Giusto ieri, 7 dicembre 2023, è finito il nuovo reality Netflix ispirato a una delle serie maggiormente apprezzate della piattaforma: Squid game.
Si chiama – sai che originalità – Squid game la sfida, ed è uno show in dieci episodi (rilasciati in ben tre momenti diversi, tra novembre e dicembre) che riprende l’impostazione dell’opera prima ma ha come partecipanti 456 persone comuni, ovvero non attori, che sono chiamate a sfidarsi a giochi “mortali” per arrivare al premio finale di ben 4,56 milioni di dollari.
Ora, neanche a dirlo, non si tratta di sfide in cui viene messa a repentaglio l’incolumità dei concorrenti, a differenza di quanto accade in Squid game, sebbene anche qui venga ricreata l’eliminazione tramite sparo (di un proiettile di vernice) dei partecipanti da parte delle guardie.
Ma quali sono i lati positivi di questo reality? E quali quelli negativi? Andiamo ad analizzarli qui di seguito, nella recensione di Squid game la sfida.
Fedeltà alla serie madre, ma anche novità
Chi ha visto Squid game ritroverà in questo show numerosi elementi già conosciuti: le scenografie, i doppiatori, le musiche, e anche alcuni giochi iconici (come ad esempio l’iniziale “un due tre stella!” o quello del caramello). Ciò per contro potrebbe ridurre fin quasi azzerandolo il lato sorpresa che tanto ha caratterizzato la serie originale, nella quale vigeva il totale mistero su quale sarebbe stato il prossimo gioco che i nostri protagonisti avrebbero dovuto affrontare; ecco che allora gli sceneggiatori, per movimentare un po’ la situazione, hanno deciso di inserire nuove attività, che comunque sempre si rifanno ai giochi dell’infanzia, come carta forbice e sasso o battaglia navale.
Non solo: Squid Game la sfida si incentra molto sui rapporti tra giocatori, i quali vengono continuamente messi alla prova con test in cui loro stessi devono arbitrariamente decidere se salvare o eliminare altri concorrenti. Ne deriva dunque una vera e propria lotta al massacro dalla quale (quasi) nessuno si risparmia ed è risparmiato, generando di conseguenza tentativi disperati di alleanze, tradimenti inaspettati, valli di lacrime (spesso estremamente false) ed ostilità reciproche.
L’obiettivo del reality era quello di mettere in mostra la fallacità dell’integrità morale umana? Evidenziare quanto, di fronte ai soldi, anche le persone apparententemente più buone e oneste non si facciano scrupoli nell’affossare i rivali? Allora ci è riusciuto pienamente. E non che avessimo dubbi.
Poco pathos e tanti momenti morti
Veniamo ora agli elementi negativi di Squid game la sfida.
Anche in questo caso, il paragone con la serie madre risulta immediato, e da esso il reality non esce affatto vincitore.
Il pathos è infatti davvero ridotto, spesso inframezzato da inutili digressioni dei partecipanti, dei quali ci vengono mostrate delle interviste dietro le quinte in cui loro stessi, davanti a una camera in una sala stile “interrogatorio di polizia“, raccontano chi sono nella vita di tutti i giorni, qual è il motivo che li ha condotto al gioco, qualche annedoto drammatico che hanno vissuto e roba del genere.
Classiche cose già viste, insomma, che se da un lato possono portare lo spettatore ad empatizzare al meglio con loro, dall’altro appesantiscono troppo il ritmo frenetico che una produzione del genere dovrebbe avere, smorzandolo.
Occhio, ovviamente non vengono analizzati tutti i 456 partecipanti, bensì solo alcuni, forse quelli che raccontano una storia più convincente o che riescono a far emozionare di più. Gli altri, proprio come in Squid game, non sono altro che sfondo. Non si sa il nome, il volto, il lavoro. Nulla di nulla.
Ma quindi, “Squid game la sfida” è bello o no?
Nì. Personalmente, non lo definisco un titolo completamente orribile. I suoi lati positivi come detto prima ci sono, soprattutto se siete amanti del mondo claustrofobico già visto in Squid game e desiderate immergervi ancora un po’ in esso.
Non è però a mio dire una produzione che, a conclusione avvenuta, ti lascia chissà quali e quante emozioni, ma che anzi, serve solo a confermare ancora di più quanto la razza umana sia improntata all’egoismo, al di là delle belle parole e dei bei pensieri.
Guardabile sì, ma di sicuro non memorabile.
Meglio fare un rewatch di Squid game, intanto, in attesa che arrivi la seconda stagione.
La Recensione
PRO
- Fedeltà alla serie madre per quanto riguarda scenografie, doppiatori, musiche e alcuni giochi iconici
- Nuove attività per aumentare l'effetto sorpresa
CONTRO
- Tanti momenti morti
- A volte poco pathos anche nei giochi più "cruenti"
- Melodrammi continui (e spesso un po' falsi)