Stranger Things 3 è fuori da una settimana esatta, dal 4 Luglio 2019. C’è chi lo ha visto tutto d’un fiato, finendolo il giorno stesso in cui è uscito.
C’è chi ha preferito gustarselo a piccoli passi.
Alcuni fan si stanno già divertendo a pensare e condividere interessanti teorie su quella che potrebbe essere una quarta stagione, non ancora confermata ma che alla luce degli avvenimenti della terza stagione potrebbe benissimo essere fatta.
Indubbiamente, la terza stagione è stata una tra le migliori. Le performance attoriali brillanti, che resteranno probabilmente nella storia del cinema, sono state accompagnate da una trama (quasi) mai banale e incalzante, che ci ha portato a un finale a dir poco sorprendente.
Ma vogliamo tirare insieme un po’ le somme di questa terza stagione?
Attenzione! D’ora in avanti troverai degli spoiler di Stranger Things 3, procedi a tuo rischio e pericolo!
La recensione di Stranger Things 3
Hawkings non è come l’avevamo lasciata. Di diverso, proprio nel cuore della città, è stato aperto un centro commerciale, lo Starcourt Mall (che esiste davvero, per la cronaca) e che sarà un punto di riferimento fondamentale.
Anche i nostri ragazzi non sono come li avevamo lasciati: Eleven e Mike (Millie Bobby Brown e Finn Wolfhard) si stanno godendo la loro storia d’amore, ora che finalmente si sono ritrovati dopo gli avvenimenti della seconda stagione, a scapito del povero Hopper (David Harbour), che non riesce proprio ad accettare che la sua bambina stia crescendo.
Nel frattempo, Jonathan e Nancy (Charlie Heaton e Natalia Dyer) sono riusciti a trovare un lavoretto estivo al giornale locale: lui soddisfatto e felice; lei, costantemente alle prese con un ambiente bigotto e ristretto, non riesce a esprimere a pieno il suo potenziale.
Dustin (Gaten Materazzo) torna dopo essere stato via per alcune settimane insieme alla mamma, fresco di buone notizie: ha infatti trovato una ragazza, Suzie, che ha detta sua è praticamente perfetta (e per questo, nessuno dei suoi amici gli crede).
Lucas e Max (Caleb McLaughlin e Sadie Sink) continuano la loro storia tra alti e bassi – forse più bassi che alti? – mentre Will (Noah Schnapp) è l’unico del gruppo che ha ancora tanta voglia di giocare a D&D.
Sembrerebbe tutto normale, se non stessimo parlando di Stranger Things. Da qualche parte infatti, ci viene fatto vedere un macchinario che attraverso delle tecnologie avanzate è in grado di colpire con un raggio la stessa parete che la nostra Undi aveva richiuso con tanta pazienza alla fine della seconda stagione. Il confine tra il nostro mondo e il Sottosopra.
E come ogni storia ben costruita che si rispetti, parte tutto da qualcosa di minuscolo: dei topi. E’ qui che comincia a risiedere il “Mind Flayer”, di cui già pensavamo di esserci liberati nella seconda stagione, ma che in realtà non è mai andato via. E il Mind Flayer sa benissimo di cosa ha bisogno per restare…un ospite.
Qui entra in gioco Billie (Dacre Montgomery, in una delle sue più belle performance). Bullo nella seconda stagione, praticamente villain in questa terza. E’ il primo essere umano ad essere posseduto dal Mind Flayer che gli dà ordini precisi, creare un vero e proprio esercito.
Nel frattempo, l’amatissimo dal pubblico Steve (Joe Keery) e la sua nuova compagna di avventure, Robin (Maya Hawke) riescono a decifrare un codice russo che li porta, attraverso un passaggio che parte proprio dallo Starcourt Mall, in una base segreta all’interno della quale non c’è altro che la macchina che è in grado di riaprire la breccia per il Sottosopra.
I personaggi in questa stagione sono divisi la maggior parte del tempo ma vengono brillantemente riportati insieme verso la fine, per prepararsi alla battaglia finale. Hopper si tiene sempre accanto la bella Joyce (la fantastica Winona Ryder) e insieme partono per cercare di capire perchè in città ci siano stati degli strani black out di energia.
Eleven, Mike, Max e Lucas indagano sulla misteriosa scomparsa di una bagnina (che poi si scopre essere stata reclutata da Billie) mentre Dustin, Steve e Robin, accompagnati dalla simpaticissima Erica Sinclair (Priah Ferguson) si avventurano nella base russa.
