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La recensione dettagliata per il film Inferno:
Il film si apre con Langdon (Hanks) in un ospedale di Firenze. Si sveglia senza sapere come è arrivato in Italia. Poi, quando un poliziotto sexy (Ana Ularu) cerca di ucciderlo, il medico di Robert, Sienna (Felicity Jones) lo aiuta a fuggire. La donna ha una passione per le antichità, così viaggia con lui per capire il motivo per cui è inseguito dalla polizia, da un esercito di funzionari dell’Organizzazione mondiale della Sanità (il capo è Sidse Babett Knudsen), da un uomo (Omar Sy), che guida un team di sicari e da un uomo d’affari (Irrfan Khan). Robert ripercorre gli imbrogli del miliardario anarchico recentemente scomparso Bertrand (Ben Foster), che stava tramando di rilasciare un virus che avrebbe ucciso la metà del genere umano, così da fermare la sovrappopolazione. Il suo piano sta andando avanti? Robert puo’ fermarlo in tempo? I prossimi indizi saranno a Venezia e poi ad Istanbul.
Le impostazioni sono belle, ed Howard sa come usarle per imballare il film sfruttando l’eleganza del vecchio continente. Ma mentre la sceneggiatura di David Koepp va spedita – a volte senza senso -, Howard dirige il tutto ad un ritmo glaciale. Quindi sembra che Hanks sia in pericolo di addormentarsi in qualsiasi momento, anche nel bel mezzo di un inseguimento. C’è anche il problema della premessa centrale del tutto assurda: se avete in programma un attacco terroristico che ucciderà quattro miliardi di persone, volete prendervi il tempo per configurarlo come una caccia al tesoro elaborata? E non aiuta il fatto che tutti nel film sembrano inaffidabili. Lo script divide i buoni dai cattivi col passare del tempo, ma questo non aiuta.
Hanks usa il pilota automatico, solo occasionalmente mostra il suo fascino in alcune digressioni spiritose. Inferno non genera suspense, naturalmente. Perché se Hanks non sembra troppo preoccupato sulla fine del mondo, dovremmo preoccuparci noi? Le cose migliorano quando Sy e Khan sono sullo schermo, ma non cambiano il destino del film. Inferno non migliora la trilogia, ha solo un’impostazione bella che garantisce un po’ di intrattenimento vacuo. Almeno potremmo compilare il box della trilogia.
Considerazioni finali su Inferno:
Dallo scrittore Dan Brown ecco arrivare un nuovo thriller con la simbologia di Robert Langdon. Tom Hanks ed il regista Ron Howard sono tornati a lavorare insieme per portare “nuovamente” un libro di Dan sul grande schermo. Ma questo secondo sequel di Il Codice Da Vinci si sente come una pallida imitazione dell’originale. Sono finite le rivelazioni finto-accademiche intelligenti e le buffonate action piuttosto stravaganti, ed al loro posto ci sono indizi che appaiono del tutto irrilevanti, accompagnati da scontri ed inseguimenti totalmente incoerenti.
La Recensione
Il Verdetto su Inferno
<p style="text-align: justify;"><em>Dallo scrittore Dan Brown ecco arrivare un nuovo thriller con la simbologia di Robert Langdon. Tom Hanks ed il regista Ron Howard sono tornati a lavorare insieme per portare "nuovamente" un libro di Dan sul grande schermo. Ma questo secondo sequel di Il Codice Da Vinci si sente come una pallida imitazione dell'originale. Sono finite le rivelazioni finto-accademiche intelligenti e le buffonate action piuttosto stravaganti, ed al loro posto ci sono indizi che appaiono del tutto irrilevanti, accompagnati da scontri ed inseguimenti totalmente incoerenti.</em></p>