La nuova serie Netflix, basata sui romanzi dell’autore polacco Andrzej Sapkowski, sta facendo molto discutere. Scopri tutto nella nostra recensione
Arriviamo da anni in cui il genere Fantasy cominciava a perdersi – o addirittura scomparire del tutto. Questo era tollerabile probabilmente solo perché un grande titolo che portava alta la bandiera proprio di questo genere era Il Trono di Spade, che però inevitabilmente giunto al termine quest’anno, dopo un’ottava stagione, e più un generale, un finale di serie che è stato non poco deludente. Un genere che era stato quasi dimenticato, dunque, e che non si riesce a immaginare possa risorgere se non con film o romanzi.
Per questo motivo si sta discutendo molto di “The Witcher“, serie TV firmata Netflix uscita oramai il 20 Dicembre scorso, creata da Lauren Schmidt Hissrich. La trama si basa sui romanzi scritti dall’autore polacco Andrzej Sapwoski negli anni Novanta, e ripresa più avanti nel 2013, che narrano le avventure di Geralt di Rivia, uno degli ultimi Witcher sopravvissuti.
Una serie TV di cui si parla da tantissimo tempo: primo, per il grande seguito che hanno avuto i videogiochi basati sulle opere letterarie, in particolare l’ultimo titolo, “The Witcher 3: Wild Hunt“; secondo, per il grande clamore che ha suscitato la scelta di Henry Cavill come il protagonista, visto che l’attore stesso si è dichiarato da sempre un grande fan della saga e un accanito giocatore.
Di Witcher, streghe e bambini sorpresa: la trama di “The Witcher”
In un mondo abitato da esseri umani, elfi, nani e altre specie magiche, l’equilibrio è sempre instabile. Le razze civilizzate devono infatti convivere con mostri che costantemente minacciano i vari villaggi e i popoli che li abitano. Esistono però dei guerrieri mutanti in grado di ucciderli, e questi sono i cosiddetti “witcher“. Geralt di Rivia è uno di questi: un essere umano strappato alla sua famiglia in tenera età e sottoposto ad un durissimo addestramento. Dei witcher è risaputo che non provino emozioni, ritenute superflue per il loro lavoro, e che assumano pozioni che sono in grado di fortificare il corpo per renderlo più resistente, agile e veloce.
Come ogni witcher, Geralt si guadagna da vivere uccidendo a contratto le creature che minacciano la pace nei vari regni. Le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui, lo considerano un male necessario, un cacciatore da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi delle persone; molte di loro infatti nascondono intenzioni spietate, rivelandosi spesso creature peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia.
Il destino condurrà Geralt verso la potente maga Yennefer, e i due stringeranno un rapporto complice, fatto di passione e desiderio; tutto questo mentre deve cercare di rivendicare il “bambino sorpresa” che gli è stato promesso tempo prima, e cioè la giovane principessa Cirilla, che custodisce un pericoloso segreto.
Parliamo un po’ di Cavill: è stato all’altezza di questo ruolo?
Un Henry Cavill sopra le aspettative: nonostante sia sempre stata una sua grande fan anche negli altri titoli in cui ha avuto un ruolo molto importante – primo fra tutti, Man Of Steel, in cui era il protagonista, Superman – devo ammettere che in “The Witcher” ha dimostrato di essere un grande attore, o in ogni caso è riuscito a mettere a tacere le malelingue che lo volevano inadatto a questo ruolo. Cavill è perfetto come Geralt, è tutto ciò che abbiamo sempre desiderato di vedere e forse anche di più – non un attore che dà forma al personaggio, piuttosto un personaggio che si adatta alla forma dell’attore.
Bisogna sottolineare che Henry Cavill ha sempre ammesso di essere molto affascinato dalla saga di “The Witcher”, e questo lo rende un grande conoscitore del mondo descritto da Sapwoski, che lo fa diventare non solo una scelta più facile, ma un attore più appassionato e attento al prodotto di cui fa parte.
I personaggi: chi colpisce e chi sta nell’ombra
La trama ruota attorno ai tre personaggi principali: lo Witcher Gerart di Rivia (Cavill), la bella e dannata strega Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra) e la piccola e innocente Cirilla (Freya Allan), tutti e tre uniti da un filo invisibile che li converge inesorabilmente in un unico destino. Per questo la trama per lo più si sposta per raccontare le vicende dei tre, passando da presente a futuro e dandoci così una visione più completa della loro vita e del loro passato.
Un grande plauso va sicuramente fatto alla Chalotra, perfettamente in grado di sostenere un ruolo complesso come quello di Yennefer, una strega dal passato caotico e dagli enormi poteri magici, nonostante la sua giovane età. La sua storia colpisce per diversi motivi, primo tra tutti per la trasformazione completa che subisce il suo personaggio, sia fisicamente che internamente, ma soprattutto perchè Yen rappresenta una donna veramente e completamente indipendente, che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa per ottenere quello che vuole. Questo rende probabilmente ancora più autentico il suo legame con Geralt, nato da un’iniziale passione che si trasforma inevitabilmente in qualcosa di più.
