M. Night Shyamalan è tornato con Trap, un thriller del 2024 che combina suspense, azione e un pizzico di follia.
Shyamalan, conosciuto per il suo stile distintivo e i suoi colpi di scena sorprendenti, si è guadagnato una reputazione unica nel panorama cinematografico, con successi come Il sesto senso e Unbreakable. Tuttavia, negli ultimi anni, il regista ha esplorato nuovi territori creativi, producendo film che, pur non raggiungendo la stessa grandezza dei suoi primi lavori, continuano a catturare l’attenzione del pubblico.
Una trama semplice ma ingannevole
Trap inizia con una premessa apparentemente semplice: un serial killer è intrappolato in un concerto, circondato dalla polizia. Tuttavia, come ci ha insegnato Shyamalan, nulla è mai così semplice come sembra. Il film segue le vicende di Cooper, interpretato da un Josh Hartnett in stato di grazia, che cerca di sfuggire alla polizia in un contesto sempre più caotico e surreale. La tensione è palpabile fin dall’inizio, e la narrazione si dipana in modo imprevedibile, mantenendo lo spettatore costantemente sul filo del rasoio.
La rinascita di Josh Hartnett
Uno degli aspetti più interessanti di Trap è la performance di Josh Hartnett. Hartnett, che negli ultimi anni ha visto una sorta di rinascita nella sua carriera, porta sullo schermo un personaggio complesso e stratificato. Cooper è un uomo diviso tra due mondi: quello della famiglia e quello della violenza. Hartnett riesce a trasmettere questa dualità con una performance che è al contempo contenuta e carica di tensione emotiva. La sua capacità di passare da un ruolo di padre amorevole a quello di un freddo assassino è impressionante e rappresenta uno dei punti di forza del film.
Un’evoluzione stilistica: tra Hitchcock e Spielberg
Shyamalan è un maestro della suspense, e in Trap dimostra ancora una volta la sua abilità nel creare tensione attraverso il movimento della macchina da presa. Le inquadrature sono studiate al millimetro, con una fluidità che ricorda i lavori di registi come Brian De Palma e Alfred Hitchcock. Ad esempio, la scena in cui Cooper cerca di accedere al tetto di un edificio è un capolavoro di regia: la macchina da presa si muove con lui, esplorando l’ambiente circostante e costruendo la tensione in modo quasi impercettibile.
Shyamalan mostra anche una notevole influenza di Steven Spielberg nel modo in cui gestisce le sequenze più espositive. Riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore anche nei momenti di transizione, utilizzando movimenti di macchina e inquadrature che rendono dinamiche anche le scene più statiche. Questa combinazione di influenze rende Trap un film visivamente avvincente, anche quando la trama inizia a vacillare.
Un ritorno ai temi cari a Shyamalan
Trap riprende molti dei temi cari a Shyamalan, come la famiglia, la redenzione e la lotta interiore. Come in Il sesto senso e Unbreakable, anche qui il protagonista è un uomo tormentato dai propri demoni interiori. Cooper è un personaggio complesso, che cerca di conciliare la sua natura violenta con il desiderio di proteggere la sua famiglia. Questa dualità è al centro del film e fornisce la spinta emotiva necessaria per mantenere l’interesse dello spettatore, anche quando la trama inizia a diventare un po’ prevedibile.
I limiti di “Trap”
Nonostante le sue qualità, Trap non è privo di difetti. Uno dei problemi principali del film è la sceneggiatura, che a tratti sembra abbandonare la premessa iniziale per esplorare territori meno interessanti. La tensione costruita nei primi due terzi del film si dissolve in un finale che non riesce a mantenere le promesse fatte all’inizio. Il passaggio da un thriller teso a un film d’azione più convenzionale lascia un po’ di amaro in bocca, soprattutto per chi si aspettava un colpo di scena alla Shyamalan.
La regia di Shyamalan: tra maestria e imperfezione
Come già accennato, la regia di Shyamalan è uno dei punti di forza di Trap. Il regista riesce a creare un’atmosfera di costante minaccia utilizzando sapientemente la macchina da presa e il montaggio. Le sequenze di tensione sono gestite con una maestria che ricorda i suoi lavori migliori, e ogni inquadratura sembra essere studiata per massimizzare l’impatto emotivo.
Tuttavia, nonostante la regia impeccabile, il film soffre di una certa prevedibilità nella sua seconda metà. Shyamalan, noto per i suoi colpi di scena, qui sembra trattenersi, offrendo un finale che, sebbene soddisfacente sotto alcuni aspetti, non riesce a sorprendere come ci si potrebbe aspettare. Questo potrebbe deludere alcuni fan del regista, che sono abituati a finali più sconvolgenti e inaspettati.
La “Shyamalanaissance” continua?
Con Trap, Shyamalan continua il percorso iniziato con The Visit, ma il film non raggiunge le vette dei suoi lavori migliori come Il sesto senso o Unbreakable. Tuttavia, è un’aggiunta interessante alla sua filmografia, che dimostra come il regista sia ancora capace di intrattenere e sorprendere, anche se non sempre con la stessa efficacia del passato.
Trap è un film che vale la pena vedere per la sua regia impeccabile e per la straordinaria performance di Josh Hartnett. Tuttavia, i difetti nella sceneggiatura e un finale meno incisivo potrebbero deludere chi cerca un thriller perfettamente costruito. Resta comunque un esempio di come Shyamalan riesca a combinare elementi di suspense e azione con una maestria che pochi altri registi contemporanei possono eguagliare.
E voi, cosa ne pensate di Trap? Lasciate un commento e fatemi sapere la vostra opinione!
La Recensione
Trap
"Trap" di M. Night Shyamalan è un viaggio intenso nel terrore, dove Josh Hartnett brilla in una performance ipnotica che oscilla tra tensione e follia.
PRO
- Shyamalan dimostra la sua abilità nel creare tensione con movimenti di camera sapienti.
- Un ritorno trionfale per l'attore, che offre una delle sue migliori interpretazioni.
- La narrazione mantiene lo spettatore sul filo del rasoio, rendendo il film un’esperienza coinvolgente.
CONTRO
- Nonostante l’inizio promettente, la trama si sgonfia verso un finale che potrebbe deludere chi cerca colpi di scena sorprendenti.