Titolo: Civiltà Perduta
Regista: James Gray
Cast: Charlie Hunnam, Robert Pattinson, Sienna Miller, Tom Holland, Angus Macfadyen, Daniel Huttlestone, Aleksandar Jovanovic, Edward Ashley.
Anno: 2017
Genere: Avventura
Durata: 141 minuti
[review]
Il fatto di essere basato su una storia vera è il punto forte di Civiltà Perduta. Infatti è l’aspetto storico di questi eventi che riesce a conquistare lo spettatore, anche se il regista non interpreta al meglio il film. Ci sono personaggi vividi e situazioni piuttosto sorprendenti, ma la struttura dello script è troppo frammentata per dare il giusto slancio alla storia.
La trama di Civiltà Perduta
Siamo a Londra nel 1906, dove Percy Fawcett (Charlie Hunnam) è stato scelto per accompagnare una spedizione geografica nelle giungle sul confine della Bolivia e del Brasile. In quel frangente, un intrepido Costin (Robert Pattinson), scopre i segni di una grande Civiltà Perduta, che definisce Z, l’ultima impresa dell’umanità. Tornato in Inghilterra, si riconcilia con la moglie Nina (Sienna Miller), e pianifica un viaggio di ritorno con Costin ed il ricco benefattore Murray (Angus MacFadyen) per trovare questa civiltà pre-europea andata perduta. Lo scoppio della Grande Guerra ritarda la spedizione di Percy nel Sud America, quindi si dirige al fronte per combattere. Successivamente, organizza una spedizione finale per trovare Z, accompagnato da suo figlio – ormai adulto – Jack (Tom Holland).
Una storia favolosa raccontata male…
La sceneggiatura ha semplificato i tentativi di Percy di trovare Z, che in Italia viene definita la Civiltà Perduta (effettivamente ha viaggiato in Brasile circa 10 volte). Ma i tre viaggi qui descritti cominciano a sentirsi stranamente ripetitivi, spezzati da scene noiose – prese in prestito da qualche soap di cattivo gusto – ambientate in Gran Bretagna. Sia chiaro, tutte queste sequenze sono ben riprese ed interpretate, ma l’impatto complessivo diminuisce per via di questi avanti e indietro. Molte delle lunghe sequenze in Europa non fanno altro che enfatizzare l’ansia di Percy che non vede l’ora di trovare la Civiltà Perduta. Hunnam è terribile in questo ruolo – anche in King Arthur non aveva fatto meglio – e sembra non riuscire a gestire le situazioni del suo personaggio, non scomponendosi nemmeno davanti ad un fallimento. Patterson e Macfadyen aggiungono una certa consistenza come due colleghi fedeli ed oppressivi, ma è il carisma silenzioso di Holland a rubare la scena a tutti.
Me la prendo con il regista, che è anche lo sceneggiatore
La storia originale è fantastica e meritava di essere raccontata, ed il regista James Gray riesce solo a ricreare il contesto generale. D’altra parte, non si avvicina mai ad affrontare i temi più importanti della colonizzazione o dello sfruttamento, e non ci sono viaggi emotivi in cui il pubblico potrebbe sentirsi partecipe. Inoltre il film non riesce a ricreare quel senso di meraviglia e magnificenza su ciò che Fawcett ha scoperto… ed il suo script è pieno di buchi che fanno innervosire lo spettatore…. e pure me. Chi era il popolo della Civiltà Perduta? Come funzionava la loro civiltà? Perché scomparvero?… Per via di queste crepe nella trama è difficile capire perché Fawcett sia letteralmente ossessionato da questa civiltà.
Invece Gray si concentra in modo implacabile sugli aspetti più noiosi e pericolosi dei viaggi, della loro sofferenza oppure ritorna a Londra proponendo dei snervanti cliché razzisti e sessisti.
Non lasciatevi ingannare dal titolo, perché qui l’unico che si è perso è il regista, perché questo film è il risultato pigro di ricreare una scoperta emozionante.
La Recensione
Il Verdetto su Civiltà Perduta
Non lasciatevi ingannare dal titolo, perché qui l'unico che si è perso è il regista, perché questo film è il risultato pigro di ricreare una scoperta emozionante.