Tutti d’accordo che la seconda stagione di “The Umbrella Academy” sia stata migliore della prima?
La prima stagione di “The Umbrella Academy“, distribuita da Netflix, ha fatto il suo debutto lo scorso anno ed è stato per tutti amore a – quasi – prima vista. Impossibile non innamorarsi dei protagonisti e delle situazioni bizzarre nate dall’omonimo e incredibile fumetto di Gerard Way e Gabriel Bá, riadattato per il piccolo schermo da Steve Blackman (come ci ricorda ogni puntata durante i titoli di apertura). Ma se da una parte la prima stagione ci ha stuzzicati mostrandoci solo la superficie di quello che è un universo incredibilmente vasto, la seconda stagione fa bene il suo lavoro, e cioè quello di approfondire bene i suoi (tanti) personaggi, dando spazio alla loro crescita interiore e all’importanza dei loro sentimenti, lasciandoci solo con un unico dubbio finale: il personaggio migliore è Five? Oppure Klaus?
Scherzi a parte, non posso che dirmi che soddisfatta da questa seconda stagione che è stata – tralasciando qualche difettuccio qua e là – divertente, ben costruita e spassosa. The Umbrella Academy si fa amare perchè riesce ad essere uno di quei prodotti che filano lisci come l’olio, senza intoppi o esclamazioni del tipo “Non ricordo dove eravamo rimasti”. Forse proprio per essere perfettamente in grado di strappare sorrisi ma allo stesso tempo di porre gli accenti in situazioni drammatiche dove serve, questa serie si lascia guardare estremamente volentieri.
Stessi supereroi, nuovi superproblemi!
Per non dare per scontato nulla ripassiamo velocemente i concetti base: il 1º ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partoriscono contemporaneamente e in maniera totalmente improvvisa, nonostante nessuna di loro mostri alcun segno di gravidanza sino all’inizio del travaglio. Sette di questi bambini vengono adottati dall’eccentrico miliardario Reginald Hargreeves, che li addestra severamente attraverso la da lui soprannominata “The Umbrella Academy”, formando così una squadra di supereroi. E sì, in sostanza, perchè è fissato con gli ombrelli.
Alla fine della prima stagione i sette membri dell’Academy – l’omone Luther (Tom Hopper), il vigilante Diego (David Castañeda), la dolce Allison (Emmy Raver-Lampman), il bizzarro Klaus (Robert Sheenan), l’indecifrabile Cinque (Aidan Gallagher), il fantasma Ben (Justin H. Min) e la potentissima Vanya (Ellen Page) – riescono ad evitare l’apocalisse – tra le altre cose, provocata dalla stessa Vanya – grazie al potere di Cinque che in qualche modo riesce a spedirli tutti indietro nel tempo: l’unisco grosso problema è che ognuno di loro “atterra” in un momento storico diverso…d’altronde cosa potevamo aspettarci, mica poteva filare tutto liscio per i fratelli Hargreeves?
Cinque realizza presto che qualcosa è andato storto: dopo aver realizzato di essere arrivato a Dallas, Texas, il 25 Novembre 1963, si trova nel bel mezzo di una guerra nucleare che i suoi fratelli stanno disperatamente cercando di combattere insieme. Qui, un anziano Hazel (grande assente di questa stagione, interpretato da Cameron Britton) prima di morire per mano di tre tizi dai capelli bizzarri sgancia la prima bomba: Cinque e i suoi fratelli hanno solo 10 giorni per fermare una nuova apocalisse.
Nel frattempo vengono rivelate anche le nuove vite degli altri membri dell’Academy: Luther si guadagna da vivere su un ring di pugilato ed è diventato la guardia del corpo di Jack Ruby; Diego è bloccato in un manicomio insieme a Lila (Ritu Arya), mentre pensa continuamente a un piano per poter salvare la vita al presidente Kennedy; Vanya, dopo aver perso la memoria in seguito a un incidente, diventa la tata di un ragazzino problematico, figlio della stessa donna che l’ha investita, Sissy (Mary Ireland); Allison si è sposata con un attivista per i diritti civili di nome Raymond Chestnut (Yusuf Gatewood) mentre Klaus…beh, fa quello che sa fare meglio, cioè essere Klaus. E accidentalmente, nel frattempo, dà anche vita ad una setta.
Le vite dei sette fratelli si dovranno intrecciare nuovamente per evitare che incombi su di loro una nuova apocalisse, ma i nostri supereroi preferiti devono fare nuovamente i conti con The Handler (Kate Walsh), che una volta tornata, ha ben più di un solo asso nella manica per fermarli, mentre dovranno cercare di capire se il loro defunto padre è coinvolto nella morte di Kennedy…
C’è chi brilla senza sforzo…e chi no
Perché amiamo così tanto “The Umbrella Academy”? Semplice, perché ci sono Cinque e Klaus.
Scherzi a parte, la seconda stagione di questo prodotto è perfettamente consapevole che ora è compresa molto più facilmente della prima e sfrutta al meglio gli elementi che in questa più avevano funzionato. Che tra questi ci siano inevitabilmente Robert Sheenan e Aidan Gallagher nessuno lo mette in dubbio, ma insieme a loro tutto il cast si fa sentire a gran voce in questa nuova stagione che non abbandona l’elemento bizzarro e continua a essere estremamente spassosa. O per lo meno quasi tutti.
