Il 19 giugno è uscita in esclusiva su TimVision questa serie dal titolo “Red Eye“.
Mi sono sempre piaciuti i thriller ambientati in un aereo, quindi ho deciso di dargli una possibilità.
Nelle prossime righe ti dirò se ho fatto bene oppure no.
Dopo i primi 20 minuti di Red Eye, assistiamo a un inseguimento a piedi nell’aeroporto di Londra Heathrow che si conclude con un uomo che fa un appello al pubblico. Salta le barriere e implora la folla di filmare la sua testimonianza. Il pubblico britannico, giustamente diffidente, è lento a reagire, ma il messaggio viene comunque diffuso: il chirurgo vascolare Dr. Matthew Nolan è stato incastrato per omicidio ed estradato a Pechino.
Nolan (interpretato da Richard Armitage) è colpevole o innocente? È stato sacrificato dal governo britannico per proteggere un prezioso accordo energetico con la Cina, o c’è una cospirazione più profonda? L’agente DC Hana Li (Jing Lusi), incaricata di scortare Nolan sul volo 357, ha sei episodi per scoprirlo.
Li deve indagare in un thriller che premia chi resiste alle fasi iniziali un po’ sciocche, arrivando a un finale molto divertente pieno di colpi di scena.
Invece di diventare confusa alla fine, la trama si risolve in modo chiaro e con un finale emozionante. Numerose sorprese e svolte portano a un episodio finale coinvolgente, in cui i personaggi, inizialmente piatti, diventano più interessanti o comunque non rovinano l’esperienza.
Ma prima di tutto: la sciocchezza.
Il volo 357 non è un volo qualunque. Un misterioso assassino continua a uccidere i passeggeri, i cui cadaveri vengono avvolti in coperte e nascosti nei vani e nelle cabine letto mentre tutti gli altri cercano di godersi il loro film in volo. L’assassino è tra loro, ma chi è e qual è il suo gioco?
Nei primi episodi, la scoperta dei cadaveri diventa quasi farsesca. Una volta superata questa fase, può iniziare il vero intrigo.
Il vero intrigo è l’indagine, o meglio, le indagini. L’investigazione a bordo di Li è affiancata a terra da quella della direttrice dell’MI5 Madeleine Delaney (interpretata da Lesley Sharp) e da un’aspirante giornalista con un legame personale con la storia. La suddivisione delle rivelazioni per ciascuno dei tre è gestita bene e, cosa importante, avviene rapidamente.
Il ritmo veloce di Red Eye è uno dei suoi punti di forza. Una rivelazione segue l’altra senza sosta, con pochissimo tempo per riflettere, una caratteristica che piace ai fan dei thriller. I dialoghi sono superficiali e i personaggi poco profondi, ma tutto ciò passa in secondo piano perché Red Eye è incentrata soprattutto sulla trama.
Non voglio denigrare il cast. Richard Armitage è affidabile come sempre nel ruolo di Nolan, ma non ha molto su cui lavorare in termini di carattere. Dopo sei episodi in compagnia del dottor Matthew Nolan, l’unica cosa che sappiamo di lui è che è un medico vegano. La performance di Jing Lusi sembra limitata dal dialogo generico, ma ha la possibilità di brillare con una sottotrama legata alla storia della famiglia anglo-hongkonghese di Li. Lesley Sharp aggiunge un po’ di autorevolezza ed è chiaramente nata per interpretare il capo dell’MI5, vestita con eleganti completi e camicette di seta.
La trama, va detto, richiama in parte il precedente thriller aereo dello sceneggiatore Peter A Dowling, il film del 2005 “Flightplan – Mistero in volo” con Jodie Foster. In sostanza, gli aerei sono luoghi molto più adatti a nascondere cose di quanto si possa immaginare!
Il resto della storia è esattamente come te lo immagini: ministri cinesi, rivalità tra MI5 e MI6, la speciale relazione con la CIA, cecchini assassini e squallidi locali notturni di Pechino dove la gente va “solo quando vuole sparire”. L’avete già visto e apprezzato, ma probabilmente senza un protagonista valido come Lusi e senza i personaggi e le storie specificamente britanniche dell’Asia orientale e sud-orientale, che aggiungono un dramma coinvolgente e sono attesi da tempo sui nostri schermi.
Tutto sommato, mi sono divertito.
E tu hai visto Red Eye? Ti è piaciuta? Dì la tua nei commenti qui sotto.
La Recensione
Red Eye (serie 2024)
"Red Eye", nonostante un inizio traballante, ci regala un thriller piacevole con colpi di scena interessanti. Merita un solido 6.
PRO
- Colpi di scena interessanti.
- Ritmo veloce che si adatta bene al genere thriller.
CONTRO
- Inizio un po' sciocco.
- Dialoghi e personaggi poco profondi.