Squid Game, uno dei programmi di cui più si parla in questi ultimi mesi, continua a fare parlare di sé, questa volta – addirittura – di politica!
La serie, che pare sia stata la più vista di tutti i tempi, in onda su Netflix da diverse settimane, potrebbe a quanto pare creare tensioni in patria. La Corea del Nord, infatti, starebbe usando lo show per colpire la società sudcoreana.
Ma come? Cosa è successo? E, innanzi tutto, sapete di che cosa stiamo parlando? Se non avete ancora idea di cosa sia questa serie – anche se a questo punto risulta un po’ difficile anche solo immaginarlo, vi consigliamo di leggere la nostra recensione di Squid Game -, sapendo che questo show continuerà a far parlare ancora per molto, molto tempo.
E, mentre questa serie distopica continua a catturare gli spettatori di tutto il mondo con la sua raccapricciante storia di disperazione economica e giochi mortali ispirati all’infanzia, un sito web statale nordcoreano afferma che la produzione serve a evidenziare la natura “bestiale” della “società capitalista sudcoreana in cui l’umanità viene annientato dalla concorrenza estrema”, affermazioni molto forti, quindi, ma sarà davvero così?
Squid Game crea dissapori politici tra le due Coree?
A quanto pare, proprio recentemente, in un post pubblicato martedì, il sito web ha affermato che Squid Game riflette una “società diseguale in cui i forti sfruttano i deboli”. A riportare la notizia molti quotidiani statunitensi, tra i quali anche il The Washington Post, che non sembra voler controbattere la notizia.
Le accuse sono pesanti, così come lo è l’argomento della serie, dove protagonisti sono centinaia di concorrenti pieni di debiti, tra cui un disertore nordcoreano, che partecipano ad alcuni giochi anche cruenti, nel tentativo di vincere un premio in denaro da un miliardo di dollari che sperano possa cambiare le loro vite. Il trucco: se perdono una partita, muoiono.
La serie ha risuonato profondamente in Corea del Sud e oltre, specialmente tra coloro che sono frustrati dalla disparità di reddito, dalla disoccupazione e dalle sfide finanziarie. Il regista dello show, Hwang Dong-hyuk, ha affermato che l’affinità della produzione è stata la chiave del suo successo.
Netflix, intanto, il gigante dello streaming che non sembra mai sbagliare un colpo e che ha mandato in onda prima di ogni altro Squid Game in tutto il mondo, ha confermato martedì scorso che la serie, che il regista Hwang Dong-hyuk ha iniziato a scrivere dieci anni fa, è diventata la più vista nella storia del canale. da quando è stata presentata in anteprima a settembre.
Squid Game ha ufficialmente raggiunto 111 milioni di fan, rendendolo “il nostro più grande lancio della serie di sempre!” come Netflix ha twittato sul suo profilo ufficiale di Twitter. Notevole successo aveva avuto anche il dramma storico Bridgerton, che aveva attirato poco più di 80 milioni di spettatori, ma che ha perso però il primato del primo posto, per cederlo agli uomini in tuta che decidono di diventare bersagli umani.
La Corea del Nord e quella del Sud sono tecnicamente rimaste in guerra dopo che la guerra di Corea si è conclusa nel 1953 con un armistizio ma senza un trattato di pace. Ci sono stati altri punti focali a dividerli sulla cultura. A giugno, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito la scena dell’intrattenimento sudcoreana, incluso il K-pop, “un cancro vizioso”, e lo ha accusato di aver corrotto “le acconciature, i discorsi e i comportamenti” dei nordcoreani, così come riportato dal New York Times.
Anche la Corea del Nord è stata a lungo critica nei confronti del sistema capitalista dei suoi vicini prossimi, i coreani che vivono nella parte a sud, che ritiene non sia paragonabile a quello che pubblicizza come il suo paradiso socialista egualitario. La vita al Nord, invece, è segnata da una diffusa povertà e scarsità di cibo, con isolate sacche di ricchezza per chi è legato al partito di governo. La vita all’interno dello stato totalitario ha spinto molti a fuggire oltre confine per una vita migliore.