Sono ufficialmente partite a Philadelphia le riprese di “Creed 2”. Come protagonisti assoluti ritroviamo Michael B. Jordan nel ruolo di Adonis “Donnie” Creed e ovviamente, l’inossidabile Sylvester Stallone nei panni del mitico Rocky Balboa.
Nuovo film, vecchie conoscenze
Dietro la macchina da presa troviamo Steven Capler Jr. subentrato a Ryan Coogler (già regista di “Creed”) a cui Stallone aveva a sua volta affidato la regia; dopo la prima stesura dello script, l’attore italo-americano infatti, aveva deciso di non dirigere il film per questioni “generazionali”.
In “Creed 2” vedremo Adonis destreggiarsi tra la vita di tutti i giorni e il ring affiancato e supportato da “zio” Rocky. Ancora non sappiamo a causa di quali dinamiche ma ad un certo punto i due si troveranno ad affrontare ognuno i propri fantasmi del passato, fantasmi che avranno il volto spigoloso di Ivan Drago (Dolph Lundgren) ma non solo. A quanto pare il vecchio Ivan ha messo al mondo un pargolo, muscoloso, musone e sovietico quanto lui, ed ecco che scatta la doppia sfida: Creed Jr. contro baby Drago sul ring, Rocky (di nuovo) contro papà Drago agli angoli. Pupilli e mentori in un match che non è solo boxe.
Ivan Drago, se qualcuno di voi fosse nato su un altro pianeta e non lo sapesse, è colui che più di trent’anni fa uccise sul ring, Apollo, padre di Adonais e migliore amico (nonché storico ex-rivale) di Rocky. Facile immaginare quindi il rancore del ragazzo e il grande senso di colpa che negli anni ha oppresso il vecchio pugile, nonostante la gloriosa vittoria in terra sovietica in quel “Rocky IV” che fu metafora ed emblema della guerra fredda.
La boxe come metafora della vita
Tornare alle origini per riscoprire ciò che ti ha reso un campione in primo luogo, e ricordando che, non importa dove vai, non puoi sfuggire alla tua storia
Questa la sinossi stringata del film, perché se c’è una cosa che la saga di “Rocky” ci ha trasmesso in più di quarant’anni, è la visione della boxe non come sport fine a se stesso, ma come allegoria della vita; capitolo dopo capitolo Stallone ci ha raccontato una parabola umana: la voglia di riscatto, la lotta per emergere, il successo, i lutti, il declino, la disperazione, la solitudine, la malattia e ancora, la volontà di andare avanti, nonostante tutto. È questo che rende “Rocky” un eroe epico della nostra epoca ed è questo che gli ha permesso di rimanere sempre attuale, di non scadere nel ridicolo, mai. Ed è con la stessa onestà che ora promette di dare pace al giovane Creed, che si troverà probabilmente ad affrontare il lutto mai elaborato per un padre mai conosciuto e che lo porterà a chiedersi per cosa vale la pena di battersi davvero.
Oltre a Sylvester Stallone, Michael B. Jordan e Dolph Lundgren, ritroveremo Tessa Thompson nel ruolo di Bianca, fidanzata di Adonis e al suo esordio, il pugile-modello di origine rumena, Florian Munteau nei panni di baby Drago (portate pazienza, non ha ancora un nome!).
C’è una domanda però che assilla più delle altre i fan come me: Ivan Drago negli anni si è mai pentito per l’uccisione di Apollo? Lo vedremo in veste più “umana”?
Per avere le risposte non ci resta che aspettare: l’uscita di “Creed 2” nelle sale americane, è prevista per il 21 Novembre prossimo.