Prima di iniziare la recensione della serie Resident Evil di Netflix voglio dirti una cosa.
Ho giocato a tutti i videogame Resident Evil usciti sino ad ora.
A 15 anni avevo finito Resident Evil 2 in 1 ora e 45 minuti… che non è tanto.
Capisci che Netflix verrà tritata dalle mie parole se non ha omaggiato al meglio il fascino del videogioco?
Parte subito male mostrandomi il capitano della S.T.A.R.S Albert Wesker come un chimico di colore. Albert Wesker, l’originale, era biondo e, a quanto ne so, non aveva mai realizzato dei suoi cloni. Aveva però dei super poteri ma non aveva mai creato dei cloni. Tra l’altro, Wesker morì in Resident Evil 5 (videogioco) per mano di altri due membri S.T.A.R.S: Chris Redflied e Jill Valentine, gli altri due protagonisti principali della saga di Resident Evil. Nella storia del videogioco appare solo un figlio di Wesker e non due figlie. Il figlio si chiama Jake Muller ed appare in Resident Evil 6.
Sotto puoi vedere il volto di Albert Wesker nel videogioco Resident Evil 1 e sotto ancora il confronto tra il Wesker del videogioco e quello della serie Netflix. L’unica somiglianza con la vera storia di Wesker è la cooperazione con Umbrella che, però, Wesker boicottava nel game. Tant’è che si unii ad un’altra casa farmaceutica e provò a rubare le ricerche sul virus T dai laboratori Umbrella ancora attivi.
Dopo questa scelta che da amante della saga mi ha fatto un po’ storcere il naso, analizziamo complessivamente la serie Netflix.
Sono sincero, Netflix ha fatto molta strada nei suoi adattamenti di videogiochi. The Witcher e Castlevania sono fantastici esempi di come fare una trasposizione di qualità. In quei due progetti, Netflix è riuscita a mantenere l’atmosfera del gioco e a offrire lo spettacolo che solo una serie è in grado di garantire.
Riguardo a Resident Evil, questa non è la prima volta che vediamo un adattamento della serie Capcom. Ma mentre la maggior parte degli adattamenti live-action hanno provato a raccontare una storia simile a quella del videogioco, il progetto Netflix introduce una trama nuova di zecca.
Ho passato la maggior parte del mio tempo cercando di capire come adattare la serie Resident Evil al resto del franchise. Albert Wesker è interpretato da un grande attore: Lance Reddick. Mi aspettavo molto di più da lui. La sua interpretazione mi ha confuso. Forse una seconda stagione esplorerà ulteriormente le connessioni tra il suo personaggio e quello del videogioco o magari un gioco futuro proverà a farlo. Lo spero vivamente.
La serie si apre con Jade (Ella Balinska) adulta che ci introduce al mondo post-apocalittico pieno di zombi del 2036. Veniamo quindi catapultati nel passato (2022) mentre Albert Wesker si trasferisce con le sue due figlie, Jade (Tamara Smart) e Billie (Siena Agundong) a New Raccoon City. Veniamo quindi sbalzati continuamente tra le due linee temporali in tutti gli otto episodi. In genere mi piace questo stile di narrazione, in alcune serie o film funziona ma, quando un periodo di tempo supera ampiamente l’altro, si crea un problema. La serie avrebbe potuto dare un’attenzione significativa a una trama o all’altra. Personalmente, ho trovato più divertente la trama della famiglia Wesker nella New Raccoon City. Forse valeva la pena investire del tempo a raccontare su come funziona la Umbrella Corp, su come viene organizzato il liceo e sul periodo che porta all’infezione che mette fine al mondo. La trama del 2036 vanta delle belle scene ma sembra una qualsiasi serie TV di zombi. Si sono concentrati troppo sulle creature e poco sulla caratterizzazione dei personaggi.
La cosa migliore che Netflix ha fatto in questo adattamento di Resident Evil è il casting. Reddick, Smart e Agundong sono eccellenti nella trama del 2022. Reddick interpreta un chimico oberato di lavoro che lotta per trovare il tempo per le sue due figlie. Potrebbe non essere sempre il miglior padre, ma ci prova. Le sorelle sono le vere star della serie TV. Il modo in cui le due interagiscono tra di loro, con il padre e con gli altri ragazzi a scuola è ciò che porta avanti questa storia.
Non direi che Resident Evil di Netflix sia una brutta serie. Ha le sue difficoltà, ma non è così terribile. È una buona serie di zombi ma sarebbe esagerato collocarla al primo posto come migliore serie TV di Resident Evil. Al posto dei creatori avrei optato per personaggi completamente nuovi e senza alcun legame misterioso con Wesker.
Un aspetto che segnalo con gioia è la presenza dei mostri iconici del franchise Resident Evil: zombi, cani mutati, licker e altri. Sicuramente la serie non si mette nemmeno tanti problemi a mostrare un po’ di sangue. Manca sicuramente l’atmosfera Horror e Survival del franchise. Ho apprezzato tantissimo l’episodio in cui Jade e Billie cercano una borsa lasciata dal padre risolvendo diversi enigmi in stile puzzle di Resident Evil. Mi sarebbe piaciuto vedere queste cose un po’ più spesso.
Per concludere, non dirò che non dovresti guardare la serie Resident Evil di Netflix. Anche se sei un fan sfegatato del franchise dagli una possibilità. Sono sicuro che, in alcuni frangenti, riuscirà a divertirti. Anche se fatica a trovare il suo posto tra le altre serie e film di Resident Evil, è comunque una buona serie di zombi. E sono curioso di vedere come collegheranno questa serie all’universo Resident Evil.
E tu cosa ne pensi di Resident Evil di Netflix? Dì la tua attraverso i commenti, sono curioso.
La Recensione
Resident Evil serie Netflix Prima Stagione
Per concludere, non dirò che non dovresti guardare la serie Resident Evil di Netflix. Anche se sei un fan sfegatato del franchise dagli una possibilità. Sono sicuro che, in alcuni frangenti, riuscirà a divertirti. Anche se fatica a trovare il suo posto tra le altre serie e film di Resident Evil, è comunque una buona serie di zombi. E sono curioso di vedere come collegheranno questa serie all'universo Resident Evil.
PRO
- Bella serie di zombie
- La trama nella New Raccoon City non è male
- Ottime scelte di casting
CONTRO
- Difficile collocarla nell'universo Resident Evil
- La trama del futuro manca di personalità