L’annuncio della reunion degli Oasis ha suscitato enorme entusiasmo tra i fan di tutto il mondo, ma questo clima festoso è stato presto oscurato da accese polemiche legate alla vendita dei biglietti. Il tanto atteso tour del 2025 ha attirato l’interesse di milioni di persone, ma il sistema di dynamic pricing ha generato frustrazione e rabbia tra i fan, spingendo gli Oasis a prendere le distanze dalla gestione dei biglietti.
Il sistema del dynamic pricing: cos’è e perché sta causando problemi?
Il dynamic pricing è una pratica di gestione dei prezzi già utilizzata in vari settori, tra cui quello musicale, e si basa sulla domanda e offerta: il costo dei biglietti aumenta in base alla richiesta del mercato. Sebbene l’intenzione iniziale fosse quella di ridurre il fenomeno del bagarinaggio, il risultato è stato che molti fan si sono trovati di fronte a cifre spropositate per poter assistere ai concerti della band.
I fan, che già avevano dovuto affrontare lunghe code virtuali per accedere all’acquisto dei biglietti, sono rimasti sconcertati dai prezzi in continua crescita a causa di questo sistema dinamico. Molti di loro si sono visti costretti a pagare prezzi molto superiori rispetto a quanto preventivato, creando una forte delusione. Questo ha portato la Commissione europea e il governo inglese ad aprire indagini sulla legittimità e trasparenza del dynamic pricing nei concerti.
La risposta degli Oasis: nessuna responsabilità diretta
Di fronte all’ondata di critiche, gli Oasis hanno deciso di intervenire con un comunicato ufficiale in cui dichiarano di non essere stati a conoscenza dell’uso del dynamic pricing nella vendita dei biglietti. La band ha spiegato che la gestione della vendita dei biglietti è interamente affidata a promoter e management, sollevandosi da ogni responsabilità diretta.
Nel comunicato, si sottolinea che, sebbene ci fossero stati incontri tra i vari soggetti coinvolti – promoter, Ticketmaster e il management della band – per garantire un sistema di vendita equo, l’implementazione del dynamic pricing non ha funzionato come previsto. Gli Oasis si dichiarano dispiaciuti per la frustrazione dei fan, ma attribuiscono il problema a una domanda senza precedenti, con ben 10 milioni di persone provenienti da 158 paesi che hanno cercato di acquistare i biglietti.
Un sistema che doveva ridurre il bagarinaggio, ma che ha fallito
Uno degli obiettivi principali del dynamic pricing era quello di ridurre il bagarinaggio – un problema endemico nei grandi eventi musicali – mantenendo i prezzi ufficiali più bassi possibile. Tuttavia, l’altissima domanda ha fatto sì che i prezzi dinamici salissero rapidamente, portando a una delusione diffusa. Secondo il comunicato della band, tutte le parti coinvolte hanno fatto il possibile per garantire un’esperienza equa per i fan, ma l’elevata richiesta ha superato le aspettative.
La band riconosce che la gestione della vendita è stata problematica, ma ha sottolineato che il numero enorme di acquirenti ha messo a dura prova le piattaforme di vendita, causando code interminabili e lasciando molti fan senza biglietto dopo ore di attesa.
Il futuro delle vendite di biglietti per concerti
La controversia sugli Oasis è solo l’ultima di una serie di discussioni sul dynamic pricing nei concerti di grandi artisti. Mentre l’obiettivo dichiarato è quello di combattere la rivendita illegale, i fan continuano a sentirsi esclusi da eventi che dovrebbero essere accessibili. Questa situazione solleva domande più ampie su come gestire la vendita di biglietti in un’era digitale, e se il dynamic pricing sia effettivamente il metodo giusto per affrontare il problema.
E tu, cosa ne pensi?
Hai provato a comprare i biglietti per la reunion degli Oasis? Ti sei imbattuto nel sistema di dynamic pricing? Condividi la tua esperienza e le tue opinioni nei commenti qui sotto!