Kevin Hart è famoso ai più per i suoi ruoli nei film comici. Alcuni titoli? Una spia e mezzo, Jumanji, benvenuti nella jungla, Duri si diventa. In True Story, miniserie Netflix, rimane vicino alla sua zona comfort per un aspetto: interpreta un comico ricco e famoso. Ma di commedia in True Story c’è poco, se non qualche battuta di Hart. Infatti parliamo di un dramma in cui la violenza è dietro l’angolo.
Il personaggio di Hart si chiama Kid. Deve eseguire uno show nella sua città natale Philadelphia. Qui però viene convinto dal fratello Carlton (Wesley Snipes) a fare serata. Kid inizia a bere e viene adescato da una ragazza e amica di Carlton. La serata non finisce per il verso giusto e Kid è costretto a chiamare Carlton per aiutarlo. Quest’ultimo si servirà di persone abbastanza pericolose per tirare il fratello fuori dai guai.
Il nervosismo di Kid dopo il fatto fa preoccupare il suo manager (Paul Adelstein). “True Story” ci porta a vedere il mondo attraverso gli occhi di Hart. Cioè di qualcuno che è sempre sotto i riflettori. Quindi anche su come se la cava nella gestione dei fan più invadenti. Uno di questi è interpretato dall’attore di “Sons of Anarchy” Theo Rossi ed ha un ruolo di primo piano nella trama della miniserie True Story.
Kid sembra la persona sbagliata per questo mondo criminale. In una sequenza spiega a tutti i sacrifici che ha fatto per costruire il suo successo e non ha intenzione di perdere tutto.
La storia si concentra anche sul rapporto tra i due fratelli Kid e Carlton. Si tratta, molto probabilmente, della parte più interessante della serie tv.
Creata da Eric Newman, questa serie di sette episodi è il tipo di thriller in cui, ogni situazione, va di male in peggio.
True Story, con tutti i suoi colpi di scena, è un thriller dramma violento – con una trama piuttosto prevedibile – che ti terrà incollato sullo schermo (soprattutto se non hai indovinato fin dall’inizio quale sarà il grande colpo di scena che non voglio spoilerare qui) sino alla fine. Questa è essenzialmente la storia di due fratelli e della loro relazione travagliata, che si trovano in situazioni piuttosto incredibili.
L’interpretazione migliore a mio avviso non è quella di Hart ma di Snipes.
Il fratello maggiore di Kid, Carlton, viene presentato come una presenza problematica nella vita di Kid. Indebitato da un ristorante fallito, Carlton continua a chiedere soldi a Kid per ripartire. Anche Todd (manager di Kid) vede Carlton come un piantagrane, e consiglia a Kid di abbandonarlo. La grande interpretazione di Wesley Snipes, che allude sempre a un secondo fine, fornisce molte sfumature a questo personaggio. Come suggerisce il primo episodio, è Kid a trovarsi nei guai, ed è Carlton quello che cerca di aiutarlo. Kid, tra l’altro, continua a peggiorare le cose, dimostrandosi pronto a tutto per salvare la sua carriera e il suo futuro.
Come ho rimarcato anche prima, dove la serie eccelle, è nella rappresentazione di una difficile relazione fraterna. Fin dall’inizio, la serie stabilisce che i due non si piacciono, ma questo legame indissolubile li porta a sopportarsi e supportarsi l’un l’altro. Durante la loro prima serata insieme, mentre Kid è sobrio da 6 mesi, Carlton lo incita a bere. Ognuno usa l’altro per i propri mezzi, se ha qualcosa da guadagnare da esso. Il risentimento e la gelosia affiorano in superficie, con Kid che è continuamente condiscendente nei confronti del fratello maggiore, e Carlton visibilmente invidioso dello status di celebrità del suo fratellino. Questo complesso rapporto è reso palpabile dalla grande chimica tra i due attori.
La Recensione
True Story Miniserie Netflix
Sicuramente si tratta di una miniserie interessante e la performance di Wesley Snipes merita la visione. Non so se Hart sia riuscito a superare l'esame del ruolo drammatico. Diciamo che viene rimandato grazie anche alla chimica che riesce ad avere con Snipes.
PRO
- Bella la chimica tra Snipes ed Hart
- Dura una sola stagione
CONTRO
- Trama altamente prevedibile