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La recensione dettagliata per Barriere:
Dopo aver vinto il Tony Awards con Broadway, Denzel Washington e Viola Davis si sono ritrovati per una versione cinematografica della storia ideata dal vincitore del premio Pulitzer, August Wilson. La trama esplora l’esperienza di una famiglia della classe operaia afro-americana nel 1950 e raggiunge l’apice quando ci spiega l’importanza del rapporto tra marito e moglie, qualcosa che trascende facilmente i temi razziali.
A Pittsburgh, il netturbino Troy (Washington) è orgoglioso di essere in grado di mantenere la moglie Rose (Davis) ed il figlio adolescente Cory (Jovan Adepo), che vuole frequentare l’università ed ottenere una borsa di studio per il calcio. Ma Troy pensa che questo non sia necessario, e gli proibisce di giocare nella squadra. Troy deve anche provvedere all’altro figlio di Rose, Gabriel (Mykelti Williamson), che vive da solo, ed al suo figlio maggiore Lyons (Russell Hornsby), che ha bisogno regolarmente di denaro per ricaricare il suo reddito da musicista. Mentre si costruisce lentamente un recinto nel cortile sul retro, Troy inizia a riflettere sulle ingiustizie che deve affrontare, ed accusa la cultura bianca per questo.
Il dialogo di Wilson è accentuato e splendido, con un anello poetico in stile Shakespeare più moderno, che esplora dei problemi enormi con giochi di parole intelligenti e monologhi epici. Mentre Troy continua a ribadire di come la sua vita da uomo di colore sia dura, l’interazione sottolinea che il suo problema principale è in realtà il suo bisogno di essere in controllo di tutti quelli che stanno intorno a lui. Questo rende Troy sempre più sgradevole, e Washington lo risalta perfettamente nella sua abile performance. Diventa difficile non essere spostati emotivamente dalle sue parole. Al contrario, Davis è molto più intima e Rose è il cuore e l’anima del film. Come la storia va avanti, diventa il personaggio principale, e Davis si guadagna l’oscar grazie alle scene devastanti che sono pura potenza cinematografica.
I personaggi circostanti sono ugualmente molto forti, tipo Adepo, che offre una bella performance in un ruolo assai difficile. Forse il minutaggio eccessivo non gioca a favore del film, ma la sceneggiatura è così robusta, importante, ed estremamente rilevante per tutto il pubblico, che richiede di essere vista. L’opera di Wilson è così bella che riesce chiaramente a resistere alla prova del tempo.
La scena di Troy che costruisce quella recinzione fuori da casa sua ci trasmette un significato:
“Alcune persone costruiscono recinti per tenere la gente fuori, ed altre persone costruiscono recinti per tenere la gente dentro.”
Fences è una grande storia intima di Troy Maxson (Denzel Washington) e della sua cerchia affiatata di amici e parenti. Questo piccolo gruppo di personaggi ci spiega di come la comunità nera sia arrivata – nel tempo – a superare i pregiudizi razziali. Si tratta di una bella conversione cinematografica dell’opera di Wilson.
La Recensione
Il Verdetto su Barriere
<p style="text-align: justify;">"Alcune persone costruiscono recinti per tenere la gente fuori, ed altre persone costruiscono recinti per tenere la gente dentro." Fences è una grande storia intima di Troy Maxson (Denzel Washington) e della sua cerchia affiatata di amici e parenti. Questo piccolo gruppo di personaggi ci spiega di come la comunità nera sia arrivata - nel tempo - a superare i pregiudizi razziali. Si tratta di una bella conversione cinematografica dell'opera di Wilson.</p>