Se sei un fan di Stephen King e ti sei imbattuto in ‘Cujo’, avrai probabilmente notato un particolare decisamente fuori dal comune: il libro non ha capitoli. E no, non è un errore di stampa! Ma cosa ha spinto il maestro del brivido a prendere questa decisione così audace? Bene, preparati a scoprire la risposta direttamente dalle parole di King stesso e a fare un viaggio tra alcune delle sue scelte narrative più intriganti.
Un libro che ti assale senza sosta: la scelta di Stephen King
Nel 2006, in un’intervista a The Paris Review, King ha spiegato il motivo dietro la sua scelta di scrivere ‘Cujo’ senza nessuna pausa tra i capitoli. Secondo King, l’idea era quella di creare un’esperienza che potesse essere paragonata a un mattone lanciato attraverso la finestra del lettore. Un vero e proprio assalto personale: “Il tipo di libro che faccio, e ho abbastanza ego da pensare che ogni romanziere dovrebbe farlo, dovrebbe essere una specie di assalto personale. Dovrebbe essere qualcuno che si lancia attraverso il tavolo, ti afferra e ti sconvolge”, ha dichiarato King.
L’intento era quello di non dare tregua al lettore. Con ‘Cujo’, King vuole che tu resti incollato alle pagine, senza nessuna possibilità di alzarti per preparare un caffè o prendere una boccata d’aria. Nessun capitolo, nessuna pausa: solo una tensione crescente, un flusso continuo che non ti lascia scampo. Se stai cercando un’esperienza rilassante, ‘Cujo’ non è decisamente il libro giusto. Se invece vuoi una lettura che ti faccia battere il cuore all’impazzata… beh, hai trovato ciò che fa per te!
Il fascino di una struttura non convenzionale
Non è la prima volta che Stephen King gioca con la struttura dei suoi libri, sperimentando con il modo in cui una storia viene raccontata. Prendiamo ad esempio il suo primo successo, ‘Carrie’, un romanzo diviso in tre parti, ciascuna delle quali rappresenta un momento cruciale della trama. Il resto del libro è un susseguirsi caotico di piccole scene, flashback, e diversi punti di vista che fanno sì che la narrazione si evolva come una vera e propria esplosione di eventi.
Un’altra trovata brillante la troviamo nel libro ‘L’uomo in fuga’ (The Running Man) del 1982. Questa storia è divisa in ben 100 capitoli, ma la vera chicca è che i numeri dei capitoli sono in ordine decrescente. Questa semplice scelta dona al libro un senso inevitabile di angoscia, quasi a suggerire che stai contando i secondi che mancano a una catastrofe. La sensazione è quella di un conto alla rovescia che non promette nulla di buono per il protagonista. Con King, anche la struttura del libro diventa un elemento della storia, una parte del mistero che coinvolge e scuote il lettore.
Perché la struttura fa la differenza?
Quando leggiamo un libro con capitoli numerati, inconsciamente ci sentiamo rassicurati. Ogni capitolo rappresenta una tappa nella storia, un momento in cui possiamo fare un respiro e pensare: “Ok, siamo ancora al capitolo 12, quindi ci sarà altro da scoprire, e i nostri protagonisti hanno ancora una possibilità”. Ma cosa succede quando King decide di non mettere pause? Semplice: non c’è respiro, non c’è speranza di una vera “fine felice”. Non sai cosa ti aspetta dietro la prossima pagina e non hai una struttura familiare a confortarti. È un viaggio vertiginoso che ti lascia senza fiato.
Con ‘Cujo’, King ha voluto portarci direttamente nel cuore del terrore senza filtri. Ha voluto farci vivere la paura e il senso di claustrofobia dei personaggi in prima persona, senza offrirci nessuna pausa, proprio come il protagonista del libro che si trova di fronte a un pericolo implacabile e senza via di fuga.
E tu, cosa ne pensi?
Dopo aver capito il perché di questa scelta così particolare di Stephen King, non ti viene voglia di provare a leggere ‘Cujo’ tutto d’un fiato, proprio come l’autore ha immaginato? Se sei un fan delle storie che ti prendono alla gola e non ti lasciano respirare, ‘Cujo’ è decisamente per te. Ma occhio: potresti ritrovarti a passare la notte in bianco!
E tu, ami quando un autore gioca con la struttura di un libro in questo modo, o preferisci una narrazione più tradizionale? Facci sapere nei commenti cosa pensi di queste tecniche narrative e se hai avuto esperienze simili leggendo altri libri di King. Non vediamo l’ora di leggere la tua opinione!