Steven Spielberg ha denunciato l’impennata globale dell’antisemitismo e ha espresso i suoi primi commenti diretti sull’azione militare di Israele a Gaza, in un discorso in occasione del 30° anniversario della fondazione della USC Shoah Foundation.
Nel commento riportato da Deadline, Spielberg ha affermato:
“Coloro che non riescono a ricordare il passato sono condannati a ripeterlo. Sono sempre più allarmato dal fatto che potremmo essere condannati a ripetere la storia e a dover lottare ancora una volta per il diritto stesso di essere ebrei”.
Ha aggiunto:
“Gli echi della storia sono inconfondibili nel nostro clima attuale. L’ascesa di opinioni estremiste ha creato un ambiente pericoloso e l’intolleranza radicale porta una società a non celebrare più le differenze ma a cospirare invece per demonizzare coloro che sono diversi fino al punto di creare “l’Altro”… e discriminazione sikh. La creazione dell’Altro e la disumanizzazione di qualsiasi gruppo sulla base delle proprie differenze sono il fondamento del fascismo”.
Spielberg denuncia l’antisemitismo: il commento su Gaza
Spielberg ha anche affrontato direttamente per la prima volta l’attuale conflitto a Gaza, dicendo:
“Possiamo infuriarci contro gli atti atroci commessi dai terroristi del 7 ottobre e anche denunciare l’uccisione di donne e bambini innocenti a Gaza”.
A dicembre, in una dichiarazione della Fondazione Shoah sul massacro di Hamas del 7 ottobre, che provocò circa 1.200 morti, stupri di massa e la presa di circa 130 ostaggi, egli aveva affermato: “Non avrei mai immaginato di vedere una barbarie così indicibile contro gli ebrei in la mia vita.”
Spielberg poi non ha firmato la lettera aperta in cui critica il discorso di accettazione dell’Oscar del regista di Zone of Interest, Jonathan Glazer.
Poco dopo aver completato il dramma sull’Olocausto Schindler’s List, Spielberg ha fondato la Shoah Foundation nel 1994 con il preciso scopo di registrare la testimonianza dei sopravvissuti all’Olocausto, e nel 2006 si è trasferita alla University of Southern California.
Siamo stati tutti profondamente scossi dai recenti eventi avvenuti in Israele e a Gaza. Quest’ultimo conflitto segna l’inizio di un capitolo che probabilmente influenzerà milioni di vite, sia in Medio Oriente che altrove, negli anni a venire.
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