Interessante anche il personaggio di Ciri, fulcro di tutta la storia: una ragazzina dagli straordinari poteri magici che deve cercare Geralt in quanto a lui promessa dalla legge della sorpresa. La performance della Allan è stata del tutto adatta, probabilmente questo è stato il tipico caso in cui l’inesperienza di un’attrice l’ha aiutata a calarsi perfettamente nel ruolo di un personaggio smarrito e sempre in fuga. Il finale della stagione, catartico quanto dolcissimo, ha finalmente fatto trovare i nostri Geralt e Ciri che insieme dovranno probabilmente cercare una – smarrita – Yennefer: ed ecco di nuovo questo filo invisibile che si fa sentire nuovamente, che unisce inesorabilmente questi tre personaggi che non possono vivere l’uno senza gli altri.
Una menzione speciale va fatta sicuramente anche ai personaggi di:
- Ranuncolo: interpretato da un giovanissimo Joey Batley, questo personaggio si è distinto sicuramente per la sua dolcezza e ingenuità, doti che in un mondo come quello mostrato da questa serie sono più uniche che rare. Per Geralt è stato sicuramente, all’inizio, una spina nel fianco; ma con il tempo tra loro è nata una indissolubile amicizia, cosa che ci ha fatto molto soffrire ogni volta che i due si allontanavano. Proprio il loro legame ha dato vita a una delle canzoni più orecchiabili della soundtrack, della serie, “Dona un soldo al tuo Witcher”. Ascoltatela qui sotto!
- Tissaia de Vries: all’inizio, questo oscuro personaggio interpretato dalla bravissima MyAnna Buring sembra freddo, calcolatore e senza cuore. In realtà, più scorrono gli episodi, più ci si rende conto della sua vulnerabilità e quanto in realtà sia legata al personaggio di Yennefer, sua pupilla, che considera praticamente come una figlia.
- La Regina Calanthe: interpretata dall’attrice britannica Jodhi May, questa donna non passa di certo inosservata grazie alla sua incredibile forza d’animo. Nonostante non sia un personaggio principale, sarà qualcuno che non potremo dimenticare facilmente!
Un personaggio che sicuramente poteva funzionare meglio è quello che avrebbe dovuto essere il villain dell’intera stagione, Cahir, un conquistatore che è alla ricerca di Ciri per poter appropriarsi dei suoi poteri. L’attore, l’australiano Eamon Farren, ha fatto sicuramente del suo meglio, ma il troppo poco screen time non ha aiutato alla miglior riuscita del suo personaggio, che rimane un pochino nell’ombra.
La linea temporale: cerchiamo di capirci qualcosa
Ciò che accade più lontano nel tempo nella linea temporale della serie è la spiegazione delle origini di Yennefer (episodi 2-3); durante gli stessi, viene mostrato Geralt, il suo lavoro e i suoi viaggi, che trovano origine nell’episodio 8, quando lo vediamo ancora bambino abbandonato dalla madre per farlo diventare witcher.
Gli anni passano, nei quali Geralt viene riconosciuto come witcher forte e potente anche grazie alle canzoni di Ranuncolo, finchè non lo ritroviamo alla corte di Cintra, dove gli viene promesso il bambino sorpresa (episodio 4). Nell’episodio 5 le storie di Geralt e Yennefer si intrecciano a Rinde, mentre la strega originaria di Vengerberg sta cercando una cura per avere figli, dopo che ha rinunciato all’utero durante la sua trasformazione. Da questo momento, le linee temporali che la serie segue sono solamente due: quella del presente (rappresentata da Ciri) e quella del passato (rappresentata da Geralt e Yennefer) che, con il passare degli episodi fino ad arrivare all’ultimo, si incontrano.
Cosa ci è piaciuto e cosa non: top and flop
Dall’ambientazione alla caratterizzazione dei personaggi passando dagli effetti speciali e la sceneggiatura, non c’è nulla che si possa recriminare a questo prodotto che ce l’ha messa tutta, ma davvero tutta a funzionare, e devo dire che ce l’ha fatta. Non è perfetto, questo sia chiaro: ci sono sicuramente dei difetti qua e là in questa prima stagione, ma non vanno sicuramente ad oscurare la bellezza di questo prodotto che sicuramente è uno dei più interessanti show di cui attualmente Netflix possa vantarsi.
Non è totalmente d’accordo Entertainment Weekly: la sua recensione ha bocciato in maniera brutale questa serie, definendola “terrificante“, nonostante per stessa ammissione dell’autore, questo non abbia visto tutti gli episodi! Un atteggiamento con cui non mi trovo d’accordo, perchè come tutte le altre serie, “The Witcher” merita di essere vista tutta e solo dopo giudicata.
