Il prequel del film “X” di Ti West, “Pearl” ci trascina in un sinistro paesaggio psicologico e terrificante.
Una fresca e leggermente sconcertata Mia Goth dà vita a Pearl, una normale ragazza di campagna che vive nel 1918, mentre il marito è lontano a combattere nella Grande Guerra. Si prende cura dei suoi anziani genitori, va al cinema muto quando può, nutre il bestiame e chiacchiera con il suo amico, un’anatra chiamata Mr. Deuce. Bacia appassionatamente uno spaventapasseri e, casualmente, infilza Mr. Deuce con un forcone (mi dispiace mister Deuce), per poi darlo in pasto a un alligatore del laghetto vicino a casa sua. Sogna il corpo del suo marito che salta su una mina.
Pearl, come avrai capito, non è una ragazza come le altre (“Sono speciale”, sussurra a nessuno in particolare). In “X“, Goth fa un doppio ruolo, interpretando Maxine, un’aspirante attrice porno un po’ stravagante, e la sua alter ego Pearl, l’anziana proprietaria omicida della tenuta dove la troupe sta girando il debutto di Maxine, “The Farmer’s Daughters”.
Nonostante “Pearl” condivida lo stesso universo cinematografico di “X”, è un film di gran lunga superiore, meno legato all’omaggio ermetico ai film horror tipico di West. Il film è un tripudio di colori primari, condito da un intertitolo scritto a mano con il nome del film tra virgolette, e caratterizzato da una rara e intensa colonna sonora orchestrale, grazie al lavoro di Tyler Bates e Tim Williams.
Il film Pearl riesce ad illustrare perfettamente una mente che lentamente precipita nella follia. I dialoghi non sono solo enfatici, ma direi quasi contorti: “il male marcisce dentro di te”, afferma la severa madre tedesca di Pearl (Tandi Wright), dando vita a una sequenza che farà la gioia dei fan delle lotte parentali sanguinose. “Pearl” può essere descritto come un film che incarna l’ossessione del suo personaggio principale, con tutti gli altri personaggi che ruotano attorno al vortice della sua mente.
Quando ho visto la carcassa di maiale infestata di vermi che giace sulla veranda ho pensato: “come mai i visitatori non sembrano interpretarla come un chiaro avvertimento?” Comunque la guardano in modo strano, quindi qualcosa l’hanno capita.
Co-sceneggiatrice insieme al regista, Goth è la stella del film, dimostrando un’energia verbale e un’aderenza alla realtà che non è stata in grado di mostrare finora. Le sue guance da bambina e la sua recitazione un po’ distante non sono mai state così efficaci, e Goth sfrutta al meglio un lungo e graffiante monologo, in cui nasce un nuovo mostro dell’orrore. “Pearl” è quella rara storia delle origini in cui assisti alla nascita del male in tempo reale.
E tu hai visto Pearl? Ti è piaciuto? Dì la tua nei commenti. Io ho deciso di dare 8 a questo film. Sei d’accordo?
La Recensione
Pearl
"Pearl", prequel del film "X" di Ti West, vede Mia Goth nel ruolo di una ragazza di campagna del 1918 che si trasforma lentamente in un serial killer. Il film, vibrante di colori e con una colonna sonora intensa, racconta l'evoluzione della psiche di Pearl con dialoghi incisivi e scene potenti. Goth offre una performance convincente, facendo emergere un nuovo mostro dell'orrore in questa affascinante storia.
PRO
- "Pearl" offre una straordinaria interpretazione di Mia Goth, mettendo in luce il suo talento unico.
- Il film colpisce con i suoi colori vivaci e una colonna sonora intensa che cattura l'attenzione.
- La trama di "Pearl" è affascinante, offrendo una rara e dettagliata storia delle origini di un mostro dell'orrore.
CONTRO
- Il dialogo, pur essendo incisivo, rischia a tratti di risultare eccessivamente drammatico e forzato.