“Le ladre” è un film francese inserito di recente tra le nuove uscite su Netflix e che, con il giusto legame tra idiozia e scene no sense, potrebbe strapparvi qualche risata ma anche condannarvi ad una straziante ora e quaranta.
Partiamo dalla descrizione del film fornita da Netflix e su questa argomentiamo:
“Una ladra professionista stanca della vita da latitante decide di organizzare un’ultima rapina prima della pensione”
È questa la “Sinossi” della pellicola fornita dal colosso di distribuzione statunitense. Ora, in realtà, la storia è ben diversa da quella anticipata e la rapina tanto millantata in realtà ritaglia scarsi venti minuti di film a fronte dell’ora e quaranta di durata. In realtà il film narra di due ladre associate ad un ente criminale, la quali, in virtù della pericolosità delle missioni che intraprendono, si rendono conto che il mondo in cui hanno lavorato per anni non è più il loro. Tuttavia, per abbandonare serve l’autorizzazione de “La Madrina”, il capo della banda di ladri. Ecco, sin da qui si intuisce la pochezza della trama: diversi elementi narrativi vengono presi qui e lì a casaccio da molteplici e differenti produzioni -a differenza di questa- ben riuscite. Per l’ultimo colpo qualcuno ci si aspetta un’organizzazione minuziosa, ma in realtà il film continua ad aleggiare sul nulla e propone continue scene completamente sconnesse con la trama del tutto mal riuscite. Talvolta l’intento è quello di strappare una risata allo spettatore, altre volte, invece, di approfondire il background dei personaggi principali. Verso la metà del film viene presentata una terza ed ultima ladra: un pilota di automobili da corsa. Ruolo completamente buttato a casaccio, specialmente considerato che la vedremo più sulla sua motocicletta che sopra un quattro ruote (aggiungo una piccola nota conclusiva: gli inseguimenti nel film sono pochi e mal realizzati). Inoltre, sembra che il regista abbia voluto l’introduzione di questo personaggio più per registrare una scena sull’inclito circuito di Le Mans, piuttosto che per arricchire il filone narrativo.
Piccolo commento fuori le righe per testimoniare l’idiozia del film proposto: avete mai visto un pilota non saper fare neppure una trazione? Io personalmente no. Specialmente se si considera la mole di massa muscolare che devono possedere questi atleti, costantemente sottoposti ad oscillazioni e movimenti non comuni.
Dopo una serie di battute a casaccio, una scena di sesso completamente inutile conclusasi con una lotta all’ultimo sangue tra un sicario spoglio ed una delle tre protagoniste con sottofondo il “Valzer dei fiori” di Pëtr Il’ič Čajkovskij (hanno praticamente ridicolizzato una sinfonia) e con sullo sfondo fuochi d’artificio e festante armonia, molteplici delusioni d’amore, ed una vendetta consumata per un coniglio deceduto durante una sparatoria, finalmente, si arriva al punto focale: la rapina. Le tre devono sottrarre da un’esposizione “La grande odalisca”. Ora, gli studiosi dell’arte si aspetteranno la celeberrima creazione di Jean-Auguste-Dominique Ingres; tuttavia, il quadro da rubare non è “La grande odalisca” di Ingres ma quella di Martial Raysse (e non vi dico come si perdono i cinque minuti per identificare l’opera). A tal proposito, sembra quasi che il regista volesse lasciarci un’analogia tra il quadro ed il film: non aspettatevi un contenuto originale, ma una rivisitazione più grottesca di questa tipologia di cinema.
Il finale è un’accozzaglia di emozioni contrastanti e di eventi totalmente inspiegabili, il cui significato non viene mai illustrato neppure quando le tre si promettono di analizzare l’accaduto.
Attori
Passiamo ora agli attori. Le tre sono interpretate da conosciute attrici transalpine veramente brave e famose; inoltre sembrano ben tagliate per i ruoli che devono inscenare. Un po’ più amatoriale la recitazione di qualche personaggio secondario.
Fotografia e Musica
La fotografia è buona, il lavoro è pregevole ed anche i filtri non dispiacciono. La musica alterna, invece, momenti azzeccati a meno riusciti.
Sceneggiatura e regia
Piccola critica nei confronti degli sceneggiatori, perennemente in crisi per le richieste troppo eccessive da parte delle case di produzione. In un’epoca in cui si predilige la quantità, la qualità viene sempre meno. Morale della favola? Basterebbe rallentare piuttosto che sovraccaricare l’industria, ingannando, peraltro, anche gli spettatori, costantemente sollecitati alla visioni di cinema “Usa e getta” dagli algoritmi delle piattaforme digitali. È un vero e proprio imbroglio. Alla fine ciò di cui vi sentirete davvero spogliati non è di un’opera d’arte, ma del vostro tempo.
La Recensione
Le ladre
Il film è volutamente impostato in questo modo, però ciò non lo esente da commenti aspri. Si può benissimo creare un film divertente senza inserire scene totalmente superflue alla visione. In conclusione, se ciò che desiderate è guardare un film senza troppe aspettative questo contenuto è idoneo. Se desiderate alzare l'asticella evitate di visualizzarlo. Ci sono alcuni titoli sicuramente migliori e meglio riusciti.
PRO
- Spensierato
CONTRO
- Durata
- Punti superflui
- Scene no sense
- Dialoghi talvolta imbarazzanti