Attenzione, in questa recensione potrebbero esserci alcuni spoiler della serie tv Ratched.
Se ci pensi bene, la serie tv Ratched parte da una buona idea. Prendi uno dei più grandi cattivi del cinema – l’ infermiera Ratched di Louise Fletcher, capo infermiera in un ospedale psichiatrico dell’Oregon – protagonista nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo – e ricrei un po’ la sua storia. Come ha fatto ad arrivare nella struttura questa funzionaria guastafeste, con i suoi toni miti e i suoi sguardi agghiaccianti? Perché questa donna graziosa con la pettinatura anni ’40 non ha figli e un marito? Com’è che mantenere l’ordine è tutto ciò che la fa alzare la mattina? Cosa potrebbe guidare un personaggio così passivo-aggressivo e presumibilmente premuroso?
Ratched, creata da Ryan Murphy ed Evan Romansky, tenta di rispondere a queste domande. La rivelazione, senza rovinarti troppo la trama, coinvolge un lesbismo represso, un’educazione abusiva e un fratello abbastanza violento.
Ciò che colpisce di Ratched è quanto sia frammentaria e incoerente la sua caratterizzazione, sia per quanto riguarda i retroscena dell’infermiera Mildred Ratched, interpretata dalla musa di Murphy, Sarah Paulson, sia per la narrazione. All’inizio, Ratched ha un istinto omicida che farebbe rabbrividire il personaggio di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Con lo scorrere degli episodi, stranamente, la serie la ammorbidisce. Nessuno dei due personaggi sembra neanche lontanamente collegata all’originale Infermiera Ratched. Le 2 Ratched non sembrano nemmeno in sintonia tra di loro. Ratched trasforma Ratched in tutto ciò che sente di volere in quel momento: una sorella comprensiva, una badante vendicativa, una lesbica repressa, una lesbica felice del suo status, una manipolatrice e persino un’infermiera premurosa.
La Paulson fa del suo meglio per collegare i punti, ma il suo sforzo di tenere insieme la narrazione non riesce a mascherare quanto poco gli sceneggiatori abbiano considerato il suo personaggio.
La maggior parte della storia si svolge in una piccola città della California settentrionale, dove Ratched si insinua rapidamente nell’ospedale psichiatrico statale guidato dal narcisista Dr.Hannover e dall’infermiera Betsy Bucket (Judy Davis). Ratched non ha problemi a rendersi indispensabile, in parte perché l’ospedale è sotto il controllo del governatore dello stato (Vincent D’Onofrio) e lei fa le fusa alla sua assistente Gwendolyn (Cynthia Nixon), che ha un lato b niente male… a detta del governatore eh 😀 Il dottor Hanover ha bisogno dell’approvazione del governatore anche perché carta piange e non vede l’ora di trapanare crani e provare altre pratiche da tortura ai suoi pazienti.
Il modo in cui venivano maltrattate le persone con problemi mentali è un’orribile piaga della storia umana e la serie Ratched riesce a riportarla alla luce in alcune scene. Una paziente lesbica viene condannata a una lobotomia prima di essere sottoposta a un terribile trattamento di idroterapia, in cui il suo corpo deve resistere a una temperatura molto calda e successivamente molto fredda. Ratched non sembra sempre approvare questi metodi ma, a volte, è favorevole al loro uso. Il motivo per cui è venuta in questa piccola città ha un nome e cognome: suo fratello Edmund (Finn Wittrock), un assassino trasportato in ospedale per una valutazione pre esecuzione. Ma Ratched si impegnerà al massimo per fare in modo che questo non succeda.
Il più grande problema di Ratched non è il suo personaggio principale ma piuttosto la strana decisione dei produttori di svendere la posizione della serie tv circa le malattie mentali con l’introduzione di una paziente nera di nome Charlotte (Sophie Okonedo). In generale, in una serie tv di Ryan Murphy, se non puoi contare su una storia solida, puoi almeno goderti alcuni audaci tentativi di includere persone che altrimenti potrebbero essere escluse e/o emarginate. Ma il disturbo dissociativo dell’identità di Charlotte, un disturbo precedentemente noto e molto spesso descritto come disturbo della personalità multipla, è un errore mal concepito, che trasforma Charlotte in una caricatura del peggior tipo. Il finale della prima stagione è deludente e un po’ stupido, ma è peggiorato dal fatto che usa la malattia di Charlotte come espediente per provare a farti spaventare.
Analizzando gli altri personaggi… D’Onofrio è divertente nei panni di un governatore spaccone. A Davis viene affidato l’ingrato compito di cercare di rendere l’Infermiera Bucket interessante o divertente, e finisce quasi per portarlo a termine. Alice Englert è brava nell’interpretazione dell’infermiera Dolly, anche se la sua piccola trama secondaria finisce per non andare da nessuna parte. Ci sono anche Sharon Stone e Corey Stoll ma la loro trama è davvero ridicola – e alla fine superflua – che la loro inclusione è praticamente soltanto nominale.
La Recensione
Ratched
In termini di estetica visiva, Ratched è semplicemente sbalorditiva. Dagli splendidi abiti del periodo ai set sontuosi, ogni minuzioso dettaglio ti delizierà gli occhi. Ma spesso l'apparenza inganna. Perché nonostante il suo sfarzo visivo, Ratched non riesce a catturare ciò che ha reso l'infame infermiera così memorabile in Qualcuno volò sul nido del cuculo, scegliendo di concentrarsi sullo stile piuttosto che su un forte sviluppo del personaggio.
PRO
- Scenografia
- Costumi
CONTRO
- Sviluppo dei personaggi
- Narrazione in generale