TITOLO: Turner
TITOLO ORIGINALE: Mr. Turner
REGISTA: Mike Leigh
CAST: Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville, Martin Savage
PAESE: Regno Unito
ANNO: 2014
DURATA: 149 minuti
TRAMA:
Il film narra la storia di William Turner (Timothy Spall), noto pittore britannico vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800.
William vive con il padre, a cui è molto affezionato, e la governante. E’ sposato ed ha delle figlie ma, data la sua apatia e la sua scarsa affettività verso esse, non le considera minimamente e non se ne prende cura, trattandole anzi con freddezza e distaccato contegno, quasi come se fossero estranee.
Dopo la morte del padre rimane molto abbattuto e resta a vivere con la devota governante da cui è segretamente amato ma verso la quale non prova alcun sentimento: la utilizzerà solamente per dar sfogo ai suoi impulsi sessuali.
Nel frattempo viaggia molto, con lo scopo di visitare luoghi da cui prendere spunto e trovare poi ispirazione. Dipinge spesso e le sue opere sono molto ammirate da alcuni e, tuttavia, molto criticate da altri. Soprattutto nell’accademia che frequenta, la Royal Academy of the Arts.
Durante uno dei suoi spostamenti si affeziona alla vedova Booth che gestisce una pensione a Margate. I due passeranno diverso tempo assieme e alla fine andranno a convivere nel quartiere londinese di Chelsea dove morirà, nel 1851.
COMMENTO:
Per carità, che Turner sia un film basato sulla vita di un pittore, si nota eccome. Non c’è da meravigliarsi che la pellicola abbia ricevuto quattro candidature Oscar, tra cui miglior fotografia, miglior scenografia e miglior costumi. Le riprese sono fantastiche e, già dai primi minuti, pare di essere all’interno di un quadro grazie al gioco di colori e alla luminosità con cui i tecnici e il regista si sbizzarriscono.
Timothy Spall ha un’espressività sbalorditiva e riesce a mettere in evidenza tutte le caratteristiche del personaggio (il cinismo, l’ironia, l’intelligenza, l’orgoglio, la freddezza, l’essere burbero,…). Di questo riconosciamo senza dubbio la capacità artistica anche se, va sottolineato con una certa dose di disprezzo, non pare essere sempre un modello di perfezione per quel che riguarda la moralità.
Innanzitutto basti pensare al fatto che non vive con sua moglie e con le figlie, non se ne prende cura e risponde alla consorte in maniera molto sgarbata. Quando lei, difatti, gli fa notare in modo del tutto sarcastico la sua assenza, facendo riferimento ai presunti innumerevoli impegni del marito, lui risponde:
“Niente viene da niente”
Oltre alla completa anaffettività, il film si apre, inoltre, con una scena abbastanza volgare in cui lui si mette a palpare la governante. Volgare è il modo ovviamente.
“Porco” non è la parola più esatta ma è la prima che viene in mente.
E, durante la storia, appaiono evidenti altri comportamenti un tantino inusuali per una persona di elevata cultura quale è. A salvarlo in corner è sicuramente l’approccio finale che ha verso la convivente, la vedova Booth. Con lei pare essere più a suo agio rispetto che con le altre donne frequentate nel corso della vita: è rispettoso, attento ai bisogni e anche molto affettuoso.
A caratterizzare il periodo storico vi è poi il linguaggio usato dai personaggi, a mio avviso molto elegante. Del resto alcuni costumi sarebbero stati graditi ancor oggi: l’idea di essere chiamata signorina dagli uomini, mentre alzano il cappello, mi ha sempre affascinata molto.
Se si è amanti dell’arte il film è assolutamente da vedere, per chi, come me, di arte invece ne capisce ben poco, forse (e dico forse) la pellicola potrebbe apparire un pochino troppo lunga e a tratti noiosa.
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La Recensione
Turner
Se si è amanti dell’arte il film è assolutamente da vedere, per chi, come me, di arte invece ne capisce ben poco, forse (e dico forse) la pellicola potrebbe apparire un pochino troppo lunga e a tratti noiosa.