Nella prima stagione di Emily In Paris, Emily Cooper (Lily Collins), nata a Chicago, è soprannominata “ringarde” da un famoso designer francese. Lo intende come un insulto, dal quale lei si difende appassionatamente in seguito, ma il commento risulta essere veritiero se ci soffermiamo alla caratterizzazione del personaggio di Emily. La serie Netflix di Darren Star si avvale di una protagonista anonima, che non si evolve e né acquisisce alcun tipo di dimensione nella seconda stagione, uscita qualche giorno fa.
Emily In Paris nasce essenzialmente come una commedia di evasione. Invece, la serie TV e la sua protagonista cercano di diventare più seri nella seconda stagione, solo per fallire a causa di una sceneggiatura pigra e per via della continua mancanza di tratti distintivi di Emily oltre al fatto che è apparentemente brava nel suo lavoro.
Nel cast della seconda stagione di Emily in Paris troviamo Lily Collins, Ashley Park, Lucas Bravo, Camille Razat, Philippine Leroy-Beaulieu, Samuel Arnold, Bruno Gouery, Kate Walsh, Lucien Laviscount, William Abadie, Jeremy O. Harris.
Nella seconda stagione assistiamo a una sorta di caos, poiché il lavoro di Emily e la sua vita personale si intrecciano ulteriormente. La serie si focalizza per lo più sul triangolo amoroso tra Emily, lo chef Gabriel (Lucas Bravo) e la sua ragazza Camille (Camille Razat). Il marchio di Champagne di quest’ultima, Champere, era già cliente Savoir. Ora, al fine di portare Gabriel nella sfera della protagonista, la serie decide di far pubblicizzare il suo ristorante appena aperto dall’agenzia di marketing in cui lavora Emily, rendendo veramente complicato l’affare amoroso tra i tre. Un po’ una forzatura… no?
La serie ha poca sostanza nella sua seconda stagione, proprio come la stessa Emily. Ad un certo punto, Alfie sottolinea quanto sia impegnato e affascinante lo stile di vita di Emily, ma anche lui trova difficoltà a descriverla nel corso di francese che frequentano insieme. I suoi sforzi romantici e i suoi dilemmi professionali continuano a crescere, ma la sua personalità semplicemente si rifiuta di emergere. L’insipidezza di Emily è in netto contrasto con altri personaggi femminili molto più interessanti di questa serie TV: le sue amiche Mindy (Ashley Park) e Camille, e il suo formidabile capo, Sylvie (Philippine Leroy-Beaulieu). Leroy-Beaulieu riesce a immergersi un po’ di più nel mondo di Sylvie, dando profondità al personaggio. Collins non riesce a tenere il passo dei suoi co-protagonisti. Le sue espressioni rimangono più o meno le stesse, per paura che gli abiti o i suoi capelli si rovinino. Che si tratti di un turbolento confronto con un’amica, di un disastro a una sfilata di moda o nel destreggiarsi tra due dei suoi interessi amorosi, Collins rimane sempre equilibrata e delicata. Praticamente impassibile. Il comportamento di Emily sembra superficiale quanto l’idea che la serie ha del popolo e della cultura francesi.
La prima stagione di Emily in Paris ha funzionato perché offriva una vacanza da sogno nei caffè o boulangerie, nei monumenti e nelle tendenze di buon gusto di Parigi, ma questo non è abbastanza per giustificare una stagione completamente nuova. Emily In Paris non riesce a cavarsela mostrando solo la bella Parigi nella seconda stagione.
La Recensione
Emily in Paris 2
Emily in Paris 2 continua a mostrarci abiti eleganti e luminosi, viste meravigliose di Parigi ed a farci ascoltare della bellissima musica francese. Dalla seconda stagione però mi sarei aspettato qualcosina in più e non una minestra riscaldata. Il personaggio di Emily è molto scialbo e manca di personalità. Tra l'altro non credo che il popolo ucraino sarà molto contento dopo aver visto l'episodio 4. Più che una rappresentazione di Parigi mi sembra una rappresentazione della percezione che hanno gli americani di altre nazioni.
PRO
- Parigi è sempre bellissima
- Alcuni attori se la cavano bene
CONTRO
- Storia d'amore infinita
- Il personaggio di Emily è molto debole