Incerto su quale storia stia raccontando, “Gully” di Nabil Elderkin è tenuto insieme solo dal puro talento del suo giovane cast. Kelvin Harrison Jr., Charlie Plummer e Jacob Latimore sono tre degli artisti più interessanti della loro generazione. Aggiungi un cast di supporto che include il grande Jonathan Majors insieme a veterani come Terrence Howard, John Corbett e Amber Heard, e “Gully” ti sembrerà pure un film interessante. Purtroppo non lo è. Dopo circa 50 minuti di visione, mi sono reso conto che stavo aspettando che il film iniziasse davvero e realizzando che probabilmente non sarebbe stato così. È un film pieno di idee confusionarie e personaggi poco sviluppati, il tutto al servizio di una storia che non ha uno scopo. In un certo senso, parla di atti di violenza che portano all’inevitabile tragedia, ma ha troppo poco slancio per sembrare interessante o originale, a parte la speranza di vedere questi giovani attori fare qualcosa di meglio.
Jesse (Harrison) narra “Gully” con una voce fuori campo. Perché Jesse stia narrando una storia di cui conosce solo alcune parti è una domanda che probabilmente non è mai stata posta allo sceneggiatore Marcus J. Guillory. Jesse racconta la sua storia di traumi e abusi, e la mette insieme a quella dei suoi due amici Calvin (Latimore) e Nicky (Plummer). Tutti e tre i giovani hanno vissuto un passato turbolento e le recenti rivelazioni li spingono verso un’ondata di violenza, quasi come se Guillory e Elderkin volessero ricreare un “Arancia meccanica” ambientato nel Bronx. Probabilmente vogliono mostrare al pubblico che cosa succede a dei giovani uomini che sono stati cresciuti in mondi brutali, quasi come per giustificare gli atti di violenza successivi.
All’inizio, “Gully” sembra quasi puntare il dito contro la cultura dei videogiochi. Mentre i ragazzi si scatenano, Elderkin fa apparire le immagini dei videogiochi in stile “Grand Theft Auto V”, con indicatori sullo schermo delle progressioni di ciascun personaggio. Ad esempio, se Calvin sferra un pugno a un passante, guadagna un punto ecc. Come tanti elementi in “Gully”, questo concetto è sottosviluppato e quindi utilizzato a malapena. “Gully” diventa una storia di atti di violenza collegati casualmente. I ragazzi seguono una coppia dopo un incidente stradale e li terrorizzano nella loro casa. Derubano i turisti. Si vendicano di qualcuno che ha abusato di Jesse. Niente di tutto questo viene però trattato a dovere. Niente di tutto questo ha peso. È questo il punto. In Gully regna il caos più totale.
Anche visivamente “Gully” non eccelle, il che è particolarmente strano dato il background di Elderkin con i video musicali. È stato uno dei registi di video musicali più importanti dell’ultimo decennio. Ha diretto “Grenade” di Bruno Mars, “All of Me” di John Legend e altri grandi singoli. Di solito, i suoi video erano capaci di fondere musica ed arte. Non riesce a fare lo stesso in “Gully”, che però può essere stato lavorato in modo differente nella fase di post-produzione e senza l’abilità di Elderkin. Oppure può essere che fare video musicali è diverso rispetto a realizzare film.
Bisognerebbe chiedere a lui sul tipo di difficoltà incontrate durante la realizzazione del film. Ti lascio al mio commento finale con voto. Fammi sapere se hai visto Gully attraverso i commenti e dimmi cosa ne pensi.
La Recensione
Gully
Il problema principale di "Gully" è che invece di esplorare i suoi tre personaggi principali, tra l'altro interpretati da attori di grande talento, mette in scena atti di violenza in modo confusionario. Un film sulle vite oppresse ha il diritto di essere tragico, ma psicologicamente "Gully" è statico: nessuno cresce o si evolve. È un film che presenta la crescita in un quartiere malfamato come una trappola del destino, ma non approfondisce il contesto. Terrence Howard, che qui interpreta un senzatetto che gira con un carrello della spesa predicando perle di saggezza a cui nessuno presta attenzione, è l'emblema di un film che raramente trova il modo per essere interessante.
PRO
- Il cast è di talento
CONTRO
- ... ma non viene sfruttato
- Non si capisce cosa voglia trattare o dove voglia andare
Forse la denarrazione e la mancanza di peso è un atteggiamento voluto che spinge al massimo l’inconsistenza del vivere contemporaneo. Lo stesso argomento è affrontato nel film stellare “Don’t look up” dove l’annientamento dell’umanità avviene a livello collettivo senza che nessuno riesca a muovere un dito nella giusta direzione. In Gully l’annientamento avviene a livello individuale. Alcuni disadattati decidono, con atti di volontà perversi e cinici al massimo, di utilizzare la legge del taglione colpendo a caso oppure miratamente, fa lo stesso. La società umana è ridotta ad una massa di individui alienati in una direzione o nell’altra. Il collante si è definitivamente disciolto e nulla ha più senso. Gli accadimenti sono esposti come piccole catastrofi naturali, imprevedibili e non evitabili. Si rimane in attesa della catastrofe finale. Arriverà? Avrà un senso? Possiamo evitarla? A me sembra un bel film.