Negli ultimi tempi, l’Intelligenza Artificiale sembra essere diventata il tema preferito dei registi di film horror, con protagonisti inquietanti come quelli di Megan, AfrAId o Imaginary.
È proprio il caso del nuovo film di Scott Dale, Subservience, in cui Megan Fox assume il ruolo di una terrificante antagonista IA, regalandoci una performance che ricorda il suo indimenticabile ruolo in Jennifer’s Body. Megan Fox, in ruoli horror, è semplicemente fantastica.
Trama: tra futuro e tecnologia inquietante
In un futuro non troppo lontano, Nick (interpretato da Michele Morrone), caposquadra di cantiere, è sposato con Maggie (Madeline Zima); insieme hanno due figli, Isila (Matolda Firth) e Max. Sembrano vivere una vita serena, fino a quando a Maggie non viene diagnosticato un problema cardiaco che richiede un trapianto urgente.
Con Maggie in ospedale, Nick si ritrova a dover lavorare per sostenere la famiglia, così decide di acquistare un synth, una sorta di assistente sintetico, per prendersi cura dei suoi figli e della casa. È la piccola Isila a dare un nome al synth, ispirandosi al libro che stava leggendo, “Alice nel Paese delle Meraviglie“: la nuova aiutante si chiamerà Alice (Megan Fox).
Ma quando Nick dà accidentalmente un comando ad Alice, la cosa prende una piega decisamente inquietante. Un semplice errore si trasforma rapidamente in un pericolo per tutta la famiglia. Qui, le cose cominciano davvero a diventare spaventose.
Megan Fox e il cast: tra alti e bassi
Il cast di Subservience è composto principalmente da volti relativamente sconosciuti, ad eccezione di Megan Fox, che negli ultimi anni ha avuto una carriera fatta di alti e bassi. Dopo il suo ruolo iconico nella saga di Transformers, Fox sembra aver trovato una nicchia nel genere horror che le si addice alla perfezione. In questo film, Fox interpreta una domestica IA con un ruolo ben supportato da un po’ di CGI: riesce a rendere il personaggio credibile e inquietante, e si spera che continui a recitare in horror, perché questo genere sembra cucito su misura per lei.
Un’altra figura interessante è Madeline Zima, che ha una carriera decente, ma che molti ricorderanno soprattutto per il ruolo di Emma Bartel in La mano sulla culla. All’epoca era solo una bambina (parliamo del lontano 1992), ma ora è decisamente cresciuta. La scelta di Scott Dale di includerla in questo film non sembra casuale, poiché Subservience ricorda molto La mano sulla culla in termini di atmosfera e dinamiche. La tata cattiva si trasforma nella domestica IA, ma il risultato finale non cambia: un personaggio apparentemente affidabile che si rivela una minaccia. Questo tocco di genialità nella scelta del cast potrebbe passare inosservato a molti, ma vale la pena sottolinearlo.
Tecnologia che spaventa, ma che incuriosisce
Subservience è senza dubbio uno di quei film che probabilmente molti non sapranno nemmeno stia per uscire. Ma sono qui per dirvi che ha uno stile e una qualità che meritano attenzione. Il modo in cui usa la tecnologia è divertente e interessante. Con l’IA al centro del dibattito attuale, film come questo possono risultare spaventosi. Serie come Black Mirror hanno già esplorato il lato oscuro della tecnologia, mostrando cosa potrebbe succedere se perdessimo il controllo, proprio come accade a Nick in questo film. E diciamolo, un po’ tutti siamo spaventati dall’IA, e il franchise di Terminator ce lo avrebbe già dovuto insegnare.
Un horror IA da non sottovalutare
Subservience è un altro film horror sull’IA che, sono sicuro, non sarà l’ultimo del genere, e che riesce a inquietarmi parecchio. Questi film iniziano sempre con le migliori intenzioni, ma spesso finiscono male – letteralmente e figurativamente. Non abbiamo ancora imparato a non fidarci della tecnologia? A quanto pare no, visto che i personaggi di questi film continuano a farlo. Ancora e ancora.
Devo dire che, nonostante il cast poco noto, la recitazione è stata piuttosto buona, e Megan Fox si distingue nel ruolo di Alice. Ha incarnato alla perfezione la serva IA, e questo è uno degli aspetti migliori del film. E devo aggiungere che il richiamo a La mano sulla culla è stato davvero un bel colpo di genio. Scott Dale ha creato un horror IA a basso budget che è stato più piacevole di quanto pensassi.
Riflessioni finali: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio
Il messaggio più importante da prendere da Subservience? Non fidarti mai dell’IA. Mai e poi mai. Il film riesce a essere sia divertente che inquietante, e questo equilibrio è ciò che lo rende un piccolo gioiello nel panorama degli horror di nicchia. Megan Fox dimostra ancora una volta di essere a suo agio in ruoli dark e minacciosi, e il film riesce a sfruttare al massimo il suo potenziale. Il personaggio di Alice, con i suoi sguardi glaciali e la freddezza dell’IA, è un perfetto esempio di come la tecnologia possa diventare inquietante quando si spinge troppo oltre.
Subservience utilizza l’IA come una lente attraverso cui esplorare le nostre paure più profonde, quelle legate alla perdita di controllo e all’invasione della tecnologia nella nostra quotidianità. L’idea di un’intelligenza artificiale che osserva e decide per noi è terrificante, e il film riesce a trasmettere questa angoscia in maniera efficace.
Un film piccolo ma intenso
È chiaro che Scott Dale non aveva a disposizione il budget di una produzione hollywoodiana di grande portata, ma ha saputo fare di necessità virtù. Le atmosfere sono cupe, la tensione è palpabile, e la storia, pur non essendo particolarmente originale, riesce comunque a intrattenere e a spaventare. Megan Fox ha trovato finalmente un ruolo che le calza a pennello, lontano dai blockbuster fracassoni e vicino a un tipo di cinema più intimista e psicologico.
E voi? Siete pronti a farvi spaventare da un’IA con il volto di Megan Fox? Se avete visto Subservience, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Personalmente, ho trovato questo piccolo horror sorprendentemente efficace, ma sono curioso di sapere se anche voi siete d’accordo o se avete una visione diversa!
La Recensione
Subservience: un horror IA che coinvolge grazie alla performance di Megan Fox. Mantiene alta la tensione, nonostante una trama prevedibile. Un film che vale la pena vedere.
PRO
- Megan Fox nel ruolo perfetto per lei
- Atmosfere cupe e tensione costante
- L'ho premiato col 7 perché è un film a basso budget
CONTRO
- Trama non troppo originale
- Personaggi secondari poco sviluppati