All’inizio Pálpito mi ha preso un sacco. La premessa è affascinante. Trattare in una Serie TV il pericoloso traffico di organi è abbastanza originale e intrigante. Purtroppo perde di credibilità quando, per romanzare il tutto, include la teoria della memoria cellulare nella trama. Questa teoria sostiene che alcuni frammenti di memoria vengano memorizzati anche in cellule esterne al nostro sistema nervoso centrale. Si riferisce quindi alle cellule del cuore. Al momento però, questa teoria non viene validata dalla scienza. Questo fa perdere un po’ di credibilità alla serie, portando elementi sovrannaturali all’interno della storia. Quindi Pálpito ti darà l’idea di essere a volte una telenovela, altre volte un thriller, altre ancora un horror con elementi sovrannaturali. Questo mix potrebbe creare confusione nella testa dello spettatore.
Dopo aver introdotto la recensione con quello che mi ha fatto storcere il naso, ti illustrerò questa serie nel suo insieme, così saprai se varrà la pena guardare tutti i 14 episodi della durata di 45 minuti circa ciascuno.
Pálpito è una serie TV che sposa il formato telenovela. La sua storia è assurda e coinvolgente, ma è anche stranamente familiare. Sembra una sorta di Romeo e Giulietta. Piccola curiosità: uno dei membri del cast (Juan Fernando Sánchez nei panni di Sarmiento) gioca con la letteratura per giustificare le sue azioni.
Pálpito è stata scritta dal celebre drammaturgo venezuelano Leonardo Padrón, che qui tenta di ricreare la magia che ha reso celebre il precedente adattamento “RBD: La Familia”. Anche se è vero che Pálpito vanta un cast di grande talento ed è piena di colpi di scena, la serie soffre di trame contorte che a volte sembrano artificiose, anche per il mondo delle telenovelas. L’atmosfera dello show è ciò che funziona meglio. Pálpito è incredibilmente cinematografica e Padrón ha applicato una buona tavolozza di colori allo scenario circostante. Ambientata in una città immaginaria chiamata Telchac, in Messico, Pálpito si svolge in un mondo che sembra un mix tra passato e modernità. Forse è per via di questa estetica che sono riuscito a vederla sino alla fine. Oltre che per la canzone della colonna sonora “In a Heartbeat” di Cavendish Music, che non vedevo l’ora di ascoltare durante l’inizio di ogni episodio.
Il problema più grande di Pálpito è che sembra troppo una telenovela. Non so quanti di voi riusciranno a guardare questa serie per 6 ore, soprattutto considerando il palinsesto disponibile su Netflix. Devo dire che è anche una delle poche telenovelas presenti su Netflix, quindi potrebbe attirare i fan del genere. Le persone che amano il realismo, non si troveranno a loro agio con Pálpito, ma coloro che cercano qualcosa di simile alle telenovelas di un tempo, con un sacco di drammi, scenari e personaggi esagerati, potrebbero sentirsi appagati durante la visione. Non è simile al Segreto perché Pálpito è, al suo interno, una storia di vendetta e redenzione, ma sono sicuro che ti appassionerà.
E tu hai visto Pálpito? Dimmi cosa ne pensi della prima stagione attraverso i commenti.
La Recensione
Pálpito
La chiave per godersi Pálpito è capire il suo posto nel genere delle telenovelas e il suo contesto all'interno della cultura venezuelana. Le telenovelas sono progettate per essere sopra le righe in modo che gli spettatori possano sintonizzarsi ogni giorno della settimana (e talvolta ogni notte) per vedere cosa accadrà nell'episodio successivo. In questo caso il binge watching potrà durare pochi giorni, dato che su Netflix sono già disponibili tutti gli episodi della prima stagione. Se sei un fan del genere, apprezzerai un sacco questa serie. Ma anche se ti piacciono le storie crime. A mio avviso la serie mantiene l'attenzione dello spettatore solo perché fa luce sul racket illegale dei trapianti di organi e su come viene gestito.
PRO
- Fa luce sul racket illegale dei trapianti di organi e su come viene gestito
- I fan delle telenovales l'apprezzeranno
CONTRO
- Fa un po' di confusione...
- mixando troppi generi all'interno di una serie TV
Semplicemente magnifico, inutile volerci trovare difetti, sono tutti superati da come si intrecciano le scelte, perché alla fine tutto, la vista stessa, è tutto un susseguirsi di scelte.
Tanti film in uno: thriller, telenovela, poliziesco, sentimentale, con cenni di commedia. Quanto alla “memoria del cuore”, anche alla luce delle visioni della protagonista, direi che non si è assolutamente voluta avvalorare alcuna teoria scientifica ma si è solo voluto inserire un ulteriore genere: il sovrannaturale. Accattivanti i commenti musicali e la fotografia. La sceneggiatura e la logica, talora, zoppicano. Complessivamente, comunque, vale la pena di vederlo, se non si pretende il massimo da nessuno dei generi citati.
Vero Andrea 🙂 molto interessante il tuo commento. Tra l’altro ora Pálpito è la serie TV più vista in questo momento in Italia.