Perché “Everything Everywhere All at Once” ha vinto così tanti Oscar? L’opera diretta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert ha trionfato alla notte degli Oscar 2023 vincendo ben 7 Academy Awards su 11 nomination, compresi quelli come Miglior Film e Miglior Regia.
La pellicola è assolutamente folle si tratta infatti di un film d’azione, diverso però da qualsiasi altra cosa vista al cinema fino a questo momento. Scopriamo perché “Everything, everywhere all at once” ha vinto così tanti premi.
Perché “Everything Everywhere All at Once” ha vinto così tanti Oscar: l’interpretazione di Michelle Yeoh
Uno dei motivi per cui “Everything Everywhere All At Once” ha vinto così tanto è proprio per l’interpretazione di Michelle Yeoh vincitrice a sua volta di un Oscar più che meritato che è il cuore e l’anima del film. Il suo ruolo nella pellicola è quello di Evelyn Wang, una donna di origini cinesi ma residente in California, proprietaria di una lavanderia a gettoni, che finisce in una sorta di multiverso immenso e sconcertante.
Il film infatti esordisce mostrandoci Evelyn alla vigilia di una revisione contabile di cruciale importanza, mentre affoga nelle fatture, ignora l’insoddisfatto marito Waymond (un superlativo Ke Huy Quan), cerca di soddisfare le esigenze del suo petulante padre e redarguisce la figlia Joy.
In men che non si dica, si ritrovano tutti in un ufficio illuminato da tubi fluorescenti, sotto lo sguardo inquisitorio di una sinistra ispettrice del fisco (Jamie Lee Curtis), ma ecco che si verifica un’anomalia nella matrice: Waymond si avvicina a Evelyn per dirle che non è più suo marito, solo che non si tratta esattamente di lui, bensì di una sua versione proveniente da un universo parallelo. Il multiverso, la informa, è minacciato dalla nefanda Jobu Tupaki, un’iterazione malvagia di Joy, e solo Evelyn può fermarla. E da quel momento dovrà imparare a spostarsi nel multiverso passando da una versione all’altra di sé stessa.
Una sequela di trovate esilaranti
Un altro elemento che ha portato alla vittoria della pellicola di Kwan e Scheinert è il fatto che guardando il film si viene risucchiati in un vortice di battaglie a colpi di kung-fu, scenografie isteriche, colpi di scena da far venire la pelle d’oca e molte sequenze semplicemente ridicole ma che tengono lo spettatore incollato allo schermo.
In uno dei vari universi, ad esempio, tutti hanno hot dog gommosi al posto delle dita, mentre, in un altro, Evelyn e Joy assumono la forma di rocce mentre affrontano una toccante conversazione sul significato della vita. In tutta questa follia, però, si ha la netta impressione che ci sia un metodo.
Questo è un film infatti, in cui tutto è in qualche modo collegato anche se non notare questi rimandi intertestuali, non toglie alcun piacere alla visione del film, che risulta ugualmente avvincente.
Il film è poi anche inaspettatamente commovente. Al di là delle assurdità di cui è costellata, questa è pur sempre la storia di una madre e di una figlia il cui rapporto si è incrinato, rendendole incapaci di esprimere i loro veri sentimenti. È anche una riflessione sul potenziale inutilizzato presente in ognuno di noi.
Un film che ridà fiducia nel futuro del cinema
“Everything Everywhere All At Once” pone lo spettatore di fronte a grandi domande esistenziali, ma, vederlo al cinema è un’esperienza che rende ottimisti. Nel corso di una sola sequenza, il pubblico passa da risate fragorose a salti di terrore, fino ad arrivare a un silenzio riflessivo.
Alla fine, ci si ritrova con un rinnovato senso di fiducia nell’industria cinematografica. Il film è la prova che ci sono ancora autori disposti a scrivere storie fuori dagli schemi, straordinariamente originali, e che c’è ancora un pubblico in grado di apprezzare a questo genere di narrazioni.
Un vero trionfo al box office
Il grande successo agli Oscar di “Everything Everywhere All At Once” è dovuto anche senza dubbio alle cifre del botteghino. Il film ha già incassato oltre 100 milioni di dollari a livello globale, un risultato impressionante per un film d’autore costato poco per gli standard americani: 14 milioni di dollari.
Un tale successo dovrebbe far riflettere e “Everything Everywhere All At Once” ha dimostrato che un film, se è un buon prodotto, intelligente e audace, può trasformarsi in un vero successo.
E tu, cosa ne pensi del perché “Everything Everywhere All at Once” ha vinto così tanti Oscar? Lascia un commento
È un film tremendo stupido all’infinito incomprensibile metà parlato in cinese, riguardo alla critica risate fragorose non le ho sentite ne applausi penso la ultimamente le giurie o sono cieche o sono colpite dal political correct, in ultimo il premio Oscar non è più credibile ne influenzabile e solo una bella parata per gli stilisti