- Questa è senza dubbio la stagione di Klaus: senza necessariamente chiedere il permesso il personaggio attira gli occhi su di sé in qualsiasi scena. C’è sempre qualcosa che dice o che fa che ci strappa il sorriso, e così finisce inevitabilmente per catturare i nostri cuori. Soprattutto quando realizziamo che sotto la corazza tragicomica che si porta dietro in ogni dove, Klaus è un ragazzo fragile che ha solo bisogno di affetto e tenta in tutti i modi di salvare la vita a Dave, il ragazzo che tanto amava e che ha perso nella guerra in Vietnam.
- Cinque è uno dei personaggi più amati e anche in questa stagione non perde un colpo. L’assurda bravura di Gallagher, da poco sedicenne che riesce a vestire perfettamente i panni di un uomo di settant’anni e più, ogni volta ci lascia a bocca aperta. Una delle scene più epiche? Sicuramente quando sfida sè stesso…
- Vanya guadagna in questa stagione mille punti tutti in un colpo. Difficile da sopportare talvolta nella prima stagione, in questa scopre la vera se stessa, paradossalmente perdendo tutti i propri ricordi. Ellen Page non poteva essere più azzeccata per questo personaggio, lo pensate anche voi?
- E poi arriva Diego: un duro dal cuore tenero che finisce per innamorarsi della figlia dell’acerrimo nemico e che si auto-convince di dover salvare il presidente Kennedy a tutti i costi. Diego, ti amiamo proprio perchè a volte sei così ingenuo!
- Anche Ben, finalmente, brilla (in tutti i sensi): il suo personaggio, spesso marginale e costretto a qualche comparsa nella prima stagione, in questa diventa una sorta di grillo parlante per il nostro Klaus, che lo lascerà addirittura usare il suo corpo per vivere ancora qualche minuto. Non possiamo spolverarvi cosa gli succede, ma sappiate che appartiene proprio a lui una delle più belle scene di questa stagione. Quando la vedrete, capirete.
- Allison, rimasta senza figlia, raccoglie tutto il suo affetto e lo riversa in un marito che ama, ma non abbastanza da dirgli tutta la verità su di lei e i suoi poteri. Ma in ogni linea temporale Allison è una combattente e questo ha modo di dimostrarlo in un’epoca estremamente difficile per le persone di colore: le sue scene sono forse tra le più toccanti.
- E infine arriva Luther…in tutti i sensi. Non so se sia perché deve ancora arrivare il suo momento, ma non con lui non si ha proprio la sensazione che questa fosse la sua stagione. Brancola nel buio prima perché scopre che Allison si è sposata e poi perché si allea con Cinque per cercare di fermare l’Apocalisse…ma sembra sempre appunto che rimanga nell’ombra di altri personaggi.
Ecco perché abbiamo amato la seconda stagione
La seconda stagione di “The Umbrella Academy” funziona…e funziona un po’ di più della prima. Non che appunto la prima non fosse stata bella, perché ha funzionato da introduzione al bizzarro mondo dei fratelli Hargreeves, ma proprio perché la seconda trova migliori espedienti per funzionare e approfondisce meglio i suoi personaggi, mostrandoci non solo la loro parte eroica ma quella umana che non viene meno nonostante vengano presi e sradicati in un’epoca completamente diversa.
Forse proprio questo ritorno al passato è ciò che funziona di più: il contesto storico nel quale si ritrovano a combattere i nostri supereroi è di per sé molto complesso e interessante (sono gli anni dell’assassinio di Kennedy, del movimento per i diritti civili degli afroamericani, dell’I Have a dream e della guerra in Vietnam) e questo non fa altro che rendere la loro storia ancora più avvincente e godibile.
I personaggi, chi più chi meno, funzionano, creando storie reali alle quali ci affezioniamo e che al termine della seconda stagione facciamo fatica ad abbandonare. Il finale (attenzione, spoiler!) ci lascia non senza interrogativi e speranzosi che la terza stagione sarà ancora migliore: questa “Sparrow Academy” avrà qualcosa a che fare con il figlio di Sissy? Perché in questa linea temporale Ben è così diverso (e soprattutto, vivo)? I fratelli Hargreeves si saranno definitivamente sbarazzati dell’apocalisse?
Immagino lo scopriremo solo vivendo!
A voi è piaciuta la seconda stagione di “The Umbrella Academy”? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
The Umbrella Academy: Seconda stagione
La seconda stagione della serie Netflix convince più della prima perché è in grado di giocare bene le sue carte, in particolare con i due personaggi più amati dal pubblico, Cinque e Klaus. L'ambientazione anni '60 fa proprio al caso dei fratelli Hargreeves che a parte qualche strafalcione qua e là non ne sbagliano una.
PRO
- Cinque e Klaus ci sono tanto, ma mai troppo
- Gli anni '60 calzano a pennello
- Le storie dei personaggi e il loro carattere vengono approfonditi maggiormente
CONTRO
- Luther rimane il personaggio che funziona meno
- A volte le battute ironiche non funzionano, creando l'effetto opposto
- Quanto dovremo aspettare per la stagione tre?