TITOLO: Inside Out
REGIA: Pete Docter, Ronnie del Carmen (co-regia)
PAESE: Usa
ANNO: 2015
GENERE: Animazione
DURATA: 94 minuti
CAST: Amy Poehler (Gioia); Phyllis Smith (Tristezza); Lewis Black (Rabbia); Bill Hader (Paura); Mindy Kaling (Disgusto);
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Recensione di Inside Out a cura di Rossella Squillace:
Dalle geniali menti che hanno creato Up, Toy Story £e Alla ricerca di Nemo, è da poco uscito nelle sale Inside Out, altra chicca della Pixar, la casa di produzione cinematografica di proprietà della Walt Disney. Un film d’animazione che, dietro le colorate facce dei personaggi “mentali”, tratta il sofisticato tema del funzionamento emotivo del nostro caro amico cervello.
“Vi capita mai di guardare qualcuno e chiedervi che cosa gli passa per la testa?”: è questa la domanda che fa scaturire i corposi dialoghi tra i membri che presiedono il centro di controllo nella mente dei nostri personaggi. Discutono tra di loro, si ingegnano per trovare la soluzione, l’atteggiamento, la frase più adatta, per controllare la rabbia, la frustrazione, la delusione; insomma, le emozioni, in una sola parola. Nel film i ragionamenti dei rispettivi protagonisti non sono privi di qualche cliché, e sono caratterizzati dalla tipica dicotomia tra sensibilità femminile e distrazione maschile, soprattutto per quanto riguarda i genitori della bambina.
recensione inside out – i protagonistiProtagonista è la famiglia Anderson la quale, a causa del lavoro del padre, è costretta a trasferirsi dal Midwest alla caotica San Francisco. Ecco allora che la piccola Riley è costretta ad affrontare tutta una serie di sentimenti e stati d’animo in contrasto tra di loro. Se la Gioia cerca di predominare sulle emozioni negative, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto non sono d’accordo e si oppongono categoricamente alla leader.
Il titolo, d’altronde, è già chiarificatore del tema trattato. Da una parte viene rappresentato nella storia l’out (ossia il fuori) dell’undicenne Riley che si trova a dover affrontare parallelamente non soltanto il già di per sé difficoltoso trapasso dall’infanzia all’adolescenza, ma anche il “nuovo” che la circonda: la nuova città, la nuova casa, la nuova scuola, i nuovi compagni di classe, e così via. Coloro che mettono in moto la complessa macchina del cervello e coordinano l’emotività della protagonista sono i 5 personaggi che ne personificano gli stati d’animo di Riley., e questo è l’inside, il dentro che viene messo in scena.
Guarda il Trailer:
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Proprio lo sviluppo di quest’ultimo punto ha fatto tribolare Pete Docter. Inizialmente le emozioni progettate erano addirittura 27, tra le quali erano comprese Sorpresa (sentimento di cui si sente la mancanza, secondo lo scienziato Boncinelli che ha visto e commentato di recente il film ) e Logica. Quattro lunghissimi anni sono stati impiegati per la realizzazione di questo film animato, uno sperimento che ha messo a dura prova l’equilibrio del regista da Oscar. Molto tempo è stato dedicato alla scelta del treno più “azzeccato” che compare in una delle scene del film e molti soldi del budget sono stati investiti per la creazione dei capelli dai colori fluo e della pelle dei personaggi.
Probabilmente l’esito positivo non era così inatteso visti i grandi e calorosi applausi che già accolsero Inside Out al festival di Cannes, seppur fuori concorso. Né tanto meno c’è da meravigliarsene se si guarda la pellicola con l’occhio di chi vuole lasciarsi trasportare dagli arguti dialoghi dei personaggi e dai piccolo colpi di scena presenti nel film. A mio avviso, per chi ha già avuto modo di apprezzare l’ironia e l’originalità dei due registi statunitensi, è senza dubbio un film da non perdere, adatto per qualsiasi tipo di pubblico (anche se una bella fetta di spettatori lo ha ritenuto un’animazione poco adatta a un pubblico di bambini dato il tema “psicologico” affrontato, e dunque poco coinvolgente), capace di strappare una risata a grandi e piccini e di semplificare attraverso una suggestiva metafora quell’enigmatico mondo che è la nostra mente.
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La Recensione
Descrizione e Verdetto
Un film d'animazione originale, coinvolgente, imprevedibile, capace di intrattenere tutti i tipi di pubblico e che riesce a creare una suggestiva metafora della memoria emotiva umana.