Nei cinema dal 10 Luglio, “Spider-Man: Far From Home” ha esordito nei cinema italiani con un vero e proprio botto: si parla infatti di un incasso superiore a 5 milioni di euro.
Il film è il sequel di “Spider-Man: Homecoming” del 2017, anche se cronologicamente i suoi avvenimenti seguono quelli di “Avengers: Endgame“, ora di nuovo nei cinema con contenuti extra.
Diretto da Tom Watts, già regista del primo film, “Far from Home” vede il ritorno del protagonista Tom Holland nei panni del giovane (e impacciato) Peter Parker. Insieme a lui, Samuel L. Jackson, Zendaya nei panni della rivoluzionata MJ, Cobie Smulders, Jon Favreau, Jacob Batalon nei panni de “l’uomo dietro la sedia” Ned Leeds e Jake Gyllenhaal, che arriva per interpretare “Mysterio”.
Ultimo della cosiddetta “Fase Tre” e della “Saga dell’Infinito”, “Spider-Man: Far from Home” è il ventitreesimo film del Marvel Cinematic Universe.
Attenzione: d’ora in poi troverai spoiler sul film “Sider-Man: Far from Home” e “Avengers: Endgame”. Continua a tuo rischio e pericolo!
Recensione di “Spider-Man: Far from Home”
“Far from Home” ha avuto due compiti estremamente difficili: venire dopo “Avengers: Endgame” e concludere la terza fase del mondo Marvel. E non ha fallito.
Non è facile posizionarsi dopo la fine di una vera e propria era, non è facile arrivare dopo la perdita di uno dei più grandi supereroi che il mondo abbia mai conosciuto. La mancanza di Iron Man è forte e si fa sentire tutta, ma è necessario trovare un modo per andare avanti e questo compito spetta proprio a Peter Parker.
E Peter attraversa i problemi che qualsiasi adolescente della sua età ha: vorrebbe solo andare in gita, prima a Venezia e poi a Parigi, e finalmente confessare i suoi sentimenti a MJ. Ma non se lo può permettere, perchè è Spider-Man – e perdonatemi, ma non si può non citare la saga di Raimi. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, giusto?
Peter Parker ci va a Venezia, ma qui compare il primo Elementale – un essere composto dai 4 elementi principali – che rovina il suo piano perfetto. Viene quindi portato da Fury a conoscere Quentin Beck, alter-ego di Mysterio, un uomo che proviene da un universo alternativo che ha perso tutto proprio a causa di questi mostri.
La gita di Peter ci mette davvero poco ad essere trasformata in un diversivo usato da Fury per permettere a Spider-Man di aiutare Mysterio nel sconfiggere gli Elementali. Ed è proprio qui che il piano perfetto di Peter fallisce: niente più Parigi ma Praga, niente più confessione romantica a MJ.
Ma non tutto è come sembra. Dopo aver sconfitto gli Elementali, Peter si convince di non essere la persona giusta per diventare il nuovo Iron Man. E’ certo che Tony Stark stesso se fosse ancora in vita non avrebbe voluto altri che proprio Quentin come nuovo Iron Man, una persona buona e con esperienza, pronta a tutto per salvare gli altri.
Peter Parker – e di conseguenza Spider-Man – diventa un supereroe estremamente umano, fragile quasi, nel sequel di Watts. E Holland è in grado di cogliere queste crepe alla perfezione, forse perchè anche lui estremamente giovane, forse perchè visibilmente innamorato del personaggio che interpreta.
Un eroe che non crede in se stesso, che commette errori, che si sottovaluta, e che continua a chiedere “Ma non è che c’è qualcun altro che potete chiamare al posto mio?” perché è facile pensare che gli altri valgano di più. Normale, umano.
Peter non si accorge che in realtà Mysterio sta mentendo sulla sua identità – per lo meno non all’inizio. Viene aiutato – incredibile a dirsi – proprio da MJ (che nel frattempo scopre anche il suo segreto più grande) e cerca disperatamente di dirlo a Fury, ma viene ingannato nuovamente proprio da Mysterio che ormai ha deciso: vuole essere il nuovo Iron Mar, e per farlo è disposto davvero a tutto.
Spesso bisogna toccare il fondo prima di ripartire. E Peter si aggrappa al fondo con entrambe le mani: ammette di sentire la mancanza di Tony, ammette di non sentirsi adatto a sostituirlo, ammette di non sentirsi abbastanza. Ma forse solo così può sperare di trovare se stesso.
Perchè il mondo sentirà sempre la mancanza di Iron Man e nessuno riuscirà mai a sostituirlo. Ma il mondo ha bisogno anche di Spider-Man – con i suoi difetti, le sue insicurezze e il non voler arrendersi mai.
Così è proprio abbracciando le sue debolezze che Spider-Man riesce a sconfiggere Mysterio – un Jake Gyllenhall divertente, esagerato, bravissimo – e alla fine riesce anche ad avere il suo momento romantico con MJ.
“Spider-Man: Far From Home” riesce per molti versi ad essere ancora migliore del primo film e non cade nella trappola di essere ripetitivo o sottotono, nonostante arrivi dopo la vera e propria bomba che è stato “Avengers: Endgame”. Holland è riuscito a carpire l’essenza del suo personaggio, rendendolo davvero vicino a quello dei fumetti, forse tanto quanto era riuscito Raimi con il suo Spider-Man 2.
I tempi sono diversi, i villain anche, ma l’essenza rimane: quella di un ragazzo che ha perso tanto e vuole combattere per essere all’altezza delle aspettative degli altri, anche quando sembra impossibile.
Le scene post-credit di “Spider-Man: Far from Home”
Nella scena finale del film, Peter porta MJ a fare un giro volteggiando tra i palazzi di New York, e quando atterranno, la ragazza gli dice giustamente di non volerlo fare mai più.
Prima che Spider-man possa ripartire, l’attenzione dei due viene attirata da un maxischermo su cui compare…J. Jonah Jameson, già protagonista nella saga di Sam Raimi, interpretato proprio da J.K. Simmons.
Nel video, Simmons accusa Spider-Man di aver ucciso Mysterio e viene ufficialmente svelata l’identità del supereroe: “Spider-Man è Peter Parker”
Come ogni film della Marvel che si rispetti, “Spider-man: Far From Home” ha avuto una scena post-titoli di coda. Naturalmente i fan più accaniti hanno già cominciato a sviluppare interessanti teorie…
Nel post-credits di “Spider-Man: Far from Home” viene infatti svelato che Nick Fury e Maria Hill erano in realtà Talos (Ben Mendelsohn), leader della comunità Skrull vista in Captain Marvel, e sua moglie.
Quest’ultima spinge il marito, imbarazzato perché non ha capito subito che Beck era un impostore, a chiamare il vero Fury, che è in “vacanza” su un’astronave Skrull, da qualche parte nello spazio e si è fatto sostituire per l’occasione dall’amico alieno.
Che la Marvel si stia lanciando verso una nuova fase, forse quella cosmica? Ma soprattutto, ci verrà mai svelato da quanto tempo Fury era in realtà sostituito da Talos?
Tutte domande a cui speriamo di ricevere presto una risposta.
A voi è piaciuto “Spider-Man: Far From Home?” Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
La recensione di "Spider-Man: Far From Home"
Anche se ha il complesso compito di venire dopo "Avengers: Endgame", il sequel "Spider-Man: Far From Home" riesce a colpire nel segno e a mostrare un supereroe con alcune crepe. Holland comprende perfettamente il suo personaggio e ci regala un Peter Parker che tocca il fondo...ma che da lì può solo risalire. Jake Gyllenhall è un vero spasso!