Sei pronto a tornare nell’arena più spaventosa della TV? “Squid Game” – la serie sudcoreana diventata fenomeno globale nel 2021 – è finalmente tornata con la seconda stagione, e la faccenda si fa più complicata che mai. Come avrai intuito, il gioco non si è affatto concluso con la vittoria di Seong Gi-hun, anzi: ci aspetta un viaggio ancor più tortuoso fra trappole letali, alleanze traballanti e quei terrificanti giochi d’infanzia reinterpretati in maniera letale. Tuttavia, non lasciarti ingannare dalla scia di sangue e dal suono inquietante della famosa bambola gigante: questa volta, i misteri si nascondono nei salti temporali e nelle vite che i protagonisti conducono oltre le mura degli allucinanti scenari di gara.
Uno stacco di due anni (ma non è tutto oro quello che luccica)
Se alla fine della prima stagione di Squid Game eri rimasto a bocca aperta vedendo Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae) con una nuova, appariscente chioma rossa, sappi che le stranezze non finiscono qui. La stagione 2 riprende esattamente da dove avevamo lasciato il protagonista: ancora davanti al telefono, deciso a vendicarsi dei creatori del gioco. A rendergli la vita più complicata c’è un microchip impiantato dietro l’orecchio, che lui taglia con la freddezza di chi ha già visto tutto il peggio immaginabile. E poi? Uno scarto temporale di due anni ci piomba addosso come un masso, mostrato già nel primo episodio. Sembra quasi un flash-forward alla “Breaking Bad”: in un attimo, ci ritroviamo a vedere un Gi-hun che ha speso tempo (e molti soldi) a cercare indizi sui misteriosi burattinai dietro quei giochi infernali, ma senza risultati concreti.
Perché due anni?
Nel panorama delle serie tv, un salto temporale così netto serve spesso a dare respiro alla trama e a mostrarci personaggi cresciuti o cambiati. Pensa a “The Walking Dead” o “House of the Dragon”: i salti temporali permettono di rimescolare le carte in tavola. Qui, però, la distanza nel tempo sembra soprattutto strizzare l’occhio a un gioco di potere sottile tra Gi-hun e i suoi avversari, che potrebbero aver trascorso questi 24 mesi a coprire le loro tracce e a rafforzare le fila dell’organizzazione.
Gi-hun: un eroe a corto di certezze
Il nostro vincitore, insomma, non se la passa benissimo. Ricco sì, ma tormentato dal ricordo di cadaveri sparsi sul campo di gioco e dal bisogno di svelare i responsabili di quell’inferno legalizzato. In due anni ha ingaggiato una squadra per sorvegliare le stazioni della metropolitana, con la speranza di scovare quel Reclutatore che gli propose di partecipare al primo gioco a suon di schiaffoni e bigliettini da visita.
Eppure, nessuna traccia. Sei pronto a scommettere che qualcuno, all’interno della sua stessa squadra, potrebbe tradirlo? In “Squid Game” nessuno è davvero al sicuro, e la nuova stagione non si fa scrupoli nel mostrare come la fiducia possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Se stavi cercando il prossimo “Colpo di scena” dopo la morte (o presunta tale) dei tanti personaggi della prima stagione, ecco servito il piatto caldo: chi può Gi-hun fidarsi, se non riesce a fare un solo passo avanti nonostante tempo e denaro investiti?
L’isola scomparsa nel nulla
Nel frattempo, un altro personaggio chiave della prima stagione sta vivendo un incubo a occhi aperti. Jun-ho (interpretato da Wi Ha-jun), il poliziotto che aveva scoperto i retroscena dei giochi, è ora retrocesso a compiti da vigile urbano, ma non ha per nulla dimenticato ciò che ha vissuto e visto. Nella scorsa stagione, l’abbiamo lasciato con una pallottola in corpo, sparatagli dal fratello In-ho (Lee Byung-hun) – alias Front Man – e una caduta dalla scogliera che sembrava fatale. Ma si sa, nelle serie tv (vedi “Stranger Things”) la morte non sempre è definitiva.
Jun-ho è sopravvissuto grazie all’aiuto del Capitano Park, un pescatore che l’ha salvato dalle acque. Da quel giorno, i due navigano senza sosta nel tentativo di ritrovare l’isola dove si svolgono i giochi, che sembra essersi dissolta come un miraggio. Chi può aver fatto sparire un’isola intera? Se hai in mente le macchinazioni viste in “Lost”, beh, preparati a un livello di cospirazione altrettanto elevato. Per due anni, Jun-ho ha cercato invano un modo di tornare là dove tutto è iniziato, come un novello Ulisse in mare aperto. E la presenza ingombrante del fratello come villain al comando aggiunge il giusto sapore tragico alla vicenda, quasi degno di un duello familiare alla “Thor: Ragnarok”.
Il ritorno dei giochi e la minaccia sempre viva
Se da un lato Gi-hun e Jun-ho faticano a trovare risposte, dall’altro la nuova stagione di “Squid Game” non può certo rinunciare all’ingrediente principale che l’ha resa famosa: i giochi mortali. Quei semplici passatempi dell’infanzia, come il famigerato “Un, due, tre… stella!” (trasformato nella micidiale sfida con la bambola gigante), tornano in versioni nuove e sempre più crude. E tu, spettatore, inizierai a chiederti se ogni singolo personaggio potrà uscire indenne da questa seconda tornata.
Attenzione ai nuovi ingressi:
Questa stagione introduce volti inediti, pronti a contendersi la vincita milionaria e a farsi strada a colpi di strategia e bluff. Non aspettarti un clone della prima stagione: le regole potrebbero essere cambiate. In un universo così distorto, nulla vieta che i “Game Master” abbiano escogitato sfide ancora più complesse (e sanguinarie) di prima.
Il fratello cattivo: un Front Man ancora più spietato
Il Front Man appare deciso a custodire i segreti del gioco ad ogni costo. Ormai erede spirituale del sinistro Oh Il-nam (Oh Yeong-su), l’enigmatico anziano che si è rivelato essere il burattinaio, In-ho non esita a colpire anche il proprio sangue del suo sangue. Se pensavi che la rivalità tra fratelli fosse soltanto un ricordo, preparati a scoprire fin dove può arrivare la sua cattiveria. Fratello contro fratello, legge morale contro crudeltà a briglia sciolta: ecco uno dei conflitti più elettrizzanti di questa seconda stagione.
Conclusioni? Si torna a giocare
Insomma, la seconda stagione di “Squid Game” riparte alla grande con un mix di nuovi intrighi e vecchi fantasmi. Gi-hun, Jun-ho, In-ho e chissà quanti altri partecipanti, si muovono in un labirinto fatto di misteri, salti temporali e complotti degni di “Gomorra – La serie”. Se la voglia di scoprire la verità ha tenuto in piedi il nostro eroe per due anni, ora tocca a te: sei pronto a premere play e a immergerti di nuovo negli incubi di Netflix?
Facci sapere la tua opinione: cosa ne pensi di queste rivelazioni sui due anni di buco tra le stagioni? Ti convincono le nuove dinamiche? Partecipa alla discussione e racconta la tua nei commenti! La community di Wonder Channel è qui per ascoltarti. Il gioco ricomincia… speriamo tu abbia scelto la forma del biscotto giusta!