I Duffer Brothers e Shawn Levy riescono brillantemente a collegare tutte le trame: non rimane nulla lasciato al caso e non si ha mai la sensazione che la storia sia dispersiva, nonostante i personaggi siano tutti insieme solo in un paio di scene del film.
Il filo conduttore è uno solo: bisogna fermare il “Mind Flayer”, e per farlo è necessario addentrarsi nella base russa e distruggere la macchina che tiene aperto il Sottosopra.
A farlo sono Joyce e Hopper, che nel momento meno opportuno si promettono in maniera bizzarra di uscire a cena per un appuntamento. Ma loro sono così tutta la stagione: buffi, che bisticciano fino a sembrare ridicoli, ma per questo adorabili agli occhi dello spettatore (che è arrivato dopo tre stagioni intere a volerli insieme, costi quel che costi).
Sembra che però i fratelli Duffer non siano della stessa idea, però. Nel fermare la macchina infatti, Hopper rimane coinvolto in maniera fatale. Dall’altra parte, allo Starcourt Mall – ve l’avevo detto che sarebbe stato importante – Eleven e i suoi amici combattono il “Mind Flayer” e un’ormai stremato Billie, che in un colpo di scena inaspettato si schiera contro il mostro, proteggendo così Eleven e salvandole la vita, ma venendo colpito fatalmente.
Non ci sono grandi cose da rimproverare a Stranger Things 3: gli attori fanno un lavoro impeccabile nel portare alla vita personaggi veri, reali, che provano i sentimenti che proveremmo noi se ci trovassimo nella stessa situazione, per quanto assurda possa essere.
Per quanto riguarda la migliore scena di tutta la stagione…credo siamo tutti d’accordo, no?
I migliori personaggi di Stranger Things 3
Un cast di veri talenti da cui si può solo sperare di imparare e, quel che è sorprendente, è che la maggior parte di loro sono giovanissimi.
Spicca in questa stagione, senza alcun dubbio, la performance di Dacre Montgomery: un ragazzo che è stato trasformato da “semplice” bullo al filo conduttore che ha permesso al “Mind Flayer” di diventare sempre più forte.
Il giovane attore ha un’espressività invidiabile, ma più di tutto credo che abbia avuto la capacità di cogliere le fragilità del suo personaggio e usarle al meglio per creare una persona instabile, che cercava di essere forte nonostante si sentisse debole.
Billy è uno dei personaggi meglio riusciti nonostante – purtroppo – non abbia avuto tantissimo spazio: a Dacre bastava un’occhiata per farci venire i brividi, ma nonostante questo i suoi occhi erano perennemente lucidi, come se volesse costantemente ricordarci che Billy – quello vero, quello fragile – era ancora lì da qualche parte e aveva solo bisogno di essere tirato fuori.
Una menzione speciale va fatta sicuramente al magnifico duo Winona Ryder/David Harbour: quando si hanno due attori così, credo sia umanamente impossibile che qualcosa vada storto. Gli attori più piccini hanno due colonne portanti del cinema americano a fare loro da guida, un’esperienza che dev’essere indimenticabile.
Buona la performance della nuova arrivata Maya Hawke, la nostra Robin: porta in maniera del tutto naturale un po’ di freschezza e leggerezza in più, elementi che non guastano mai. Si è rivelata un’aggiunta mai scontata, all’inizio forse un pochino burbera nei confronti di Steve, ma è bello vedere che alla fine i due sono diventati inseparabili.
Sarà banale, ma allo stesso tempo non si può non rimanere a bocca aperta di fronte a Millie Bobby Brown: a soli 15 anni è un puro talento, nonché colonna portante di questo prodotto.
Cosa non mi ha convinta di Stranger Things 3
Paradossalmente, per quanto Stranger Things nasca per essere un prodotto di breve durata (solo 8 episodi) spesso mi ritrovo a pensare che questi siano davvero troppo pochi. Non tanto per la trama, che di per sé è stata conclusa senza troppi inghippi, ma perchè a volte certi personaggi tendono a perdersi o a fungere solo da sfondo e questo è un peccato.
Il primo della lista, sicuramente Will. Mai una gioia al povero Noah Schnapp, che nella prima stagione era il ragazzino scomparso, nella seconda quello posseduto dal “Mind Flayer” e nella terza…sostanzialmente quello che voleva sempre giocare a Dangeon & Dragons.
Davvero un peccato perchè in passato Noah ci ha dato prova di grande capacità, quindi mi aspettavo davvero di più in questa stagione dal suo personaggio, che è per lo più rimasto sullo sfondo.
