Robert Smith, il leggendario frontman dei The Cure, ha parlato apertamente contro la pratica del dynamic pricing di Ticketmaster, definendola una vera e propria “truffa”. Nonostante la sua posizione nel mondo della musica lo potrebbe portare a trarre vantaggio da questi prezzi esorbitanti, Smith ha scelto di farsi portavoce delle preoccupazioni dei fan, portando addirittura Ticketmaster a emettere parziali rimborsi a causa delle commissioni spropositate. In una recente intervista al Sunday Times, Smith ha nuovamente denunciato il sistema di bigliettazione moderno.
Il problema del dynamic pricing
Il dynamic pricing, o prezzo dinamico, è una pratica che adegua i costi dei biglietti in base alla domanda. Quando la richiesta aumenta, anche i prezzi salgono vertiginosamente, talvolta in modo incontrollato. Secondo Robert Smith, questa strategia commerciale è inaccettabile e sfrutta ingiustamente i fan.
In particolare, Smith ha sottolineato come il profitto eccessivo derivante dalla vendita dei biglietti non sia necessario per gli artisti di grande successo. La sua posizione è chiara: “Non abbiamo bisogno di fare tutti questi soldi”. Questo approccio mette in luce una differenza fondamentale rispetto ad altri artisti, molti dei quali sembrano accettare passivamente queste pratiche, nascondendosi dietro le decisioni prese dal management.
Il modello di business secondo Robert Smith
Smith non è contrario all’idea di trarre profitto dai concerti, ma la sua visione è diversa. Egli crede che i prezzi dei biglietti dovrebbero essere più accessibili per creare un rapporto di fiducia e lealtà con il pubblico. “Se la gente risparmia sui biglietti, comprerà birra o merchandising. Ci sarà buona volontà, e torneranno la prossima volta”, ha spiegato Smith. Questo modello, secondo lui, genererebbe un circolo virtuoso: fan più soddisfatti e fedeli che continueranno a supportare l’artista nel tempo.
La determinazione di Smith nel mantenere prezzi accessibili è evidente anche nella sua scelta di non permettere il dynamic pricing per i concerti dei The Cure. “È una truffa che sparirebbe se ogni artista dicesse: ‘Non lo voglio!'”, ha affermato. Ma purtroppo, secondo lui, molti artisti preferiscono ignorare il problema o fare finta di non esserne a conoscenza.
Il futuro dei concerti: verso prezzi più equi?
Con l’uscita del nuovo album dei The Cure, Songs of a Lost World, prevista per il 1 novembre, e un concerto programmato a Londra per lo stesso giorno, molti fan sperano che la band continui a mantenere prezzi accessibili. Robert Smith ha dimostrato di avere una profonda empatia verso il suo pubblico e di comprendere il valore di un’esperienza dal vivo che non svuoti le tasche dei fan.
Il suo approccio contrasta fortemente con la tendenza attuale del mercato musicale, dove i concerti sono spesso eventi costosi, e i biglietti possono raggiungere cifre astronomiche, grazie anche al dynamic pricing. Molti artisti e promoter sembrano aver abbracciato questa strategia, spesso giustificandola con la domanda del mercato. Ma come afferma Smith, questa pratica è alimentata solo dalla cupidigia.
Un richiamo agli artisti
Smith non si limita a criticare il sistema, ma chiama direttamente in causa i suoi colleghi artisti. Secondo lui, molti artisti scelgono di “nascondersi” dietro il loro management, fingendo di non essere a conoscenza delle dinamiche di prezzo. “Tutti lo sanno”, ha detto senza mezzi termini, aggiungendo che chi afferma di non sapere è “o incredibilmente stupido o sta mentendo”.
Questa denuncia aperta e diretta potrebbe far riflettere molti nel settore musicale. Se artisti di fama come Smith iniziano a prendere posizione contro queste pratiche, potrebbe esserci una speranza per una trasformazione del mercato della bigliettazione, verso un modello più equo per i fan.
La relazione tra artista e fan
Il rapporto tra artista e pubblico è al centro delle preoccupazioni di Smith. Secondo lui, la fiducia e la fedeltà dei fan devono essere coltivate attraverso esperienze positive, e non sfruttate per massimizzare il profitto a breve termine. In un’epoca in cui il mercato dei concerti è una delle principali fonti di guadagno per gli artisti, mantenere un equilibrio tra redditività e accessibilità diventa cruciale.
Smith ha dimostrato, attraverso le sue azioni e le sue dichiarazioni, di essere un musicista che mette i fan al primo posto. Questa filosofia, se seguita da altri artisti, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui il pubblico vive i concerti e le esperienze dal vivo.
Cosa ne pensi?
La posizione di Robert Smith ti ha fatto riflettere sul prezzo dei biglietti per i concerti? Sei d’accordo con la sua critica al dynamic pricing? Raccontaci la tua esperienza e cosa ne pensi nei commenti qui sotto!