TITOLO: Southpaw – L’Ultima Sfida
REGIA: Antoine Fuqua
CAST: Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Naomie Harris, Forest Whitaker, Rita Ora, 50 Cent, Beau Knapp, Victor Ortiz
PAESE: USA
ANNO: 2015
GENERE: Drammatico – Boxe
DURATA: 123 minuti
Gyllenhaal interpreta Billy Hope, un orfano cresciuto dal sistema e che è salito al vertice della boxe sino a diventare il campione del mondo dei pesi medio massimi. Ha una moglie (Rachel McAdams) dolcissima al suo fianco, e l’intelligente giovane figlia Leila (Oona Laurence), che lo incita spesso e poi c’è il manager (Curtis ’50 Cent ‘Jackson), conosciuto come il più feroce nel settore. Ma i fallimenti personali, tragedie inaspettate e crisi finanziarie pongono improvvisamente fine al suo stile di vita milionario – mi ricorda un po’ la storia di un film di Rocky dove poi lui iniziò ad allenare un giovane biondino – lasciandolo solo a vagare per le strade di New York in cerca di un posto dove vivere. Lui cerca l’aiuto del proprietario di una palestra, che di nome fa Tick (Forest Whitaker), che aiuta Billy a ricomporsi mentalmente, così da poter affrontare la sua nemesi (Miguel Gomez).
Billy è una testa calda non facile da gestire e causa problemi a se ed alla sua famiglia. Gyllenhaal è una massa impressionante di muscoli, cicatrici e tatuaggi, con una rabbia interiore che brucia dentro, un personaggio sorprendentemente credibile. Lavora anche duramente per guadagnarsi le simpatie del pubblico, nonostante la superficialità della sceneggiatura di Kurt Sutter. Il ruolo di Whitaker è meno sfumato; lui è poco più che l’allenatore burbero di Hope. McAdams inietta qualche energia scattante al film nella sua brevissima apparizione. In realtà è Laurence che emerge come personaggio più risonante del film, senza sforzo, rubando le scene proprio a Gyllenhaal.
Southpaw l’ultima sfida recensione – in questa foto Jake Gyllenhaal e 50 CentChiaramente, il regista Anton Fuqua e lo sceneggiatore Sutter, erano molto più interessati alle rotazioni standard del film di pugilato rispetto alle tematiche complesse sollevate nel corso della storia. Ci sono opportunità lungo la strada per coinvolgere esplorazioni riguardo ai pericoli della fama, la corruzione nello sport, dolore e anche riguardo ad un misterioso omicidio, ma i realizzatori hanno semplicemente ignorato questi problemi evidenziando un altro punto della trama banale che abbiamo visto centinaia di volte in questo tipo di film. Non c’è un solo momento del film che è originale o provocatorio. Almeno i match di boxe sono belli da vedere, ed anche il montaggio è ottimo anche grazie alla colonna sonora di cui fa parte la track tagliente “Kings Never Die” di Eminem & Gwen Stefani. Grazie alla prestazione di Gyllenhaal, questa pellicola merita un’occhiata. Ma lui è il tipo di attore che ama scavare sotto la superficie di un personaggio, e Fuqua non gli permette questo in Southpaw.
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La Recensione
Il Verdetto
Centrare uno spettacolo con protagonista Jake Gyllenhaal è sempre una buona mossa, ma è piuttosto fastidioso che ogni volta che un tema interessante viene trattato subito dopo viene spazzato via dal cliché del boxe-movie più banale.