Sicuramente non è facilissimo e immediato seguirla: non avendo mai giocato ai videogiochi o letto i romanzi e i racconti di Sapkwoski, inizialmente ho faticato a calarmi in un mondo così articolato e complesso, ma proprio questo è diventato il punto di forza di questa serie, che immerge lo spettatore in un mondo completamente nuovo e pensato in ogni suo dettaglio. Di conseguenza, forse uno dei punti deboli della serie risulta essere la sua divisione in diverse linee temporali, che spesso disorientano lo spettatore – nonostante comunque gli episodi lascino più di qualche dettaglio per aiutare chi guarda ad orientarsi.
Non sempre era facile intuire in che punto della storia ci trovassimo, in particolare durante i primissimi episodi: è diventato tutto più chiaro dalla metà della serie in poi, con la rivelazione che a Geralt sarebbe stato promesso un bambino sorpresa dagli straordinari poteri – che a quel punto era naturale fosse Ciri.
Nonostante le difficoltà, sono fermamente convinta che “The Witcher” sia un prodotto assolutamente godibile, forse ad oggi uno dei più interessanti che Netflix ha da offrire e un’immancabile perla per gli amanti del genere Fantasy. Sicuramente però più facile da seguire per coloro che hanno già famigliarità con i romanzi e i videogiochi.
Cosa ne avete pensato di “The Witcher”? Può davvero diventare il GOT di Netflix? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
The Witcher: recensione
A volte un po' difficoltosa da seguire per via delle molteplici linee temporali intrecciate, la nuova serie Netflix "The Witcher" si fa perdonare per essere portavoce chiave del genere fantasy, che stava piano piano svanendo nell'ombra. Henry Cavill promosso a pieni voti, insieme alle compagne Anya Chalothra e Freya Allan che regalano un'ottima performance. Un prodotto di Netflix sicuramente da tenere d'occhio.
Non capisco le critiche per la scelta di dividere le linee temporali e rimescolarle. Certo che il rimescolamento rende la visione più difficile ma questo e’ un pregio, un valore aggiunto: aiuta a calarsi nella storia e farla propria, oltre ad essere notoriamente un artificio narrativo molto intrigante (e qui viene usato bene).
Io non conoscevo per nulla la vicenda e – si – all’inizio ero un po’ spiazzato, ma questo spiazzamento mi ha catturato e coinvolto maggiormente. Volevo andare avanti per capire che cavolo stava succedendo, chi e perché faceva cosa. Se fosse stata raccontata linearmente, penso che la storia avrebbe avuto molto meno impatto. In effetti, quando ho iniziato a guardarlo mi aspettavo poca roba, invece la sceneggiatura e i protagonisti (su tutti Yennefer, il più complesso, profondo e approfondito) mi hanno convinto a continuare nella visione.
Concordo col giudizio sugli attori: Geralt, Yennefer, Tissaia e la Regina Calanthe eccellenti. Un gradino sotto, ma sempre molto bravi: Ciri, Ranuncolo. Non del tutto convincenti: alcuni personaggi secondari, tra cui Istredd, Stregobor, Saccoditopo (??), gli elfi (Filavandrel a parte).
Top: la puntata finale. Molto bella, potente, catartica. Chiude la serie con una nota molto alta, peraltro aprendo più interrogativi di quelli che risolve. Flop: alcuni effetti speciali, in particolare il drago dorato: inguardabile.
Grazie Ipsylon per il tuo commento!
Come dimostra il voto, sono anche io fermamente convinta che il prodotto non perda troppo dalla scelta di alternare le linee temporali, anzi, sono d’accordo sul fatto che se la narrazione fosse stata lineare quasi certamente la storia sarebbe risultata molto più piatta. Rimango dell’idea che, soprattutto all’inizio, fosse un po’ difficile capire in che momento stava accadendo cosa.
Completamente d’accordo sul giudizio dei personaggi, alcuni praticamente inesistenti, e sul fatto che alcuni effetti speciali non abbiano funzionato: la menzione del drago dorato mi ha fatta proprio sorridere…non si poteva vedere!
Ciao condivido le perplessità sulle varie e per certi versi difficili linee temporali, seguire bene tutti i momenti, passato e presente, non era facile.
Credo che questa serie vada seguita e vista attentamente.
Certi episodi forse vanno visti e rivisti, perchè se ti è sfuggito qualcosa rivedendolo ti aiuta sicuramente.
Amante delle serie fantasy e dopo avere seguito una Top come “Il Trono di Spade” non potevo non seguire questa!
Quindi direi che un bel “9” posso darglielo senza problemi.
Sicuramente per certe persone ci vorrà tempo, ma piano piano ci appassionerà sicuramente!
Ciao! Sono contenta tu sia d’accordo con me riguardo il voto. Per certi versi anche io ho trovato la serie molto vicina al Trono di Spade, e questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto a vederla.
Dovremo avere un po’ di pazienza e attendere la seconda stagione, ma ne varrà la pena!