Nancy diventa un personaggio sempre più interessante, ma lo fa a scapito del suo compagno (anche nella vita reale, tra l’altro) Jonathan. Peccato perchè nella prima stagione era uno dei personaggi più amati, ma è un po’ andato a perdersi in queste due stagioni.
Per ultimo, anche Lucas non ha avuto modo di esprimere il suo pieno potenziale. Paradossalmente, come personaggio è riuscita molto di più la sorella Erica: tagliente e simpaticissima, può dire già a dieci anni di aver vissuto un’esperienza indimenticabile.
Il finale di Stranger Things 3 anticipa una quarta stagione?
Siamo tutti d’accordo che il finale della terza stagione di Stranger Things ci ha preparato per quella che sarà la quarta stagione. Non è stato confermato ancora nulla, ma possiamo andare sul sicuro quando si parla di ST: Netflix ha tutto l’interesse di rinnovare uno dei suoi più importanti prodotti di punta.
E’ stato un finale strappalacrime: Joyce, con i figli Will e Jonathan e insieme a Undici, ora rimasta sola, ha deciso di lasciare la cittadina di Hawkings. Vedere i ragazzi separarsi è stato veramente difficile, soprattutto perchè si ha la sensazione che si sia in qualche modo conclusa un’era: i ragazzi ormai sono cresciuti, non sono più bambini ma adolescenti, e hanno definitivamente abbandonato quell’innocenza che li aveva caratterizzati nelle prime stagioni.
Leggere poi la lettera di Hopper, scritta per Eleven e Mike, è stato forse uno dei momenti più tristi di sempre!
C’è una cosa di cui volevo parlarvi. So che è una conversazione difficile, ma voglio molto bene a entrambi. E so che anche voi vi volete molto bene, motivo per cui credo sia importante stabilire delle regole in futuro in modo tale da costruire un ambiente in cui sentirci a nostro agio, con fiducia e disposti a condividere i nostri sentimenti.
Sentimenti.
Sentimenti.
Dio. La verità è per tanto tempo ho dimenticato cosa fossero. Ero bloccato in un luogo. Una caverna, potremmo. Una caverna buia e profonda. Finché non ho lasciato degli Eggos nei boschi e tu sei entrata nella mia vita. Per la prima volta dopo tanto tempo, ho ricominciato a provare qualcosa. Ho iniziato a essere felice. Ultimamente, però mi sono sentito lontano da te. Come se tu ti stessi allontanando da me. Mi mancano i giochi da tavolo la sera, fare waffles spettacolari a tre strati al tramonto, guardare film western insieme prima di crollare dal sonno.
Ma stai diventando grande, cresci, cambi. E credo, se devo essere sincero, che questo mi spaventi. Non voglio che le cose cambino. Quindi credo che forse è per questo che sono venuto qui, per tentare forse di fermare quel cambiamento. Per portare indietro il tempo e far tornare tutto come prima. Ma so di essere ingenuo. Non è così che funziona la vita. Va avanti, va sempre avanti, che ti piaccia o no. E sì, a volte è doloroso. A volte è triste. E a volte, è sorprendente. Gioioso.
Perciò sai che ti dico? Continua a crescere piccola. Non lasciare che io ti fermi. Commetti i tuoi errori, impara da essi. E quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore. Il dolore fa bene. Significa che sei fuori da quella caverna. Ma, ti prego, se non ti dispiace, per amore del tuo povero e vecchio papà, tieni la porta aperta di dieci centimetri.
Sicuramente le parole della lettera hanno strappato a tutti qualche lacrima. C’è una grande speranza però: sul web starebbe dilagando una teoria secondo la quale Hopper potrebbe essere ancora vivo.
Sarebbe proprio lui “l’americano“ di cui parlano i russi nella scena post titoli di coda. Sarebbe un bellissimo ritorno alla prima stagione, quando Eleven era scomparsa e si pensava fosse morta, almeno finché sullo schermo non era comparso proprio Hopper con i suoi amati Eggos.
Sicuramente non mancano materiale ed idee per la quarta stagione. Non ci resta che aspettare l’annuncio ufficiale!
E a te è piaciuta questa terza stagione? Ha superato le tue aspettative o non è bella come le precedenti? Fammi sapere nei commenti!
La Recensione
Stranger Things terza stagione
Stagione che non ha nulla da invidiare alla prima e che supera nettamente la seconda. Riuscite le ambientazioni e la colonna sonora, Stranger Things ha la capacità come pochi altri prodotti di catapultare negli anni '80 e far sentire una nostalgia che non sapevamo di poter provare. Le performance degli attori sono impeccabili. Unico difetto? Alcuni personaggi importanti passano in secondo piano. Decisamente il prodotto più bello di Netflix.