscar 2024 farà parte della cinquina finalista anche il film “American Fiction” CON Jeffrey Wright nominato come “miglior attore protagonista”. Questo nonostante sia rimasto relativamente lontano dai riflettori dell’interesse del pubblico.
Il film è ispirato al romanzo “Erasure” di Percival Everett, pubblicato nel 2001 e non tradotto in Italia e racconta di un professore/romanziere frustrato, che scrive un libro pieno di storie stereotipate sulla miseria degli afroamericani. Il volume però si rivela un successo e il suo autore guadagna un sacco di soldi, suo malgrado.
La performance di Wright è riuscita a impressionare più meno chiunque abbia visto il film e per questo gli è valsa anche la candidatura agli Accademy Awards di quest’anno.