Proprio oggi, 15 ottobre, arriva su Netflix una serie dal titolo Social Distance, pensata e girara interamente durante il lockdown per la pandemia del Covid-19, che ci ha coinvolti mondialmente (e che ancora ci condiziona) in questo folle 2020.
Social Distance è stato realizzato tramite riprese amatoriali, o comunque con scene che richiamano le maggiori app di messaggistica e video chat. Gli ideatori sono Hilary Weisman Graham e da Jenji Kohan, che hanno saputo rendere leggera e fruibile una tematica che, ad oggi, è uno dei più grandi problemi a livello mondiale.
Di cosa parla Social Distance: la trama della serie tv
La serie è pensata come antologica, con tematiche che cambiano di puntata in puntata, così come i protagonisti che vediamo sullo schermo. Social Distance parla del lockdown, del nostro lockdown, quello che per mesi abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
La vita chiusi in casa, le video chiamate ai parenti e agli amici, i momenti di relax e i momenti di sclero. Social Distance non parla espressamente del virus, piuttosto del modo in cui ognuno di noi ha affrontato l’argomento e il periodo, tra paura e negazionismo, tra ironia e fake news; solitudine, famiglia, spazi ristretti, fobie… Social Distance è un caleidoscopio di emozioni, e nonostante il tono leggero, non risulta mai offensivo o superficiale, semplicemente perché racconta qualcosa che tutti noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
Nelle puntate della serie, inevitabilmente, si parla molto di social, principali protagonisti delle nostre giornate durante il lockdown, quando ci hanno accompagnati nei momenti di noia, di solitudine, ma anche di condivisione e vicinanza.
Social Distance racconta la pandemia, il lockdown, racconta un po’ tutti noi, nel bene e nel male di questo periodo storico. Da vedere con la giusta ironia e con la voglia di poter presto ripartire e tornare, forse, alla vita senza il Covid-19, per sempre diversi da quello che eravamo…
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