Un film di cinefili per cinefili
Notti Magiche inizia con i mondiali: Italia contro Argentina, capiamo che ci troviamo nel 1990, tutti volti imbambolati davanti agli schermi televisivi, a seguire i movimenti dei calciatori confidando in un goal. Precipita un’auto nel Tevere, ma in pochi se ne accorgono, perché il calcio è più importante.
Dentro l’auto il cadavere del produttore cinematografico Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini), ma se pensate di trovarvi di fronte a un giallo vi sbagliate; chi ha ucciso Leandro non importa a nessuno, quello che conta sono le vicende dei tre ragazzi presenti sulla polaroid che attesta la loro presenza con la vittima quella sera.
Antonino Scordia (Mauro Lamantia), un siciliano doc tipico secchione, Luciano Ambrogi (Giovanni Toscano) un ragazzo un po’ troppo vitale con l’accento fiorentino ed Eugenia Malaspina (Irene Vetere) una ragazza acqua e psicofarmaci e la faccia degli emo anni duemila.
I protagonisti di Notti Magiche sono tre aspiranti sceneggiatori finalisti del premio Solinas, (che verrà aggiudicato ad Antonino) si trovano catapultati nel mondo della settima arte: il cinema. Ma non il cinema hollywoodiano fatto di star, luci al neon e ciak bensì il cinema italiano alla fine dei suoi anni d’oro, un cinema che non aveva bisogno della Nouvelle Vague negli anni 60’ perché i suoi padri (Fellini, Antonioni, Visconti…) erano talmente potenti e forti da non dover essere rimpiazzati da nessuno, tranne adesso, alle soglie della fine del ventesimo secolo il cinema fa appello ai giovani. Ma lo fa davvero o è solo una messinscena?
Paolo Virzì ci fa entrare in questo spaccato di Roma negli anni 90, perché probabilmente Antonio, Luciano ed Eugenia non sono altro che Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì stesso: la versione italiana dei protagonisti di The Dreamers (B. Bertolucci 2003) con speranze e sogni nel cassetto che però si troveranno faccia a faccia con la realtà.
Notti Magiche è un film che si concentra totalmente sull’intreccio: lo spettatore, proprio come i personaggi stanno attaccati a guardare la partita, non stacca gli occhi dalle vicende e dalle emozioni dei tre ragazzi, e ad una prima visione si dimentica che il film non è perfetto, le immagini (incipit e finale strizzano l’occhio alla Roma del La Grande Bellezza, P. Sorrentino 2013) sono poco curate ma soprattutto la città non viene valorizzata, tutto si concentra negli interni della casa borghese di Eugenia e nell’osteria.
Paolo Virzì ci fa assaggiare il cinema ma non ci catapulta dentro, i nomi degli artisti sono accennati, finzionali o nascosti, mentre i grandi come Federico Fellini e Marcello Mastroianni vengono intuiti solo da una silhouette. Forse vuole più far intuire allo spettatore come il cinema, nonostante tutto e tutti, resti sempre il centro del dibattito culturale, ciò di cui vale la pena parlare e, semplicemente una forma d’arte. Cosa che non è la televisione: medium che scandisce solo la vita quotidiana dallo sport, null’altro gli compete trasmettere se non diletto e svago.
Notti Magiche porta con sé un cast di volti noti e il cast dei protagonisti invece di attori emergenti, i quali purtroppo hanno reso (probabilmente voluto da Paolo Virzì stesso) i loro personaggi delle macchiette quasi comiche e poco reali, personaggi bidimensionali che agiscono sempre come ci aspettavamo.
Un film cinefilo a tutto tondo, Notti Magiche alla fine vuole farci aprire gli occhi come spettatori sia dell’audiovisivo sia della vita vera, la morale finale spetta alle parole del Capitano (Paolo Sassanelli) apparentemente personaggio marginale ma che si rivela il deus ex machina della vicenda.
“Voi volete fare il cinema ma non sapete fare gli spettatori”
Notti Magiche di Paolo Virzì è un film che avvolge lo spettatore e lo coccola durante la visione, ma che sicuramente potrà essere maggiormente apprezzato dai cinefili.
La Recensione
Notti Magiche- Paolo Virzì
Notti Magiche è un film piacevole e tiene lo spettatore legato alla poltrona. Racconta il mondo del cinema negli anni 90 e della società di quel periodo. Risulta però una regia poco attenta alle immagini e non sfrutta la bellezza di Roma.
PRO
- Un film metacinematografico, senza filtri
- La trama ti cattura
CONTRO
- Regia non perfetta
- Recitazione dei tre protagonisti innaturale